Ucraina, tre ore di vertice Ue a Parigi: “Kiev va coinvolta”. Meloni: “Non c’è alternativa all’asse con gli Usa”
Tre ore per poi riaggiornarsi. Il vertice convocato dal presidente francese Emmanuel Macron per decidere come procedere sull’Ucraina si è concluso in modo interlocutorio, ma ha fissato almeno un paletto sull’invio di truppe europee a far da scudo: nulla si muoverà sul terreno fino a quando le garanzie non saranno massime. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lasciato il palazzo per ultima, senza rilasciare dichiarazioni, dopo i premier Keir Starmer (Regno Unito), Donald Tusk (Polonia), Pedro Sanchez (Spagna), Dick Schoof (Olanda) e Mette Frederiksen (Danimarca), i presidenti Ue Ursula von der Leyen e Antonio Costa e il segretario generale della Nato Mark Rutte.
Ucraina, il vertice di Parigi e la posizione della Ue
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha lasciato la riunione in anticipo. Europa e Stati Uniti devono continuare ad “agire insieme” per garantire la sicurezza collettiva, ha dichiarato parlando con la stampa all’ambasciata tedesca a Parigi dopo il summit all’Eliseo. “Non ci deve essere una divisione della sicurezza e della responsabilità tra Europa e Stati Uniti – ha aggiunto Scholz – La Nato si basa sul fatto che agiamo sempre insieme e condividiamo i rischi. Questo non deve essere messo in discussione”.
Parole condivise anche da premier polacco Donald Tusk. “Qualsiasi pace in Ucraina dovrà essere giusta e duratura e Kiev dovrà essere coinvolta in tutti i negoziati di pace”, ha detto il primo ministro polacco, Donald Tusk, dopo l’incontro dei leader europei sull’Ucraina. “Se vogliamo una pace duratura e giusta” in Ucraina e “pertanto non una falsa chiusura serve una partecipazione attiva” ai negoziati “dell’Ucraina” che è “il Paese aggredito e anche del progetto politico che si sente minacciato che è l’Ue”, è stata la posizione del premier spagnolo Pedro Sanchez in conferenza stampa a Parigi al termine del vertice d’emergenza europeo sull’Ucraina. Sanchez ha ribadito che “la pace in Ucraina e la sicurezza europea sono due facce della stessa medaglia. Il destino dell’Ucraina “non mette in gioco solo il futuro” di Kiev, ma è “una questione esistenziale per l’Europa intera” in quanto continente, ha detto invece il premier britannico Keir Starmer alla Bbc.
Meloni, a quanto si apprende, si sarebbe mostrata molto critica sul “formato” del vertice che esclude molte Nazioni, “a partire da quelle più esposte al rischio di estensione del conflitto, anziché includere, come sarebbe opportuno fare in una fase storica come questa”. Poi avrebbe valutato come utile il confronto sulle varie ipotesi in campo, manifestando perplessità sul dispiegamento di soldati europei in Ucraina. “A mio avviso, vanno esplorate altre strade che prevedano il coinvolgimento anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana”, è il senso del discorso della Meloni al vertice, che ha ribadito la necessità di un coinvolgimento anche degli Stati Uniti, “perché è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana”.
“L’attuale Amministrazione americana ha lanciato una sferzata sul ruolo dell’Europa, ma dobbiamo dirci che prima di questa analoghe considerazioni sono state già state fatte da importanti personalità europee. È una sfida per essere più concreti, non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi, questo non è un formato anti-Trump, tutt’altro…”. Per Meloni, gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina “e noi dobbiamo fare la nostra parte”.
Macron a colloquio con il presidente Trump
Prima dell’incontro, Macron ha parlato al telefono con Donald Trump. “La sicurezza dell’Europa è a un punto di svolta. Riguarda l’Ucraina, ma riguarda anche noi. Abbiamo bisogno di una mentalità di urgenza. Abbiamo bisogno di un’impennata nella difesa”, scrive von der Leyen prima di raggiungere gli altri leader. Domani l’Ue deve presentarsi con una linea chiara già al bilaterale – rimandato di un giorno – della stessa von der Leyen con l’inviato speciale Usa per l’Ucraina Keith Kellogg, che avverrà contestualmente all’incontro di alto livello tra le delegazioni Usa e russa a Riad, in Arabia Saudita. vertice. “Questo è l’inizio di un processo, che continuerà con il coinvolgimento di tutti i partner impegnati per la pace e la sicurezza in Europa. L’Unione europea e i suoi Stati membri svolgeranno un ruolo centrale in questo processo”, afferma il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, fugando le critiche di chi lo vedeva spodestato dal suo ruolo di guida dei leader dei 27.
La delusione e la rabbia degli esclusi
I leader euroscettici esclusi hanno biasimato l’iniziativa. Per il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, i partecipanti al vertice d’emergenza europeo sull’Ucraina di Parigi faranno tutto il possibile per impedire una risoluzione pacifica del conflitto. Mentre il premier slovacco, Robert Fico, ha chiamato Costa per chiedergli spiegazioni sul perché il più importante organo dell’Ue abbia accettato l’invito a un incontro a Parigi tra sette Stati membri e la Gran Bretagna sull’Ucraina e sull’invio di truppe come garanzia di sicurezza dopo la fine del conflitto bellico, quando “l’Ue non è nemmeno autorizzata a prendere tali decisioni”. Un tema questo che ha già trovato il sostegno di Francia e Gran Bretagna, mentre per Berlino è prematuro parlarne. Un ‘no’ a mettere gli scarponi militari sul suolo ucraino che fa discutere, invece, è quello della Polonia, da sempre in prima linea nel sostegno a Kiev.
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