Sinner apre un canale Youtube, Kyrgios va fuori di testa e ne spara un’altra delle sue. E con Jannik che lo ignora la rabbia monta…
Niente, proprio non ce fa: Nick Kyrgios sembra aver trovato la sua ragione di esistere (almeno sui social) solo nell’attaccare gratuitamente e insultare biecamente il campione Sinner. E dopo l’imbarazzato silenzio in cui si era rifugiato dopo i trionfi australiani del numero uno del mondo, ora il tennista australiano ormai più devoto alla causa anti-Jannik che alla vittoria sul campo da tennis, torna alla carica con i soliti toni e la solita, inspiegabile, virulenza.
Sinner, la saga dei post al vetriolo di Kyrgios non conosce tregua
E allora, su X, il tennista australiano che ha riservato ai suoi (pochi) sostenitori la maxi delusione di un rientro sul tappeto di gioco subito esodato nella sconfitta e nell’esclusione da Brisbaine sia nella competizione individuale che in quella giocata in coppia con l’ami-nemico Nole Djokovic, ha criticato per l’ennesima volta il numero uno al mondo, commentando con il suo proverbiale sarcasmo al vetriolo la notizia dell’apertura del canale YouTube dell’azzurro. Un’idea, quella del tennista altoatesino, nata probabilmente per raccontare la sua vita in campo e fuori e per interagire maggiormente con i propri fan.
L’azzurro apre un canale Youtube e tanto basta per far impazzire l’australiano
Eppure per Kyrgios si è rivelata un’occasione per prendersela nuovamente con il suo inarrivabile rivale. «Può raccontarci il dietro le quinte di quello che è successo un anno fa? Chiedo per un amico» ha scritto Kyrgios in un commento social con chiaro riferimento al caso Clostebol affrontato dall’italiano. Poi, non ancora pago, e dovendo espiare il dovuto silenzio seguito alla conquista di Jannik al terzo slam di fila, dopo le affermazioni Atp e il trionfo azzurro della Davis, l’australiano ha provato anche a rincarare la dose.
Il solito, stanco ed esacerbato riferimento al doping…
E rispondendo a un utente (a uno dei pochi commenti che non lo deridono umiliandolo sulle motivazioni di gelosia e invidia che lo indurrebbero a postare tanto e tanto veleno) ha aggiunto: «Ha aperto un canale YouTube. Si spera che abbia il dietro le quinte di quello che è successo un anno fa. Il team dei media sta lavorando a lungo, amico. Disgustoso».
Kyrgios, l’instancabile anti-Sinner ne spara un’altra delle sue
Un ritorno in grande stile livoroso, quello di Kyrgios, che ancora una volta non scalfisce minimamente l’azzurro, che continua a ignorarlo e a relegare nell’umiliazione del silenzio tante e tali invettive sanguinose. Una ripresa delle ostilità internetiche, quella dell’australiano ormai fuori gioco dopo una lunga assenza sui campi per infortunio, e un ritorno in cui forse sarebbe stato meglio non imbarcarsi, che arriva a qualche giorno dalle ultime sortite social. Quando il tennista australiano si era divertito ad associare una parola ai vari protagonisti della scena tennistica di ieri e di oggi.
Kyrgios contro Sinner tra giochi di parole e allusioni velenose
Allora, Novak Djokovic era stato definito «Goat», ovvero “Greatest of all time”, il più grande di sempre. Mentre con meno originalità ancora si era impegnato a etichettare Federer come il «bello: perché è stato il giocatore più bello da veder giocare». Poi non sono mancati i riferimenti a Nadal (emblema, a sua detta, del concetto di «competitività»). E a Serena Williams: definita semplicemente (e assai poco originalmente) una «campionessa». E Sinner?
Ma come avrebbe fatto se non ci fosse stato il caso doping?
Per lui, il tennista in disarmo che ha appeso al chiodo la racchetta e armato il pugno di mouse e polemica tossica e ingiustificabile, ha architettato un irriverente gioco di parole: «Cluster bowl», locuzione che dovrebbe fare riferimento a una ipotetica competizione. La scelta di Kyrgios, è evidente, serviva solo in funzione di una semplice assonanza con la parola “Clostebol”, la sostanza a cui Sinner è stato trovato positivo lo scorso anno e per cui affronterà, il prossimo aprile, la definitiva sentenza del Tas dopo il ricorso presentato dalla Wada.
Zero originalità, astio a profusione
Poca inventiva, molto veleno: tutto come al solito insomma, per l’ennesima dimostrazione di come, di fronte al campione altoatesino – con cui gli sarebbe pressoché impossibile confrontarsi sul campo – al povero Nick non restano che poche parole, giochi di assonanze, e tanto fumo. Lo stesso che sparge sui social per distrarre l’attenzione dai suoi fin troppo ripetuti e annunciati flop mimetizzati ad arte…
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