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“La Vedova nera”, il giallo di Del Ninno sulle orme di Montalban: il mistero di una scomparsa nella Roma del boom e della Dc

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La Vedova nera, il romanzo giallo di Giuseppe Del Ninno che punta sulle orme di Montalban alla risoluzione del mistero di una strana scomparsa nella Roma che oscilla tra boom economico, governi Dc e prime contestazioni, ruota attorno a un mondo letterario e cinematografico che non può prescindere da storia e costume del nostro passato, con riflettori puntati sul dopoguerra in particolare. Qualcuno ha scritto che certi romanzi, specie se a scriverli sono giganti come Tolstoj o Stendhal, dicono della storia più dei manuali universitari. C’è poi tutta una corrente di storici che ritiene utile approfondire gli aspetti della vita quotidiana, andando oltre il gran teatro delle battaglie e dei condottieri, dei capi politici e delle cancellerie: stiamo parlando della “Nouvelle Histoire” di Marc Bloch e di Lucien Febvre, di Jacques Le Goff e di Emmanuel Le Roy La Durie.

Il romanzo giallo di Del Ninno tra noir e thriller

Bene, fatte le debite proporzioni, su questa linea si pone il romanzo di Giuseppe Del Ninno, La vedova nera (Editore Bietti, pag.194 euro 18), ambientato nella Roma degli anni ’60 del 900. La trama fa indossare a protagonisti e comprimari i costumi e l’andamento del giallo, ma anche quelli del “noir” e della “spy story”. In realtà lo scopo dell’autore sembra essere quello di fornire la descrizione di una società, di una città, di abitudini sull’orlo di vorticosi cambiamenti. Dalla narrazione, insomma si riceva il ritratto dinamico di una città e dei suoi abitanti. Se si vuole, si può individuare un riferimento “alto” nel Vazquez Montalban che nei suoi polizieschi narra di una Barcellona in piena transizione dal franchismo alla democrazia.

Il giallo di Del Ninno tra governi Dc e contestazioni

Nel romanzo di Del Ninno siamo invece in procinto di passare dall’Italia del miracolo economico, ancora infervorata dalla volontà di ricostruire a prezzo di sacrifici un Paese distrutto dalla guerra, a quella di un’incipiente prosperità e, in apparente contraddizione, ad un’Italia dove, insieme con i primi sintomi di contestazione, convivono gli strascichi della tragedia bellica recente e i primi sintomi di una strisciante guerra civile. In questo contesto, s’inserisce la tranquilla routine di Ernesto Di Gianni, investigatore privato della Italmondo, gestita da un maresciallo dei Carabinieri della riserva, ambizioso e furbo.

Un detective alle prese col mistero: morte o fuga?

Ernesto invece veste i panni dell’uomo mediocre e solitario, senza vizi apparenti – tranne quello per le Nazionali senza filtro e per la televisione –. E senza traguardi nella vita. Le sue relazioni sociali si limitano ai colleghi, al vinaio di fronte all’ufficio e alla ragazza che prende nota delle inserzioni pubblicitarie sul Messaggero. E poi c’è Marisa, una prostituta “da appartamento” non più giovanissima, che funge anche da confidente… Della storia non diremo molto, e ancor meno del finale, come vogliono le regole di chi recensisce un giallo: si tratta della ricerca non si sa se di un morto o di un fuggitivo, che riserverà più di una sorpresa e farà provare al Di Gianni il brivido dell’avventura, ma anche il risveglio di una coscienza non solo professionale.

Sulle orme di Montalban, Roma come Barcellona?

Intanto, fuori dall’ufficio di Via Frattina, la storia – quella “grande” e quella “piccola” – procede imperterrita: cresce l’impegno Usa in Vietnam, si succedono i governi democristiani in Italia, la Chiesa vive la sua transizione post-conciliare, la televisione in bianco e nero trasmette Belfagor e Studio Uno… Anche per Di Gianni si profila qualche cambiamento, grazie all’indagine commissionatagli dalla “vedova” del titolo: intanto, ci sarà un decisivo ritorno a Napoli, e poi un’inattesa disavventura fuori Roma, tanto per ampliare il teatro dove si svolgono i fatti raccontati.

Noir tra cinema e editoria: un lungo piano-sequenza

Il libro si avvale di una circostanziata prefazione di Stenio Solinas e di una breve postfazione di Raffaele La Capria, che lo lesse e lo apprezzò in anteprima. Un’ultima annotazione: nel suo percorso di autore, Del Ninno si è occupato anche di audiovisivi (di cinema in particolare): al lettore attento non sfuggirà il taglio cinematografico del racconto, ricco di dialoghi e, soprattutto, svolto con la tecnica del piano-sequenza, con il protagonista che ci guida, pagina per pagina, con i suoi occhi e con i suoi pensieri anche ad alta voce, fino alla fine dell’indagine. E del romanzo…

Il giallo di Del Ninno: trama e personaggi

La Roma e la Napoli degli anni Sessanta. Un’afosa estate nella Capitale. E una misteriosa scomparsa. In questo romanzo, archeologia di un’Italia retrò fatta di bar diurni e notturni, battutacce in romanesco e giuliette parcheggiate in doppia fila, partite a scopa e bicchieri di vino prima di tornare al lavoro, con la politica che bussa in sordina, Giuseppe Del Ninno intreccia esistenze non comuni alla grande storia. Un detective è chiamato a risolvere un caso che vede confluire passioni private e misteri pubblici. Servizi segreti e un dopoguerra che sembra non voler finire mai. Una lettera uscita da un libro. La misteriosa paziente di un ospedale psichiatrico. E, motore immobile della storia, una singolare vedova, la cui vita svela misteri che sarebbe meglio non indagare.

Dalla prefazione di Stenio Solinas

«La televisione in bianco e nero trasmette Belfagor e Studio Uno. In Vietnam cresce l’impegno Usa. E a Roma apre il Piper. Come ogni anno, le avventure extraconiugali estive gonfiano gli introiti dell’agenzia d’investigazioni private dove lavora Ernesto Di Gianni. L’inattesa prosperità caratterizza la Roma un po’ cinica e un po’ indolente che fa da sfondo a un’indagine decisamente non di routine. Scapolo per pigrizia e quasi quarantenne per anagrafe, Ernesto vivacchia senza passioni, non legge, non va al cinema, mangia quello che gli capita, non si appassiona al calcio né alla politica.

Le sue amicizie sono quelle superficiali delle botteghe sotto l’ufficio, la sola relazione amorosa è con una prostituta non più giovanissima. Imbattutosi in un possibile delitto, comincia una personale investigazione, all’insaputa dei superiori, che lo metterà di fronte al dolore, ai fantasmi del passato, ai pericoli di un presente dove si mescolano passioni private e misteri pubblici, servizi segreti e un dopoguerra che sembra non voler finire mai. Su tutto, una singolare vedova, la cui vita cela misteri che sarebbe meglio non svelare»…

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