Foibe, il monito di Mattarella dal confine sloveno: «Nulla può far tornare indietro la storia»
«Nulla può far tornare indietro la storia che Slovenia e Italia hanno costruito e costruiscono insieme». Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dell’inaugurazione di Nova Gorica e Gorizia “Prima capitale europea della cultura transfrontaliera Go! 2025”. Un riferimento quello di Mattarella, anche se non citato direttamente, all’atto vandalico compiuto alla foiba di Basovizza, imbrattata con scritte in slavo.
Il monito di Mattarella: «Nulla può far tornare indietro la storia»
Mattarella ha partecipato con la presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, alla cerimonia si è svolta in piazza Transalpina, al confine tra Nova Gorica, in Slovenia, e Gorizia, in Italia. Al suo arrivo in mattinata, Capo dello Stato era stato accolto dalla Musar a Villa Vipolže. Durante l’incontro le ha consegnato l’onorificenza dell’Onore al merito della Repubblica italiana di Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone.
L’ambizione di Nova Gorica e Gorizia di «celebrare la cultura dei confini»
«Lavorando fianco a fianco nelle Istituzioni europee – ha detto Mattarella nel suo discorso – si è consolidata la fiducia reciproca e vi è maturato senso di appartenenza e di una ulteriore identità: la comune identità europea. Le differenze, le incomprensioni, hanno lasciato il posto a fattori che uniscono. Questo esprime il grande valore storico dell’Unione europea. Una cultura con tante preziose peculiarità nazionali, con più lingue, ma comune quella che, insieme, quest’anno le due città celebreranno. Nova Gorica e Gorizia ambiscono celebrare la cultura dei confini».
Il presidente della Repubblica ha sottolineato che questo è un «momento storico per le due città, Nova Gorica e Gorizia, per la Slovenia e l’Italia e per tutta l’Unione europea». «Un progetto – ha ricordato – lanciato su questa piazza nel 2021, ma che affonda le sue radici nel lungo percorso di amicizia e riconciliazione di cui i nostri due Paesi sono stati protagonisti e di cui possiamo essere orgogliosi».
La «via della cooperazione» come scelta possibile
«In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti, dall’abbandono della cooperazione come elemento fondante della vita internazionale, Slovenia e Italia – ha proseguito il Capo dello Stato – hanno saputo dimostrare che è possibile scegliere la via della cooperazione. Nella tragedia della Seconda guerra mondiale, un sopravvissuto ad Auschwitz, Roman Kent, ha osservato “non vogliamo che il nostro passato sia il futuro dei nostri figli. Con questo spirito abbiamo affrontato le pagine del dopoguerra, per scriverne una nuova».
«In questo percorso due elementi hanno fornito un contributo determinante: la comune appartenenza all’Unione europea e la cultura condivisa dai nostri popoli. Con l’ingresso della Slovenia nell’Unione europea, venti anni or sono, i nostri Paesi si sono ricongiunti in un percorso condiviso: e la Repubblica italiana – ha sottolineato Mattarella – è stata lieta di poter sostenere e accompagnare il processo di adesione, affinché i due popoli si ritrovassero a contribuire a un destino comune».
I «valori della convivenza» contro «l’oscurantismo della guerra che si è riproposto con l’aggressione russa all’Ucraina»
«Sconfitti gli orrori dell’estremismo nazionalista, che tanto male ha prodotto in Europa, riemergono i valori della convivenza e dell’accoglienza. Sono i valori che possono opporsi all’oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l’aggressione russa all’Ucraina. Essere capitale europea della cultura transfrontaliera, la prima con questa esperienza- significa avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo, dove si diffondono ombre, incertezze e paure. Significa indicare una strada di autentico progresso. È un compito che comincia oggi – ha concluso il Capo dello Stato – e per il quale mi affianco, con sincera amicizia, alla presidente Pirc Musar nell’augurarvi ogni successo».
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