Non solo un popolo di poeti e navigatori, al via la settimana Stem: anche così l’Italia investe sul futuro
Giunge alla seconda edizione la Settimana nazionale delle discipline Stem, istituita nel novembre 2023 su iniziativa della deputata di FdI, Marta Schifone, e celebrata per la prima volta lo scorso anno. La settimana, che ha lo scopo di avvicinare gli studenti alle materie scientifiche e tecnologiche, si apre oggi e sarà celebrata fino all’11 febbraio nelle università e nelle scuole italiane con una serie di iniziative, il cui scopo è «promuovere l’orientamento, l’apprendimento, la formazione e l’acquisizione di competenze nell’ambito di tali discipline, necessarie – spiega la legge istitutiva – a favorire l’innovazione e la prosperità della Nazione». «È un’iniziativa nella quale crediamo fortemente, perché riteniamo strategico per il futuro della Nazione far crescere nelle giovani generazioni l’interesse nei confronti delle materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, discipline sempre più al centro dei cambiamenti che i nostri sistemi economici, sociali e produttivi stanno attraversando», ha sottolineato il premier, Giorgia Meloni, in occasione dell’avvio della Settimana nazionale delle discipline Stem.
La settimana delle materie Stem: un investimento strategico sul futuro
«Secondo la Banca Mondiale, l’80% della ricchezza delle Nazioni più avanzate è rappresentata dal sapere. In questo scenario, le materie Stem – ha proseguito Meloni – stanno assumendo un ruolo sempre più determinante e offrono grandi opportunità e prospettive. Purtroppo, in Italia gli indicatori descrivono un disallineamento tra domanda e offerta. Per l’Istat solo un quarto dei laureati italiani tra i 25 e i 34 anni ha studiato materie Stem, e le imprese italiane dichiarano di avere difficoltà a trovare profili professionali con preparazione in queste discipline».
Meloni: «Il governo è determinato a vincere la sfida delle competenze»
«Il governo è determinato ad invertire questa tendenza, e ha già compiuto i primi passi in questa direzione», ha detto ancora il premier, ricordando «ad esempio, la riforma dell’istruzione tecnico-professionale per creare un collegamento stabile e strutturale tra i percorsi dell’istruzione tecnica e professionale, gli Its e le filiere produttive; l’istituzione del Liceo del Made in Italy che abbraccia materie umanistiche e materie Stem; gli incentivi per favorire l’assunzione in azienda dei titolari di contratti di ricerca e ricercatori o alle risorse stanziate per l’orientamento e il piano lauree scientifiche».
Università, scuole, famiglie, professioni: il richiamo del premier al «gioco di squadra»
«C’è ancora molto lavoro da fare, ma siamo convinti che il cammino intrapreso sia quello giusto», ha detto ancora il presidente del Consiglio, ricordando che «vincere la sfida delle competenze è decisivo per costruire una Nazione sempre più competitiva e protagonista delle grandi trasformazioni della nostra epoca. È un traguardo che possiamo raggiungere solo se siamo capaci di fare gioco di squadra, coinvolgendo in questa missione le famiglie, la scuola, le università, le imprese, gli ordini professionali, i luoghi di cultura e i mezzi di comunicazione». «Credere nel futuro dell’Italia vuol dire anche lavorare per formare le professioni e i professionisti del domani, contribuendo così a risvegliare quel coraggio e quella capacità di osare che sono innati nel nostro popolo e che hanno consentito alla nostra Nazione – ha concluso Meloni – di diventare quello che è».
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