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Secolo d'Italia.it
Январь
2025

Albania, toghe senza pudore. Anche la Corte d’Appello sfida il governo: dietrofront per i 43 migranti

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Ci risiamo: nuovo stop delle toghe che impone in rientro in Italia dei 43 migranti dall’Albania, probabilmente nella tarda mattinata di domani. I giudici della Corte d’appello di Roma hanno sospeso il trattenimento dei migranti, in prevalenza bengalesi ed egiziani nei centri di rimpatrio. Un altro schiaffo dei magistrati al governo dopo gli avvisi di garanzia sul caso Almasri. Un’altra mossa a orologeria in cerca della spallata all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. L’obiettivo è chiaro: sbarrare la rotta verso l’Albania delegittimando l’intesa siglata tra Roma e Tirana, un progetto capofila in Europa, che ha destato l’interesse di Bruxelles.

Albania, nuovo stop dei giudici: la Corte d’Appello sospende il trattenimento

I migranti (tutti provenienti da paesi sicuri previsti dal decreto approvato dal governo) erano partiti tre giorni fa con la nave Cassiopea verso l’Abania e al momento si trovano nel centro di Gjader. I giudici, questa volta della Corte d’Appello, hanno sospeso il giudizio rimettendo gli atti alla Corte europea di Giustizia, in attesa della Sentenza sui Pasi sicuri, prevista per il prossimo 25 febbraio. La decisione ha come effetto immediato il ritorno in Italia dei migranti: il trasferimento dovrebbe avvenire in tarda mattinata, probabilmente a bordo di un mezzo della Guardia Costiera. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il governo è al lavoro per superare “anche questo ostacolo”.   Il ministro gli Affari europei Tommaso Foti assicura che il governo andrà avanti. “Siamo di fronte all’ennesima riaffermazione, di una parte della magistratura, di volere stabilire quali Paesi siano o meno sicuri, sostituendosi al decisore naturale che è invece il governo. In attesa della pronuncia della Corte di Giustizia dell’Ue, il governo Meloni proseguirà con determinazione nell’attuazione delle riforme promesse ai cittadini”.

I 43 migranti dovranno tornare in Italia

Decisione ‘copia e incolla’. I giudici della Corte d’Appello, che ora ha competenza in merito dopo il trasferimento dei fascicoli dalla sezione immigrazione dei tribunali, per decongestionare il carico di lavoro, hanno riprodotto lo stesso schema dei colleghi del tribunale di Roma. Identica la motivazione già adottato dalle toghe, per ben due  volte, a ottobre e novembre. Anche allora bloccarono la convalida dei trattenimenti, emessi dalla questura di Roma, del primo gruppo di migranti trasferiti in Albania. Identico lo stratagemma dilatorio per sabotare l’accordo Roma-Tirana firmato dalla premier Meloni e dal presidente albanese Rama: rimandare il dossier alla Corte europea.

Malan e Foti: incredibile, la Corte d’Appello ignora la Corte di Cassazione

Sconcerto da parte di Fratelli d’Italia. “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del governo”. Così il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan, che esprime “profondo stupore”.

Nuovo aiuto delle toghe alla sinistra che brinda

Ma il gioco è chiarissimo, come dimostrano le reazioni delle sinistre che si precipitano a brindare al “fallimento” dell’operazione. In casa delle opposizione è una gara: a partire da Elly Schlein, che brucia tutti sul tempo parlando di “clamoroso fallimento” di Meloni e di soli buttati al vento.  Matteo Renzi è il più avvelenato: “Immagino che la sorella d’Italia sappia che dovrà pagare di tasca propria per questo assurdo spreco di soldi pubblici”.

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