Filippo Mosca, fine dell’incubo: lasciata la prigione lager di Bucarest è in cella a Viterbo. La madre: è stato disumano
La vicenda di Filippo Mosca, detenuto in «condizioni disumane» tra ratti ed escrementi nel carcere di Porta Alba di Costanza in Romania, ha scosso le coscienze e indignato l’opinione pubblica, diventando un caso rilanciato sui media internazionali. Una vicenda che, tra sgomento e indignazione, si trascinava da tempo, un tempo incalcolabile per chi, come il 30enne italiano detenuto nel carcere di Bucarest in condizioni disumane, ha dilato orrore e paura, sfiducia e sconcerto insopprimibili, con buona pace del grido di allarme e di dolore lanciato dai familiari e dai fautori di una campagna social che sembrava non sortire esiti. Una vicenda, che il legale e la madre del giovane hanno denunciato dal primo istante in tutta la sua drammaticità.
Filippo Mosca torna in Italia: trasferito nel carcere di Viterbo
Fino a oggi pomeriggio, quando al culmine di un’odissea giudiziaria che sembrava senza ritorno, il trentenne di Caltanissetta, arrestato in Romania nel 2023 per traffico internazionale di stupefacenti, e detenuto nel carcere di Bucarest, è stato estradato in Italia. Il giovane siciliano si trova adesso nel carcere di Viterbo. Filippo è appena atterrato in Italia – si legge sulla pagina Facebook Giustizia per Filippo Mosca –. La parentesi, infinita, rumena finisce qui. Resta l’incubo di tutto il male subito in questi due anni, cicatrici insanabili al cuore, al corpo e all’anima. Resta un futuro, il suo, incerto e ancora in salita… ma è a casa».
Un’odissea passata per l’orrore di un carcere lager
Parole a cui familiari, amici e sostenitori della “causa” Mosca affidano l’annuncio liberatorio che aggiorna la vicenda del giovane siciliano, condannato a 8 anni e tre mesi di carcere insieme all’amico Luca Cammalleri, per cui la Corte d’appello di Caltanissetta aveva già disposto l’estradizione nel mese di novembre. Dunque, la svolta c’è stata: e il sollievo per l’avvenuto trasferimento trasuda da ogni commento social postato in tempo reale. Dopo quasi un anno e nove mesi di detenzione in Romania, Filippo Mosca è tornato in Italia e si trova in carcere a Viterbo. In questa drammatica vicenda giudiziaria che ha coinvolto lui, condannato alla dura detenzione romena insieme all’amico Luca Cammalleri, anche un’altra giovane italiana il cui nome non è mai venuto allo scoperto.
Filippo Mosca, la tenacia di una madre
Ma più che i nomi e i fatti di un arresto e di una carcerazione ancora tutta da spiegare, oggi fanno rumore le parole della madre di Filippo, Ornella Matraxia, da sempre in trincera sul caso che ha sconvolto la vita del figlio e destabilizzato chi l’ha seguita tra interminabili attese e speranze naufragate nel tempo, fino ad oggi, quando, ancora una volta, la donna ha rilanciato: «Per lui in Romania condizioni disumane». Del resto, da quel terribile 3 maggio 2023, quando il figlio è stato arrestato, la donna non ha mollato un attimo la presa. Battendosi per la sua scarcerazione, convinta dell’innocenza di Filippo che ha sempre respinto le accuse formalizzate dai giudici romeni.
«Condizioni disumane, in cella a Bucarest tra ratti ed escrementi»
Giudici che, ricorda il Tgcom24 nel servizio dedicato al caso, «hanno più volte detto no, nel corso di questi mesi, alla richiesta della difesa degli arresti domiciliari. Mentre l’amico Luca Cammalleri, invece, «sarebbe stato trasferito nel carcere di Viterbo già a dicembre». Ma queste non sono le ore delle polemiche o delle recriminazioni: questo è il momento del sollievo e della soddisfazione. «Chiaramente mi sento un po’ sollevata – ha commentato infatti a caldo la madre del trentenne – per il fatto che intanto si sia chiusa la parentesi romena, così dura. Adesso si apre una nuova fase in cui continueremo a lottare». Concludendo: «Ora combatteremo contro quello che è un vero e proprio accanimento contro i nostri ragazzi. Poterlo fare nel nostro Paese sicuramente sarà più semplice, così come sarà più semplice dar voce a questa storia».
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