L’Ue si sveglia sulla Difesa: per la prima volta leader “in ritiro” «per una maggiore responsabilità»
All’ordine del giorno c’è la difesa, ed è la prima volta che i leader europei si ritrovano in un summit interamente dedicato al tema. Ma tutti i rumors della vigilia concordano nell’integrare l’ordine del giorno con il tema dei dazi, che Donald Trump ha indicato come imminenti anche per l’Ue. Benché, dunque, la riunione di oggi a Bruxelles non sia né un Consiglio europeo, né un vertice informale – ma piuttosto un “ritiro informale” o un “brainstorming”, come lo ha definito un funzionario Ue – è comunque considerata di primaria importanza per questioni ormai ineludibili sul tavolo dei 27. Giorgia Meloni, come gli altri leader, è attesa al Palais a partire dalle 9.30, per i doorstep con la stampa. Alle 11 si aprirà la prima sessione, con una discussione sulla situazione geopolitica. Alle 15 si aprirà una seconda sessione di lavori tra i leader. A conferma dell’importanza della riunione, vi saranno anche due “ospiti” esterni alle cancellerie Ue: il segretario generale della Nato, Mark Rutte, e il premier britannico Keir Starmer, attesi rispettivamente a pranzo e a cena.
Il primo summit tra leader Ue interamente dedicato alla difesa
Il vertice è stato voluto dal presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa per favorire una discussione meno ingessata tra i leader. Effetto anche questo dell’accelerazione impressa dall’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. Sebbene il mondo fosse in fiamme già prima, infatti, i leader Ue non avevano mai affrontato la materia in via esclusiva, continuando a inserirla invece come tema a latere di altri ordini del giorno. L’altra prima volta è costituita dalla presenza di un premier britannico, mai ospitato dopo la Brexit. Quanto a Rutte la sua presenza è considerata determinante in un vertice che discute di difesa e che, inevitabilmente, incrocia quello della presenza Ue all’interno della Nato e della cooperazione tra le due istituzioni.
Finanziamenti, industria, cooperazione e Nato: i temi sul tavolo
Più nel dettaglio la discussione sul rafforzamento della difesa europea ruoterà intorno a una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’Ue per la propria difesa, attraverso il rafforzamento del finanziamento al comparto, dell’industria militare e della cooperazione tra gli Stati membri e tra l’Ue e la Nato. Ucraina e Medio Oriente, segnali giunti dagli Usa, riassetto della Nato fanno da cornice, in una discussione che si apre dopo che 19 Stati membri, tra i quali l’Italia, hanno firmato una lettera indirizzata alla Commissione in cui si sollecitano fondi comuni per la difesa, attraverso il sostegno della Bei, la Banca europea di investimenti.
La lettera di invito di Costa: «L’Europa deve assumersi una maggiore responsabilità»
«L’Europa deve assumersi una maggiore responsabilità per la propria difesa. Deve diventare più resiliente, più efficiente, più autonoma e un attore più affidabile in materia di sicurezza e difesa. Così facendo, diventerà anche un partner transatlantico più forte, anche nel contesto della Nato, nel pieno rispetto della politica di sicurezza e difesa di alcuni Stati membri e tenendo conto degli interessi di sicurezza e difesa di tutti gli Stati membri», ha scritto Costa nella sua lettera d’invito, sottolineando che «negli ultimi anni, gli Stati membri hanno già aumentato la loro spesa nazionale per la difesa. Sappiamo tuttavia che sono necessari ulteriori investimenti sostanziali».
Il pressing dell’Italia per un passaggio necessario a rende l’Ue «gigante politico»
Si tratta di temi che vedono l’Italia in prima fila da tempo e che sono stati anche al centro della telefonata tra Meloni e Costa del 21 gennaio e di quella con il cancelliere tedesco Olaf Scholz del 26 gennaio. Da sempre infatti il premier italiano sottolinea l’importanza della difesa nel processo che deve portare l’Ue a farsi, finalmente, «gigante politico» da «gigante burocratico» qual è stato troppo a lungo.
Cosa ci si aspetta dal summit Ue sulla difesa
Trattandosi di una riunione informale, non è prevista l’adozione di dichiarazioni o conclusioni, ma «nessuna conclusione non vuol dire nessun risultato», hanno fatto notare fonti Ue. Ci si attende comunque che a fine giornata il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e il presidente di turno, il premier polacco Donald Tusk si presentino alla stampa, per presentare l’esito delle discussioni. L’obiettivo che trapela è poter dare conto di un piano di sintesi, che, al di là delle differenti posizioni tra gli Stati membri, sappia mettere insieme le risposte condivise per il futuro della difesa europea.
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