Roma, peruviano 36enne ai domiciliari per stupro evade e violenta altra donna: stavolta va in carcere
La storia che arriva da Roma ha dell’incredibile, ma è vera: un peruviano 36enne, accusato di violenza sessuale, è evaso da domiciliari e ha stuprato ancora. L’ennesima dimostrazione che a volte le misure alternative, il braccialetto elettronico, e ogni qualsivoglia palliativo riservato a chi ha subìto una condanna per reati che hanno segnato una vittima nel corpo e nell’animo sono spesso inefficaci, arriva dalla capitale. E dal caso dell’immigrato sudamericano evaso dai domiciliari, dove si trovava per l’accusa di stupro, che ha dimostrato tutta la fragilità delle disposizioni alternative applicate. L’uomo infatti, nonostante il regime di restrizione a cui era sottoposto, è uscito da casa. È andato in discoteca. E lì avrebbe violentato un’altra donna.
Roma, evaso dai domiciliari dove era finito per stupro, violenta un’altra ragazza
Una storia, quella dell’immigrato peruviano arrestato e posto ai domiciliari per aver stuprato una ragazza immagine di 20 anni nei pressi di una discoteca a Roma, e poi evaso la sera stessa, quando avrebbe violentato un’altra giovane che aveva conosciuto in un locale da ballo, che fa venire i brividi. Di più. La vicenda, drammatica, e tragica per le vittime che l’hanno subìta, scuote le coscienze e scatena indignazione e rabbia. Oltre a un senso di frustrazione e di impotenza. E fa capo al 36enne peruviano C.A.S.M., conosciuto nelle discoteche romane come promoter e impresario di ragazze immagine. Una sorta di pr in azione in alcuni locali notturni della Capitale, già arrestato lo scorso 23 gennaio per violenza sessuale ai danni di una ragazza. E che, guarda caso, è stato nuovamente arrestato. E stavolta portato in carcere.
La prima violenza, i domiciliari, l’indisponibilità del braccialetto elettronico
Nella prima violenza, avvenuta lo scorso ottobre, la vittima sarebbe stata narcotizzata e poi stuprata dall’uomo che le avrebbe offerto un drink. Un caso che ha portato al fermo, in seguito alla denuncia, del trentaseienne. Che poi però, su disposizione del gip, è stato messo ai domiciliari. L’uomo a quel punto, approfittando dell’indisponibilità del braccialetto elettronico che avrebbe dovuto avere, e non ancora sufficientemente ricondotto alla ragione, la sera stessa è evaso ed è andato in una discoteca in zona Marconi. Qui, secondo l’accusa, avrebbe violentato un’altra ragazza, che poi lo ha denunciato. Per il trentaseienne peruviano questa volta il gip ha disposto il carcere.
La seconda volta scatta la misura con effetto più coercitivo
Stavolta niente scuse: ma c’è voluta un’altra violenza per arrivare a misure più stringenti. L’uomo infatti, accusato di uno stupro avvenuto la notte tra l’11 e il 12 ottobre scorso ai danni di una giovane in una discoteca nella zona Tiburtina, nonostante fosse stato arrestato su richiesta della Procura della Capitale il 23 gennaio, ha potuto usufruire degli arresti domiciliari, che pure non ha rispettato. E approfittando oltretutto anche della indisponibilità del braccialetto elettronico, si è allontanato da casa. E dopo aver raggiunto un locale nella zona di Viale Marconi avrebbe preso di mira una altra vittima, che lo ha poi denunciato per le molestie. Da qui la nuova misura cautelare: questa volta con effetto più coercitivo. Finalmente.
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