Lavoro, 180mila nuovi posti per giovani e donne. L’Ue: il piano italiano necessario e appropriato
«Necessarie, appropriate e proporzionate». L’Italia incassa una nuova importante “promozione” in Europa in merito alle politiche economiche e, nello specifico, per l’occupazione. La Commissione Ue ha dato il via libera alle misure a sostegno del lavoro di giovani e donne residenti al Sud. Si tratta di un pacchetto da 1,1 miliardi di euro, previsto dal decreto Coesione e in parte finanziato con il Fondo sociale europeo plus (Fes+), con il quale il governo, insieme alle altre misure disposte dal decreto, conta si possano creare 180mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato.
Foti: «Meno pressione sul lavoro è obiettivo strategico non solo per l’Italia, ma per tutta l’Ue»
«L’investimento di 1,1 miliardi di euro è un passo in avanti importante per creare nuove opportunità di lavoro a tempo indeterminato e rafforzare così le politiche occupazionali nella nostra Nazione, riducendo i divari territoriali. Alleggerire la pressione della disoccupazione, soprattutto nel Mezzogiorno, è un obiettivo strategico non solo per il governo Meloni, ma per tutta l’Unione europea», ha commentato il ministro per gli Affari europei, le Politiche di Coesione e per il Pnrr, Tommaso Foti.
Calderone: «Un successo per il governo e una grande opportunità per il Paese»
Di «un successo per il governo Meloni e una grande opportunità per il Paese intero», ha parlato poi il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone. «Come abbiamo detto in occasione dei numeri record sull’occupazione in Italia, raggiunti in questi due anni di governo, c’è ancora tanto da fare e proprio giovani e donne – ha sottolineato il ministro – sono i veri valori aggiunti che possono dare un’ulteriore spinta alla partecipazione di sempre più italiani al nostro mondo del lavoro, rafforzando così il nostro tessuto produttivo».
La Commissione Ue: «Misure necessarie e appropriate». E studiate per «evitare abusi»
La Commissione, oltre ad aver valutato come «necessarie, appropriate e proporzionate al raggiungimento dell’obiettivo» le misure varate dal governo ha anche sottolineati che prevedono «le sufficienti garanzie per evitare abusi e distorsioni della concorrenza». Il via libera Ue apre la strada all’approvazione dei decreti attuativi dei bonus giovani e donne previsti dal decreto Coesione. Il piano prevede l’esenzione dai contributi previdenziali obbligatori per i datori di lavoro che assumono giovani e donne con contratti a tempo indeterminato. L’importo massimo dell’aiuto sarà di 650 euro al mese per lavoratore, ridotto a 500 euro per i giovani che risiedono al di fuori del Mezzogiorno. Per essere ammissibili, i contratti dovranno essere stipulati entro il 31 dicembre 2025, con una copertura di 24 mesi dall’assunzione.
Il piano da 1,1 miliardi per la creazione di 180mila posti di lavoro per giovani e donne
Il piano di sostegno all’occupazione previsto dal decreto Coesione contiene anche una serie di ulteriori incentivi, costruiti nel rispetto della normativa aiuti di Stato ma esentati dall’autorizzazione preventiva della Commissione europea, a favore di giovani e donne su tutto il territorio nazionale sia in relazione all’attività di lavoro dipendente sia per le attività di lavoro autonomo (imprenditoriale e libero-professionale), nonché a favore di disoccupati di lungo periodo nel Mezzogiorno.
FdI: «Le imprese potranno investire senza il peso di un fisco opprimente»
«È una grande vittoria per l’Italia e un’ulteriore conferma dell’impegno del governo Meloni nel promuovere il lavoro stabile e duraturo», hanno commentato gli europarlamentari di FdI-Ecr, Francesco Torselli e Chiara Gemma, sottolineando che il piano è «un intervento concreto» per l’occupazione e «darà alle aziende la possibilità di investire sul futuro del Paese senza il peso di un fisco opprimente». «Il governo Meloni ha dimostrato ancora una volta di essere dalla parte di chi lavora e di chi crea lavoro. Continueremo a lavorare affinché l’Europa sostenga misure di questo tipo, che – hanno concluso i due europarlamentari – incentivano la crescita e mettano al centro il merito».
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