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Secolo d'Italia.it
Январь
2025

Germania, intesa storica tra Cdu e i “cattivi” dell’Afd: più controlli e porte chiuse ai migranti

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In Germania è caduto un tabù. Dopo anni di isolamento politico imposto all’Afd, il partito sovranista di destra è stato determinante nell’approvazione di una mozione dei cristiano-democratici al Bundestag, scatenando una tempesta politica e mediatica. La sinistra, come da copione, alza il solito grido d’allarme: “neonazisti”, “pericolo per la democrazia”, “scivolamento nell’oscurità”. Eppure, a guardare i numeri, la vera paura sembra essere un’altra: il crescente consenso popolare per chi offre risposte concrete alla crisi migratoria e al malcontento sociale.

L’amara vittoria di Merz

Friedrich Merz, guida della Cdu, vince eppure si trova costretto a giustificarsi. Per la prima volta nella storia tedesca, la Cdu vede passare una propria mozione con i voti di Alternative für Deutschland, mettendo fine al cordone sanitario che per anni ha tenuto il partito di Alice Weidel e Tino Chrupalla — entrambi leader — ai margini della Bundespolitik. Con 348 voti favorevoli, 345 contrari e qualche utile astensione dei deputati dei rosso-bruni di Sahra Wagenknecht, la mozione sulla sicurezza e il rafforzamento dei controlli migratori è passata, nonostante le urla e le invettive dei Verdi al governo.

Ma se Merz ha portato a casa il risultato, non ha potuto festeggiare. Anzi, è stato costretto a precisare che «una decisione giusta resta giusta anche se votata dalle persone sbagliate», quasi a scusarsi per il sostegno ricevuto da Afd. E qui sta l’assurdità: una misura considerata necessaria dalla stragrande maggioranza dei tedeschi viene trasformata in una questione morale, solo perché sostenuta anche da chi, secondo la narrazione dominante, non dovrebbe avere diritto di parola.

Orban esulta per l’Afd, Merkel ammonisce

La notizia sta facendo il giro d’Europa e il premier ungherese Viktor Orbán non perde occasione di dire la sua: «Buongiorno Germania! Benvenuta nel club!». E Weidel replica: «Buongiorno Ungheria! Grazie Victor, sono felice di fare parte del club!». In parallelo il patron di X, vedendo il movimento riposta la foto del team di partito.

Ma mentre il premier e i leader celebrano «l’inizio di una nuova era», Angela Merkel alza il dito ammonitore. L’ex cancelliera, da sempre paladina del centrismo accomodante, ha criticato duramente Merz, ricordandogli il discorso del 13 novembre, quando aveva promesso di non costruire maggioranze con la destra di Weidel. «Ritengo sbagliato aver consentito consapevolmente una maggioranza con i voti dell’Afd», ha dichiarato, parlando di «grande responsabilità politica nazionale» e chiedendo a tutti i partiti democratici di lavorare insieme «con toni moderati» e «sulla base del diritto europeo applicabile», al fine di «prevenire in futuro attacchi terribili come quello di Magdeburgo».

L’ipocrisia della sinistra: “Nazismo”

Anche il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz tuona contro Merz, definendolo «un giocatore d’azzardo» e accusandolo di portare la Germania sulla strada dell’Ungheria.

Eppure, il vero problema non è chi ha votato la mozione, ma il fatto che il governo tedesco si rifiuta di affrontare il caos migratorio. I compagni tedeschi si trincerano dietro le accuse di “populismo” e “estrema destra“, ma nel frattempo gli attacchi come quello di Aschaffenburg – in cui un afghano ha ucciso un bambino di due anni e il suo soccorritore – dimostrano che il lassismo degli ultimi dieci anni.

Non è un caso che la Cdu abbia presentato mozioni per rafforzare i controlli alle frontiere, accelerare le espulsioni e incarcerare gli irregolari recidivi. E non è un caso che AfD abbia colto la palla al balzo per sostenerle. Se Scholz e i Verdi si rifiutano di fare ciò che persino la Danimarca e la Svezia stanno già facendo, qualcuno dovrà pur riempire il vuoto lasciato dai socialisti.

La fine del tabù Afd in Germania

La realtà è che questo voto potrebbe segnare l’inizio di un vero e proprio «cambiamento nella politica e nelle migrazioni», come dice il co-leader Tino Chrupalla in diretta radiofonica. La destra identitaria è ora al secondo posto con oltre il 20% dei voti in vista delle elezioni del 23 febbraio, e si dichiara pronta a formare una coalizione con l’alleanza di centro-destra Cdu/Csu dopo gli scrutini, nonostante Merz abbia sempre frenato su quest’ipotesi.

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