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Secolo d'Italia.it
Январь
2025

Campo largo defunto e Schlein restò sola. Conte dice sì Franceschini: marciare divisi è bello

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Centrosinistra in ordine sparso, il lodo Franceschini per battere la destra (niente coalizione, niente programmi comuni, l’Ulivo non tornerà) piace a Giuseppe Conte. Ci mette un po’ a rispondere alle sollecitazione dell’ex ministro e segretario di provata fede democristiana, poi sgancia un nuovo siluro all’indirizzo di Elly Schlein.  “Rispettare la diversità per poi colpire uniti», dice il leader 5Stelle. “È compatibile con le sensibilità della mia comunità che si è autodefinita progressista indipendente. Lavoreremo sulle modalità. Il nostro obiettivo prioritario è creare un’alternativa a questo governo”.

Conte dice sì al logo Franceschini: marciare divisi

L’idea è semplice e fotografa plasticamente l’impasse delle opposizioni. Per evitare altri cinque anni di Meloni, Franceschini tira fuori l’asso nella mancia: ognuno vada per la propria strada perché non ci sono margini per marciare insieme. All’insegna del realismo, tutto si deciderà dopo il voto. Invece che costruire una classica coalizione contro la destra – missione impossibile – l’ideona è fare un accordo limitato alla quota maggioritaria della legge elettorale. Niente federatori, candidati premier né programmi alternativi alla destra. Visione d’insieme? Priorità programmatiche? Disegni alternativi alla maggioranza? Per Franceschi e Conte sono un dettaglio, meglio trincerarsi dietro lo scudo del rispetto delle diverse sensibilità del campo extralarge mai decollato.

Niente programmi, niente leader, ora e sempre desistenza

Che fare? “È sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali per battere i candidati della destra”, ha detto Franceschini a Repubblica una settimana fa sparigliando il campo. Tatticismo e neppure troppo raffinato. Ognuno andrebbe da solo nella parte proporzionale (che determina il 64 per cento degli eletti), salvo concordare una sorta di desistenza nei collegi uninominali.

Schlein sotto assedio, addio per sempre campo largo

Il lodo Franceschini, che fa orrore alla coppia Fratoianni-Bonelli e piace ai cespuglietti di Renzi e Calenda, risolverebbe la rissosità e l’incompatibilità delle opposizioni su tutti i temi caldi dell’agenda politica. Ma si preannuncia un terremoto con il Nazareno. “Io penso che sia assolutamente improponibile fare alleanze dopo il voto senza minimo comune denominatore – eccepisce Angelo Bonelli. “Sicuramente non si può riproporre la stagione dell’Unione e dell’Ulivo, che è consegnata alla storia, ma un minimo comune denominatore di 4 o 5 punti programmatici è inevitabile. Si rischia che marciando divisi si perda di brutto”.

Marciare divisi e colpire insieme, ma la legge elettorale?

Un incubo per Elly Schlein che infatti non si sbilancia troppo ma non ci dorme la notte. La ricetta dell’ex ministro della Cultura la coglie in contropiede. Che ne pensa della proposta di marciare divisi? “Preferisco i temi concreti, non entrerei in questo dibattito”. Conte invece è pronto. È l’ultima mazzata per Elly sempre più sotto assedio. Il battesimo di Comunità democratica, l’ala catto-dem alla ricerca del centro perduto. E poi Delrio,  il sindaco Beppe Sala, Pierluigi Castagnetti, Lorenzo Guerini ed Ernesto Maria Ruffini, il federatore in pectore.

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