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Foibe da “silenziare”, bufera all’Europarlamento: la sinistra vuole censurare la mostra di FdI

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Strasburgo diventa teatro di un nuovo scontro, quello sulla memoria. Nove europarlamentari socialisti di Slovenia e Croazia hanno inviato una lettera alla presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, chiedendo la «rimozione» della mostra sulle foibe organizzata da Fratelli d’Italia. L’accusa è indecente: «Completo disprezzo dei fatti», «rappresentazione non veritiera», una narrazione che – sostengono – distorcerebbe la Storia e danneggerebbe il percorso di riconciliazione tra i popoli. Il partito europeo di Giorgia Meloni si indigna.

Europarlamento, la sinistra negazionista sulle foibe

Nel testo della missiva, i parlamentari croati e sloveni si spingono oltre, rievocando il passato con toni ideologici: «È assolutamente chiaro che le informazioni fornite sul tabellone presentano una rappresentazione estremamente dannosa della Storia recente di Slovenia, Italia e Croazia durante un periodo in cui generazioni in tutta Europa hanno sopportato immense sofferenze, principalmente a causa del regime fascista». E ancora: «L’Istria, la costa croata, la Dalmazia e le isole dell’Adriatico sono state liberate dal potere delle proprie armi, dall’adesione volontaria di massa alle brigate partigiane e dalla volontà del popolo».

Giordano: “Un atto di censura inaccettabile”

«La richiesta avanzata dai deputati socialisti sloveni e croati è un atto di censura inaccettabile», la risposta ferma arrivata dal deputato FdI e segretario generale di Ecr party Antonio Giordano. «Dimostra come certi settori della sinistra siano ancora intrappolati in una visione manichea del mondo», sentenzia.

Ma «nessuna vittima può essere dimenticata per ragioni ideologiche», dice Giordano. «Le foibe sono una tragedia documentata e riconosciuta dalla comunità europea: tentare di negarne l’esistenza o rimuovere una mostra che ne ricorda il massacro è un’operazione che non ha nulla a che fare con la ricerca della verità, ma solo con il tentativo di riscrivere la storia a proprio uso e consumo», prosegue. «È grave che nel Parlamento europeo si assista ancora a queste dinamiche, che tradiscono il principio stesso su cui si fonda l’Unione: il rispetto di tutti i popoli che ne fanno parte».

Fidanza: “Pagina molto buia per la politica europea”

Dura anche la replica di Carlo Fidanza, capo delegazione di FdI e vice presidente di Ecr party, che denuncia l’ennesimo tentativo di negare una tragedia storica e soffocare la memoria: «È una pagina molto buia per il Parlamento europeo».

L’eurodeputato ricorda anche che «durante l’inaugurazione della mostra, tutti gli intervenuti hanno sottolineato il valore della riconciliazione». Non a caso, erano presenti anche colleghi sloveni del Ppe, «il cui ultimo governo — precisa Fidanza — ha contribuito a svelare centinaia di foibe in cui il regime di Tito trucidò migliaia di innocenti».  Il ricordo, dunque, non si cancella con una lettera indignata, e non saranno «un manipolo di nostalgici filo-titini» a riportare nell’ombra il sacrificio degli italiani caduti nelle voragini carsiche.

Il precedente: le scritte vandaliche alla foiba di Basovizza 

L’attacco alla mostra sulle foibe in Europarlamento arriva a pochi giorni da un altro episodio che la dice lunga sul clima intorno a questa ferita storica: la vandalizzazione del monumento nazionale della foiba di Basovizza, alla vigilia del Giorno del Ricordo.

Nella notte tra venerdì e sabato, ignoti hanno imbrattato l’ingresso del sito con scritte oltraggiose, slogan del passato e messaggi negazionisti. In sloveno campeggiavano «Trst je naš» («Trieste è nostra») e «Smrt fašizmu, svoboda narodu» («Morte al fascismo, libertà al popolo»), mentre in italiano, sotto l’indicazione della foiba, qualcuno ha lasciato la beffarda annotazione: «è un pozzo». L’ennesima «triste conferma», come dice Fidanza, di chi a 80 anni di distanza, «non si rassegna a veder riconosciute le atrocità dei titini».

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