Scandalo click day, Pd in forte imbarazzo: le carte parlano chiaro. Ecco come il “sistema” si arricchiva sulla pelle dei migranti
Tempo scaduto sullo scandalo click-day che travolge il Pd: tra i nomi dei 36 arrestati c’è anche Nicola Salvati, tesoriere del Pd in Campania fino alle 19 di lunedì. Schlein e compagni non possono più permettersi il lusso di tacere o di dichiarare solo per contrattaccare il governo… Altro che Salvati chi? La tecnica dello struzzo, la strategia della scimmietta che non vede, non sente e non parla, non funziona più: l’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, che ha svelato un sistema criminale di sfruttamento dell’immigrazione irregolare, pesa come un macigno sul Pd.
Nomi, cognomi e intercettazioni alla mano, tra i 36 finiti al centro del mirino dell’inchiesta svetta il tesoriere campano del partito Nicola Salvati, altro fedelissimo del governatore De Luca. Elly Schlein e i suoi colleghi del Nazareno non possono più tacere. O meglio, non possono più guardare la pagliuzza nell’occhio degli avversari, quando la realtà investigativa e politica li chiama ad affrontare la trave che offusca la loro vista, ammutolendoli selettivamente.
Scandalo click-day, ora Pd e Schlein non possono più svicolare
D’altro canto, lo scandalo click day e le vicende che hanno colpito esponenti locali del Pd evidenziano come e quanto a sinistra il problema di una questione politica e morale non sia più procrastinabile. E meno che mai auto-censurabile. Anche perché, se ancora non bastasse, come riporta oggi Il Giornale in edicola, tra le carte dell’indagine spunta «a pagina 211 dell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip Giovanni Rossi del Tribunale di Salerno, il nome di Raffaele Nappi» che, «in un’intercettazione catturata dagli inquirenti il 22 gennaio 2022 sintetizza con mirabile chiarezza lo scopo “nobile” dell’organizzazione criminale»: «Facciamo soldi, facciamo, facciamo più soldi» (recita il testo dell’intercettazione)…
Altro che Salvati chi? Il giochetto delle tre scimmiette non funziona più…
Ma torniamo a Nicola Salvati, tra i 36 di cui sopra, tesoriere regionale del Pd in Campania, fino al minuto prima dell’arresto di lunedì per associazione a delinquere nell’ambito di un’inchiesta che prevedeva il pagamento di mazzette per fare entrare immigrati in Italia, senza che ne avessero titolo. Una brutta storia di malaffare sulla pelle dei migranti, che la sinistra dai social alle tv millanta di voler proteggere da una «destra xenofoba e razzista». Per non parlare poi della crociata pro-immigrazione che guru e profeti radical chic votati alla causa dem rilanciano a suon di accuse al governo disseminate in post, articoloni e dichiarazioni al vetriolo. Stavolta, la narrazione ha preso un’altra piega: e non è certo quella di una questione dettata da buonismi di sorta o dogmi intestati alla pietas dell’accoglienza…
Caso click-day, affari sulla pelle dei migranti, Salvati (Pd) in carica fino all’ultimo
Sì, perché come segnala l’inchiesta del Giornale Salvati è rimasto in sella in veste di «tesoriere del Pd in Campania fino alle 19 di lunedì». E solo all’atto del fermo dei carabinieri, scrive il quotidiano milanese, « il commissario del partito Antonio Misiani ne ha disposto la sospensione». E stavolta, sottolinea il servizio, «Schlein non può scaricare le colpe alla classe dirigente campana». Anche perché, ricostruisce l’indagine del Giornale, «nell’aprile del 2023, quando la segretaria Pd decide di fare pulizia nel partito in Campania spedisce il suo fido Misiani. Attenzione, c’è un passaggio importante: Misiani e Schlein azzerano tutti gli incarichi di vertice nel partito. Tutti a casa, tranne uno: quello del tesoriere. Poltrona che viene riaffidata a Nicola Salvati. Evidentemente sia Misiani che Schlein si fidavano del commercialista finito nell’inchiesta sul business dell’immigrazione illegale».
Pd e Salvati, la giostra delle ri-conferme fino all’ultimo minuto
Non solo. Prima di loro, prosegue il servizio, «anche Francesco Boccia (capogruppo Pd al Senato) nel 2022 da commissario Pd in Campania conferma Salvati come tesoriere». E così, di conferma in conferma, arriviamo finalmente a ieri quando «al posto di Salvati, Schlein ha spedito il tesoriere nazionale Michele Fina che ora dovrà verificare se il partito sia stato o no lambito dagli strascichi dell’inchiesta». Aggiornamenti a parte, il Pd procede a testa bassa e bocca chiusa: non una parola di scuse, non una spiegazione, una dichiarazione. Se non per la solita operazione di distrazione di massa mirata a ri-centrare i riflettori accusatori contro il governo.
I dem tra gioco del rimpallo…
Così, in questo caso, la replica dei dem non tarda ad arrivare. E dopo aver sospeso Salvati e incaricato il tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina, di assumere la gestione della tesoreria regionale, ecco l’asserzione “difensiva”: «Quanto al merito della vicenda, oltre ad averlo rimosso dall’incarico di tesoriere, dopo un secondo lo abbiamo immediatamente sospeso in via cautelare dall’anagrafe degli iscritti del Pd – sottolinea lo stesso Fina –. È giusto il caso di osservare che una ministra della Repubblica, rinviata a giudizio siede ancora tranquillamente al suo posto».
… E bordata a orologeria dei grillini
Insomma, al gioco delle tre scimmiette cede il passo quello del rimpallo da ping pong tanto in voga tra bambini litigiosi: «E allora tu?»… Ma tra rimbalzi e rinvii, c’è modo anche di far arrivare la prima cannonata sparata dagli alleati grillini: «Per qualsiasi percorso di alleanza, nazionale o territoriale, ci vuole la massima intransigenza» avverte il capogruppo alla Camera del M5s Riccardo Ricciardi ospite guarda caso (nomen omen?) di Ping Pong su Rai Radio.
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