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Delmastro, crolla il castello della sinistra. L’ex capo del Dap: “Nessuna rivelazione di segreto d’ufficio”

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Si sbriciola il castello delle sinistre sul caso Cospito. Non c’è stata nessuna rivelazione di segreto d’ufficio da parte del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Lo sostiene l’ex capo del Dap Francesco Basentini, ora pm a Roma, sentito come testimone nel processo che vede imputato Delmastro per rivelazione di segreto. “Se il ministro ha conferito una delega a un soggetto che può essere un sottosegretario, quel soggetto è abilitato, secondo il mio punto di vista, a conoscere il contenuto degli atti a limitata divulgazione”. Così l’ex capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che ha redatto l’ordine di servizio interno che limitava la diffusione di certe informazioni. Operazione che lui stesso ha spiegato rispondendo in Aula alle domande delle parti.

Cospito, Delmastro poteva divulgare le notizie

“La situazione di gestione di protocolli degli atti presentava dal mio punto di vista delle criticità evidenti. Il rischio era che chiunque al Dap, attraverso il protocollo informatico ‘Calliope’ del dipartimento per la circolazione degli atti, ne venisse a conoscenza. Per quello intervenni con un ordine di servizio sulla limitata divulgazione. Constatai che alcune notizie che dovevano essere segnalate a me venivano veicolate alla stampa”. Basentini, però, sottolinea e conferma che la “limitata divulgazione” era rivolta al personale interno. “L’obiettivo – ha aggiunto – era quindi fare in modo che dai nostri uffici venissero a conoscenza di determinati atti solo chi ne aveva diritto”.

Bignami: la sinistra dovrà inventarsi un’altra polemica

Tra i primi a commentare il capogruppo di FdI a Montecitorio Galeazzo Bignami. “Le parole in tribunale confermano l’infondatezza delle accuse rivolte ad Andrea Delmastro. Oggi, infatti, l’ex capo del Dap Francesco Basentini ha precisato che l’ordine di ‘limitata divulgazione’ riguardava esclusivamente gli uffici del Dap e non il ,inistero della Giustizia, come invece era stato erroneamente sostenuto. Questa precisazione dimostra che il sottosegretario Delmastro non ha mai violato alcun limite nella gestione degli atti legati al caso Cospito”.

La Procura di Roma aveva già chiesto l’archiviazione

Bignami prosegue ricordando che già la Procura aveva chiesto l’archiviazione, ma “nonostante l’imputazione, il proseguimento del processo sta rafforzando la trasparenza e la correttezza dell’operato di Delmastro. Questo ennesimo sviluppo conferma che le accuse erano prive di fondamento. Confidiamo che, a breve, il caso sarà definitivamente archiviato, ristabilendo la piena integrità del ministro. Purtroppo – conclude –  le sinistre dovranno inventarsi una nuova polemica per svolgere la loro opposizione”.

Maschio: crolla tutto l’impianto accusatorio

Di crollo di tutto l’impianto accusatorio su Delmastro parla Ciro Maschio. “Appare evidente che Delmastro non aveva nessun obbligo di non divulgare quegli atti, come abbiamo sempre sostenuto e rivendicato”, commenta il presidente della Commissione Giustizia della Camera. “La Procura stessa aveva chiesto l’archiviazione ma, dopo l’imputazione coatta, adesso è lo stesso sviluppo delle udienze a rendere giustizia al sottosegretario Delmastro. Il cui operato è sempre stato trasparente, corretto e assolutamente entro il perimetro delle norme”.

Montaruli: non ha violato alcuna restrizione, lo abbiamo sempre detto

Anche Augusta Montaruli, deputata di FdI, sottolinea che il sottosegretario alla Giustizia, messo nel mirino dalle opposizioni, non ha violato alcuna restrizione nella gestione degli atti relativi alla vicenda Cospito. “Lo abbiamo sempre sostenuto. Ora, con il proseguire delle udienze, emerge con ancora maggiore chiarezza la correttezza del suo operato. Ci auguriamo che questa vicenda si concluda al più presto. E si possa porre fine a una polemica costruita su basi inesistenti e restituendo a Delmastro il pieno riconoscimento della sua integrità istituzionale”.

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