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“Campo largo” alla Patrimoniale: la sinistra torna alla carica con l’odiosa super tassa. Centrodestra: mai con noi

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Rieccola, rispolverata in tutto il suo alchemico miscuglio di odio sociale e castigo fiscale, dai meandri di un nebuloso campo largo rispunta la formula preferita dell’opposizione giallorossa: la patrimoniale. La solita, peregrina idea della sinistra che a orologeria rievoca lo spettro di una super tassa nello stesso momento in cui all’interno della maggioranza di governo si discute su come aiutare i cittadini a pagare le cartelle esattoriali arretrate che non sono riusciti a saldare. Un tempismo a dir poco inquietante, quello azionato da dem, Avs e pentastellati, e rilanciato dal fatidico terzetto sulla scia di una campagna partita nel luglio dello scorso anno dal presidente del Brasile Lula che ne parlò al G20 di Rio de Janeiro. E poi incoronata in Francia con l’introduzione di una tassa una tantum al 2% sui patrimoni sopra il miliardo di euro.

Patrimoniale Ue, l’aspirante campo largo rilancia l’odiosa super-tassa

Qui da noi, invece, il primo a ri-proporla è stato ieri il leader di Avs Nicola Fratoianni che, a margine di un convegno organizzato da Oxfam Italia dal titolo “Lotta alle disuguaglianze, contrasto alla povertà e politiche di welfare: il ruolo dei sistemi fiscali”, ha rimesso in campo la palla della odiosa gabella, giocando tra i dribbling delle diverse sfumature dei colleghi, pronti all’assist. E così: «La patrimoniale è una misura giusta, sacrosanta, utile di fronte a fenomeni di diseguaglianza sempre più crescenti», ha tuonato Fratoianni al dibattito sul fisco alla Treccani.

Fratoianni sgancia la bomba: patrimoniale? Una “misura sacrosanta”

Aggiungendo pure (se non fosse ancora abbastanza chiaro l’intento): «Continuiamo a pensare che sia urgente una patrimoniale sulle grandi ricchezze». Annunciando contestualmente di aver già «presentato emendamenti e proposte di legge. Esistono sistemi e strumenti in grado di controllare la fuga dei capitali all’estero, tema che di solito viene usato contro questa opzione. In ogni caso il tema della redistribuzione della ricchezza non può essere più eluso».

Per Conte è una “tassa intelligente”

Pronti a raccogliere l’invito lanciato da Fratoianni – anche se con declinazioni e sfumature diverse – gli immancabili Conte e Schlein. E se per il leader 5S bisogna «rafforzare i presidi di democrazia prima di rafforzare le politiche fiscali. C’è una iniquità di fondo del sistema ma non serve dire che serve una tassa, dobbiamo spiegare come si sta formando questa ricchezza» – ha detto Giuseppe Conte al dibattito sul fisco alla Treccani.

E per la Schlein non è più un tabù

Sostenendo poi con veemenza: «Dobbiamo lavorare a livello globale per introdurre forme di tassazione per contrastare le forme di capitalismo parassitario in modo intelligente» – per la segretaria del Pd «non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni, una tassazione sui super ricchi come ha proposto Lula. Ma va fatto almeno a livello europeo, perché con la volatilità del capitale è più efficace. Noi siamo aperti a discutere».

Tajani: «Finché noi saremo al governo non ci sarà alcuna patrimoniale per gli italiani»

Insomma, per Fratoianni una patrimoniale sarebbe una misura «sacrosanta». Per Conte una tassa «intelligente». E per Elly Schlein che gira intorno a quello che dovrebbe essere, di sicuro intanto non è più un tabù. Quello che non è chiaro, però, è quanto un’eventuale patrimoniale potrebbe far perdere in termini di investimenti in Europa e dunque di tasse da pagare. Di certo c’è, però, che sulla prospettiva di una patrimoniale tanto cara alla sinistra il governo di centrodestra oppone un fermo no. Con Tajani, tra gli altri, che proprio ieri sul punto ha ribadito: «Le tasse le devono pagare i giganti del web, questo sì. Le devono pagare come gli altri», confermando al tempo stesso che comunque «finché noi saremo al governo non ci sarà alcuna patrimoniale per gli italiani».

La formula magica preferita dalla sinistra: più tasse

Mentre in una nota Deborah Bergamini, vice segretario nazionale di Forza Italia, commenta: «L’aspirante campo largo ha rispolverato la sua formula magica preferita: più tasse. Pur tra sfumature diverse, la ricetta che accomuna le forze della sinistra è sempre la stessa: illudersi di ridurre le disuguaglianze attraverso politiche fiscali aggressive che deprimono l’economia e finiscono per aumentare, invece che ricomporre, il conflitto sociale. Per noi, al contrario, è inconcepibile qualsiasi proposta di patrimoniale o di iniziativa dirigista volta a mortificare e mostrificare l’imprenditorialità e i legittimi guadagni Le condizioni dei cittadini si migliorano con più riforme per più opportunità, non con la demagogia».

Patrimoniale Ue, i precedenti

Ma non è tutto. Come ricorda Libero in edicola oggi, «oltre al centrodestra c’è un precedente che fa tirare un sospiro a chi non sta con il partito delle tasse. Un progetto di patrimoniale a livello europeo era stato presentato al parlamento Ue nel 2023. L’emendamento al bilancio comunitario, presentato dalla Sinistra all’europarlamento, però, venne bocciato. Figuriamoci come potrebbe andare oggi con un parlamento frammentato e con una maggioranza appesa a un filo».

 

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