Fratelli d’Italia rilancia il dibattito su ambiente ed energia: “Basta ecofollie, sì al pragmatismo”
Fratelli d’Italia chiama a raccolta il gotha della maggioranza per smascherare le contraddizioni di un ambientalismo ideologico e per ridefinire i confini di una politica energetica che non lasci indietro le imprese e la crescita economica. «Un partito conservatore è ecologista per definizione», esordisce Pietro Senaldi, introducendo il convegno Ambiente ed energia: contro le eco follie per un futuro realmente sostenibile. Il riferimento etimologico non è casuale: «Òikos significa casa e non può che essere un tema affine al centrodestra».
Rampelli: “Essere l’avanguardia planetaria della fusione piuttosto che la retroguardia della fissione”
Nella maestosa cornice della Sala Koch del Senato, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli dà il via alla discussione. «Il prezzo dell’energia in Italia, rispetto ad altre nazioni europee negli ultimi cinque anni, è tra i più alti d’Europa. Sicuramente il più alto tra i paesi fondatori dell’Ue. E dobbiamo chiederci come mai. Abbiamo una grave perdita di competitività per le imprese, e per l’Italia è un problema ben più grave che per altri Paesi». L’energia, dunque, non può essere trattata come un dogma ideologico, ma deve essere governata con pragmatismo: «La fusione nucleare è la grande prospettiva sulla quale la ricerca sta facendo passi da gigante. Dobbiamo puntare a essere l’avanguardia planetaria della fusione piuttosto che la retroguardia della fissione».
Foti: “L’ambiente non può essere coperto dal velo ideologico”
A rincarare la dose è il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, che lancia un monito chiaro: «Se non ci muoviamo per rompere questo muro del sospetto che c’è ancora oggi rispetto ad alcune tecnologie, probabilmente continueremo a essere dipendenti da terzi». E attacca le rigidità europee, avvertendo sulle conseguenze di una transizione imposta senza criterio: «Il Green deal non deve essere un’ideologia. Nel mondo le emissioni sono aumentate del 52%. L’Europa si è attivata bene, ha ridotto le emissioni del 30%, gli Usa del 24%, il Giappone del 21%. Ma la Russia, l’India e la Cina le hanno aumentate sensibilmente».
«Non commettiamo l’errore di scrivere decarbonizzazione e leggere deindustrializzazione perché altrimenti l’Europa si candida a essere “un giardinetto per anziani”, vista la crisi demografica, non un protagonista dell’economia mondiale». Un avvertimento quello di Foti.
Un piano per le aree interne
Foti annuncia poi un piano per rilanciare le aree interne: «Bisogna cambiare il meccanismo di intervento. Nei prossimi giorni presenteremo il piano per la strategia delle aree interne che prevede un cambio di passo: bisogna portare servizi in quelle aree e occorre che le Regioni abbiano un riferimento per coordinare gli interventi». Un cambio di prospettiva per un’Italia che non vuole abbandonare i suoi territori più fragili.
Malan: “L’Europa non può fare finta di nulla. Basta alla ecofollie”
Non meno incisivo è Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, che sottolinea la svolta impressa dal governo Meloni: «L’Europa non può fare finta di nulla rispetto a quello che avviene a livello internazionale. Non si possono portare avanti misure che minano la competitività di moltissime nostre aziende, a cominciare da quelle automobilistiche, industriali e agricole. È arrivato il tempo di dire basta alle eco follie». Un affondo che trova il plauso della platea.
Rotelli: “Qui c’è tutto tranne che un ambiente negazionista rispetto al clima”
Mauro Rotelli, deputato e presidente della commissione Ambiente, con il suo intervento zittisce una volta per tutte la sinistra. «Qui c’è tutto tranne che un ambiente negazionista rispetto al clima. È giusto che noi si faccia la nostra parte, ma c’è un ambientalismo di maniera che per noi è incomprensibile. Sulle rinnovabili abbiamo già consumato 18mila ettari di terreno agricolo, e non è più praticabile. Ci sono più campi di fotovoltaico che coltivabili». La difesa dell’ambiente, insomma, non può diventare la tomba dell’agricoltura.
Sull’ambiente: ritornare al pragmatismo
«Dobbiamo valutare le conquiste della scienza quando si palesano. L’approccio deve essere quello individuato dal presidente del Consiglio», spiega inoltre Riccardo Zucconi, anche lui deputato FdI. La scelta tra crescita e decrescita, avverte inoltre Fabrizio Penna, è ormai un bivio ineludibile, «serve rispolverare quel pragmatismo che si è perso un po’ con il Green deal, che aveva un approccio ideologico».
Sui dazi di Trump, Foti risponde
A margine, Tommaso Foti lancia un’apertura di credito su Giorgia Meloni come mediatrice tra Europa e Trump: «Una parte significativa dell’industria europea vede impegnato capitale statunitense. Occorre trattare con gli Usa con fermezza e pragmatismo, senza ideologie. Qualcuno non ha ancora digerito che Trump ha vinto, ma non è colpa sua: è merito degli elettori che lo hanno votato».
Infine, l’eurodeputato Nicola Procaccini non lesina critiche all’ipocrisia europea sui dazi: «Trump fa paura, fa tremare l’Europa. In primis per i dazi, in secondo luogo per la questione armamenti e spesa per la difesa. Ma l’Europa gioca su due tavoli: mentre sostiene l’Ucraina, continua ad acquistare gas liquido dalla Russia. E sapete chi lo fa? Non l’Italia, ma la Francia di Macron. Il piccolo Napoleone. La seconda è il Belgio, dove ha sede il Parlamento europeo e la terza è la Spagna dei socialisti Sánchez e Ribera. Dunque, torniamo nei panni degli americani, Trump vede questo e chiede all’Ue di essere più giusta».
La sua conclusione attinge a un aforisma di Giuseppe Prezzolini: «Il conservatore è un freno all’utopia e agli utopisti, che si innamorano di idee mai sperimentate e che, quando si realizzano, si rivelano ben diverse da come se le immaginavano».
L'articolo Fratelli d’Italia rilancia il dibattito su ambiente ed energia: “Basta ecofollie, sì al pragmatismo” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.