L’Onu difende la Cpi da Trump e si spacca. L’Italia si sfila dalla Ue e non firma la censura anti-Usa
L’Italia non firma nessuna dichiarazione contro gli Usa e non sposa la “censura” di due terzi dei Paesi che aderiscono alle Nazioni Unite sulle sanzioni imposte da D0nald Trump alla Cpi, la Corte penale internazionale dell’Aja, accusata di perseguire crimini sovrapponendosi alla giurisdizione di grandi paesi democratici come gli Stato Uniti. Il governo Meloni, impegnato a sua volta in un contenzioso con la Cpi sul caso Almasri, per il momento non s’è unito ai 79 Paesi membri dell’Onu – i due terzi dei membri che hanno aderito al trattato istitutivo della Corte – che hanno condannato le sanzioni decise ieri dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nei confronti del tribunale internazionale dell’Aja.
La dichiarazione Onu contro le sanzioni di Trump alla Cpi
Ieri il presidente americano aveva firmato un ordine esecutivo che prevede multe e limiti ai visti per chi lavora per il tribunale dell’Aja, accusato di aver preso di mira Stati Uniti e Israele. Di fronte a questa eventualità, la posizione dell’Europa è netta. «Sanzionare la Cpi minaccia l’indipendenza della Corte e mina il sistema di giustizia penale internazionale nel suo complesso», scrive sui social António Costa, presidente del Consiglio europeo. «L’ordine esecutivo – aggiunge un portavoce della Commissione Ue – rappresenta una seria sfida al lavoro della Cpi con il rischio di influenzare le indagini e i procedimenti in corso, anche per quanto riguarda l’Ucraina, incidendo su anni di sforzi per garantire la responsabilità in tutto il mondo». Tra coloro che hanno applaudito l’ordine esecutivo di Trump c’è il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, stretto alleato dell’amministrazione Usa, che ha ringraziato su X il presidente americano per la «coraggiosa» decisione. A seguire, il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, che su X scrive: «È tempo che l’Ungheria riveda cosa stiamo facendo in un’organizzazione internazionale che è sottoposta a sanzioni statunitensi».
La lista dei paesi che hanno firmato contro le sanzioni Usa
Tra i paesi firmatari della dichiarazione contro le sanzioni Usa risultano: Afghanistan, Albania, Andorra, Antigua e Barbuda, Austria, Bangladesh, Belgio, Belize, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Capo Verde, Canada, Cile, Colombia, Comore, Costa Rica, Croazia, Cipro, Repubblica Democratica del Congo, Danimarca, Repubblica Dominicana, Estonia, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia, Germania, Ghana, Grecia, Grenada, Guatemala, Honduras, Islanda, Irlanda, Giordania, Lettonia, Lesotho, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Maldive, Malta, Messico, Mongolia, Montenegro, Namibia, Paesi Bassi, Nigeria, Macedonia del Nord, Norvegia, Panama, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica di Moldova, Romania, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, San Marino, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Slovacchia, Slovenia, Sudafrica, Spagna, Stato di Palestina, Svezia, Svizzera, Timor Est, Trinidad e Tobago, Tunisia, Uganda, Regno Unito, Uruguay, Vanuatu.
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