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Luca Marinelli ci ha preso gusto a fare il Duce: “Non vedo l’ora di girare la seconda stagione”

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Non lo dite alla nonna di Luca Marinelli, che al nipote ha trasmesso i geni antifascisti, ma l’attore romano dopo le pene iniziali ci ha preso gusto a interpretare il Duce. Appena terminata la messa in onda su Sky delle otto puntate della prima stagione, torna d’attualità quanto lo stesso protagonista, in un primo tempo riottoso, ha dichiarato nel corso di un’intervista a Fanpage, chiedendogli come si ponesse rispetto all’ipotesi di rientrare nei panni del dittatore: “Di certo la storia non è finita, siamo arrivati solo alla nascita di una dittatura”, aveva detto Marinelli, aggiungendo: “Questa prima stagione è stata una fatica grande, ma un’esperienza gigantesca. Poter rilavorare con tutte queste persone sarebbe una gioia e spero ci sarà la possibilità”.

La nonna di Luca Marinelli non voleva che il nipote facesse il Duce

Sono quindi state presto dimenticate le angustie palesate dallo stesso attore, straziato dal ruolo, così luciferino. Lui che si era cimentato anche nei panni del supercriminale dei fumetti, Diabolik e del losco e laido antagonista nel film Lo chiamavano Jeeg Robot. Si era commosso, a Venezia era quasi scoppiato in lacrime palesando la difficoltà a risultare convincenti nei panni del Duce. Un atteggiamento che, Marcello Mastroianni, in un’intervista che è tornata di attualità in risposta indiretta al Duce penante Luca Marinelli, reputava piuttosto ridicolo. “Fare l’attore è un mestiere bellissimo, ti pagano per giocare. Non capisco chi fa finta di essere tormentato dal personaggio”. Ma lui era Mastroianni…

Il Financial Times firma uno spot alla serie Sky

A voler essere maliziosi, ha pagato il pubblico strazio dell’autore di M., Antonio Scurati e del suo protagonista. La serie, già presentata a settembre in pompa magna al festival del cinema di Venezia, ha ricevuto anche un encomio dal Financial Times. Più che una serie ‘M – Il figlio del secolo’ “è un ritratto complesso del male” che “attinge a tutto, dall’arte futurista al cinema di Federico Fellini e Paolo Sorrentino e alla techno”. Un mix che può suonare “incongruo” ma che “sullo schermo è assolutamente elettrizzante”. Così – alla vigilia della trasmissione nel Regno Unito, da domani su Sky Atlantic – il Financial Times ‘promuove’ la serie con Luca Marinelli, “straordinario come Mussolini” di cui “non solo cattura l’imponente fisicità e il potere retorico dell’uomo forte, ma ne sfoglia gli strati per rivelare l’anatomia del suo mostruoso machismo, le sue insicurezze e le frustrazioni personali”. Il quotidiano parla di “un dramma tonificante e non convenzionale che ripercorre l’ascesa del movimento fascista”, una serie che “non è tanto un riassunto della storia quanto un’immersione in un tempo e in un luogo” ma anche “un incontro fastidiosamente intimo” condotto con un “approccio audace e provocatorio” dal regista Joe Wright.

Ma soprattutto – si sottolinea – “la serie si sforza anche di mostrare come e perché Mussolini è stato in grado di sedurre milioni di persone”. “Non c’è bisogno di dire che un altro demagogo populista, appena tornato al potere, incombe su questa serie, anche prima che Mussolini giuri di ‘rendere di nuovo grande l’Italia'”: perché – conclude il Financial Times – il monito di ‘M – Il figlio del Secolo’ è soprattutto sul “quanto velocemente la democrazia può essere smantellata”.

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