Foibe, vergogna Anpi: rivolta a Udine contro il monumento a Norma Cossetto. Gli eventi riduzionisti
Si avvicina il giorno del ricordo dei martiri delle foibe, il 10 febbraio, ed ecco proliferare eventi, dichiarazioni, iniziative “giustificazioniste” della tragedia italiana. I partigiani slavi di Tito, il comunismo vengono messi in secondo piano e l‘Anpi sta veicolando la tesi che è stata tutta colpa dei fascisti. Il Comune di Milano a guida Pd per quella data ha concesso ai partigiani la Casa della Memoria: qui si terrà l’evento dal titolo “Nel giorno del ricordo” che, oltre al presidente provinciale Primo Minelli, vedrà la partecipazione del deputato dem Gianni Cuperlo. Ma ospite “speciale” sarà lo storico riduzionista delle foibe Eric Gobetti. Ricordiamo il suo libro più famoso “E allora le foibe?” portatore di una versione riduzionista di quella immane tragedia. Il titolo provocatorio verso la destra suscitò la rabbia di chi da sempre ha sostenuto una battaglia di verità. L’anno scorso accadde lo stesso, però a Torino, dove lo storico fu invitato a tenere una donferenza nell’approssimarsi del 10 febbraio.
A Milano a ricordare le foibe sarà lo storico riduzionista Eric Gobetti
Non solo Milano. A Piacenza a ricordare l’esodo giuliano-dalmata saranno anche in questo caso i partigiani: due giorni prima della ricorrenza un incontro pubblico nell’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano dal titolo: “Dalla foiba di Basovizza al lager del Duce ad Arbe”. L’evento sotto l’egida dell’Anpi vedrà la proiezione di un filmato con l’obiettivo di dare «la giusta funzione al Giorno del Ricordo». Indovinate qual è? «Quella di ricordare e sottolineare che le grandi tragedie e sofferenze dei popoli, quelle stesse del giorno d’oggi, nascono dai nazionalismi alimentati dalle ambizione di sopraffazione e di dominio sugli altri». Non solo: la vicenda delle foibe chiama in causa «la responsabilità del regime fascista italiano», afferma il presidente provinciale Anpi, Romano Repetti, sul sito Piacenzasera.it.
L’Anpi e gli eventi giustificazionisti delle foibe
Arriviamo poi a Vercelli, dove fino all’11 febbraio sarà allestita, sempre sotto l’egida dei partigiani, la mostra “Quando morì mio padre”: frutto del materiale raccolto direttamente dalla sezione Resistenza degli Archivi di Stato sloveni. Racconti e disegni, fatti nelle scuole del territorio liberato tra le città slovene di Ribnica e Kocevje dai bambini internati nei campi di concentramento nazifascisti. Non una parola sugli infoibati, sulla tragedia immane degli italiani vittime degli orrori di Tito. Macché, la mostra ha lo scopo di «richiamare l’attenzione sulle atrocità commesse dal fascismo italiano durante le guerre di aggressione; tener viva anche nell’opinione pubblica italiana e nelle generazioni più giovani la memoria storica dei campi di concentramento del regime; memoria ancora fortemente presente in Slovenia, dove numerose furono le vittime di quegli orrori e di quei crimini».
L’Anpi contesta il monumento a Norma Cossetto
Il giorno del ricordo privato del suo significato profondo tocca il suo apice odioso a Cividale del Friuli (Udine): dove l’Anpi è arrivato a contestare l’autorizzazione da parte della giunta di centrodestra per la collocazione di un monumento ricordo di Norma Cossetto: la studentessa istriana sequestrata, violentata e uccisa nei pressi della foiba di Villa Surani nel ’43. Perché la contestazione? Perché «Non è un’operazione neutra», è la posizione della locale sezione dei partigiani. Il delirio non ha fine: si tratta «dell’ennesima iniziativa ideologica: volta a parole a ricordare una persona “uccisa perché italiana”; ma che nei fatti celebra l’italianità più violenta e aggressiva che contrassegnò il confine orientale».
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