Anm, ora Parodi passa alla difesa delle correnti: “Sono espressioni della natura umana…”
Messo alla corda dai colleghi militanti, i pasdaran anti-Nordio, per aver osato chiedere un incontro alla premier Meloni (che si terrò il prossimo 7 marzo) il numero uno della Anm, Cesare Parodi, continua a districarsi a fatica in mezzo ai marosi. “Noi osteggiamo questa riforma non per difendere i magistrati ma per difendere le ragioni dei cittadini”. La precisazione, dai microfoni di Tagadà su La7, va nella direzione della lettera riparatoria rivolta ai colleghi. L’epistola circolata nelle chat nella quale è stato costretto a dire di essere ‘ontologicamente’ contrario alla riforma della giustizia targata centrodestra. Un’ossessione per rispedire al mittente le accuse di intelligenza con il nemico. E nella rincorsa alla difesa corporativa senza se e senza – nulla di strano per il capo di un sindacato – arriva alla lettura psicologica e decisamente imbarazzante delle correnti.
L’ossessione di Parodi: siamo contro la riforma nel nome dei cittadini
Primo punto: la riforma ‘liberticida’ firmata dal Guardasigilli è frutto di un racconto sbagliato sulla magistratura, attaccata ingiustamente. “La riforma è stata proposta e viene messa sul piatto perché si è formata in questi anni una narrazione sulla magistratura e sui magistrati che non corrisponde alla realtà”. Insomma tutte favole. “Non voglio dire che non ci siano stati problemi e crisi”, è costretto ad ammettere. “Ma il quadro generale che ne esce oggi è, secondo me e molti colleghi, sicuramente peggio di quanto non sia la situazione. Questo non è giusto. Questo è il terreno di coltura ideale per una riforma di questo tipo”.
“Le correnti? Sono espressioni della natura umana”
E le correnti interne alla magistratura che hanno affossato la credibilità delle toghe, anche nella percezione dell’opinione pubblica, mandando alle ortiche la terzietà e l’indipendenza? Anche qui soltanto bugie. “Problemi ci sono stati e chi vuole negarli, ma le correnti sono espressione della natura umana”, azzarda Parodi a La7. “Le persone che fanno lo stesso lavoro, in tutti gli ambiti e in tutti i Paesi, tendono ad aggregarsi in base alla sensibilità comune. E l comune modo di relazionarsi con la realtà”. Così il presidente dell’Anm in versione sociologo, decisamente a corto di argomenti.
“Il magistrato deve apparire autonomo, ma vive nella realtà”
“Nella magistratura questo fenomeno assume queste forme, ma la stragrande maggioranza dei colleghi che hanno ritenuto di riunirsi in questo gruppi hanno ottime intenzioni. Dopodiché – conclude – che in questi gruppi ci sono stati dei soggetti che magari hanno approfittato delle situazioni per interessi personali è capitato, ma invito a riflettere che capita un po’ in tutti i gruppi”. Calma e gesso anche sulle toghe politicizzate. Gli show colorati contro il governo nemico del popolo all’inaugurazione dell’anno giudiziario? “Il magistrato deve sicuramente apparire autonomo, indipendente e lontano dalla sua situazione personale”, premette bontà sua. Ma – attenzione – “questo non vuol dire che il magistrato è lontano dalla realtà, che non abbia un suo sentire e non possa, nell’ambito di manifestazioni rispettose delle istituzioni, avere anche delle sue personali convinzioni”
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