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Lezioni “no gender” all’Università di Torino: comizi anti Meloni, deliri sessuali e una “imprevista” svastica…

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A lezioni di “queer”, l’ideologia non gender che propugna l’inesistenza delle identità sessuali e una società nella quale maschi e femmine sono entità interscambiali e assimilabili in tutte le attività. All’Università di Torino i corsi sono iniziati ieri, con lezioni che si sono immediatamente trasformate in comizi contro il governo Meloni, il presidente Trump e chiunque non condivida il senso delle “lezioni” di vita  offerte alle matricole. Poi, alla fine, come racconta “La Stampa“, è spuntata anche la classica svastica da qualche parte, pare nei bagni degli uomini, a innescare la retorica del regime, delle intimidazioni, del nazismo che minaccerebbe le università… Era già tutto previsto, canterebbe Riccardo Cocciante. Una svastica per seppellire qualsiasi argomento contrario, all’interno della stessa università, da qualche parte si trova sempre…

Il corso “queer” e no gender all’Università diventa comizio anti-Meloni

“Il corso, iniziato ieri, è aperto a tutte le facoltà e tenuto in lingua inglese per essere inclusivo al massimo. E diventa l’occasione per riflettere sul momento storico attuale. Sullo stato dei diritti Lgbtqia+ in Italia e in America, sulle scelte del governo di Giorgia Meloni e sulla preoccupazione intorno a un’università che si sente abbandonata. Un discorso politico che non può essere tenuto fuori dalla porta. A dimostrarlo, nel modo più estremo, nei bagni maschili del Campus spunta una svastica disegnata sopra un adesivo arcobaleno…”, racconta “La Stampa”, che poi sintetizza la lezione del professor “queer” Antonio Vercellone, docente di Diritto privato, con passerella dell’assessore comunale alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli.

Lo slogan, in questi casi, scatta automatico. “Sotto il governo di Giorgia Meloni in Italia la retorica ostile sta delegittimando le istanze di autodeterminazione e uguaglianza. La rielezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti rappresenta una minaccia concreta.
Ricordiamo che una delle sue prime azioni fu firmare un ordine esecutivo che ridefiniva il sesso in termini binari, escludendo le persone trans e non binarie dal riconoscimento federale”. C’è anche il professor Federico Zappino dell’Università di Sassari, tra i massimi esperti italiani della teoria queer, che due anni fa aveva creato il primo corso Queer a Sassari, che  spiega cos’è la teoria queer: sfidare l’idea che possano esistere solo due generi (uomini e donne), che riflettono la composizione biologica binaria (maschio e femmina) e che solo l’attrazione sessuale tra sessi opposti sia naturale e quindi socialmente accettabile. Poi si va alla ricerca della svastichella, che puntualmente spunta, nel bagno dei tanto discussi maschietti…

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