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Stupri di Capodanno a Piazza Duomo, in arrivo il reato di molestie islamiche: iniziativa della Lombardia

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I fatti di piazza Duomo, con le molestie sessuali la notte di Capodanno a Milano si stanno configurando come ricoducibili alla pratica islamica del taharrush gamea: l’aggressione di massa alle donne per umiliarle. I casi e le denunce formlizzate sono sotto l’egida della Procura di Milano che sta indagando in questa direzione. Le testimonanze del gruppo di ragazze del Belgio sono determinanti. E il ministro dell’Interno Piantedosi in un recente question time lo ha ribadito.  “L’Autorità giudiziaria sta accertando il quadro delle responsabilità, facendo piena luce anche al fine di verificare, come sembra, se si sia trattata di una pratica organizzata ascrivibile al cosiddetto “Taharrush Gamea“. Si inquadra nella prevenzione di fatti così gravi l’iniziativa partita dalla Lega che ha come perno l’introduzione nell’ordinamento giuridico del “reato di violenza sessuale di gruppo durante gli eventi di massa, manifestazioni pubbliche, in luogo pubblico o aperto al pubblico”.

Cosa prevede il “pacchetto contro l’islamizzazione”: iniziativa della Lega

Un’iniziativa che ha come primo firmatario l’onorevole Igor Iezzi. Lo leggiamo su Libero. L’iniziativa è ad ampio spettro, prevede proposte di legge al Parlamento nazionale, mozioni nei Consigli regionali (si parte in Lombardia) e interrogazioni all’europarlamento. Il fine, dunque, è la creazione di questo reato odioso, che andrebbe a colmare una lacuna nel nostro ordinamento. Il quale «non prevede una fattispecie specifica per le molestie sessuali», dice Iezzi: «Finora, a seconda dei casi, i comportamenti sessualmente molesti o sono stati integrati alla violenza sessuale, nei casi più gravi; o derubricati a violenza privata».

Molestie islamiche: proposta di legge della Lega

L’ iniziativa fa parte di un «pacchetto contro l’islamizzazione» di cui si è discusso al Pirellone, sede del Consiglio regionale della Lombardia che prevede altre due due proposte di legge al Parlamento: «La prima proposta presentata riguarda l’aumento dei reati per i quali viene tolta la cittadinanza– prosegue il deputato del Carroccio -; la seconda mira ad impedire nei luoghi pubblici l’uso del burqa o di qualunque altro copricapo che celi il volto della persona che l’indossa». Una proposta, questa,  che si rifà a un’analoga legge entrata in vigore in Svizzera dal primo gennaio di quest’anno.

No al burqua nelle scuole

Il burqa potrà essere usato in alcuni luoghi come i luoghi di culto. Ma una volta in strada o in altro luogo pubblico, il copricapo dovrà essere tolto. Silvia Scurati della Lega ha ricordato che questa disposizione potrà a dare piena attuazione di una delibera regionale sul tema, che venne approvata nel 2015 durante la presidenza Maroni».

Parlamento, consigli regionali ed europarlamento saranno coinvolti

Il terzo tassello di questo “pacchetto” coinvolgerà Bruxelles. Lo spiega Silvia Sardone – tra l’altro più volte minacciata per le sue battaglie anti islam e finita sotto scorta -: «Con queste azioni vogliamo che la Lombardia si metta alla testa di questa battaglia. Siamo vicini al punto di non ritorno. In Italia, a Milano, ci sono già zone dove vige la legge della shari’a e che, come via Padova, sta diventando un ghetto, nel silenzio di Beppe Sala e della sinistra». Dunque, la battaglia europea avrà come primo step un’interrogazione per sapere perché «molte campagne informative vedono donne col capo e il volto coperto. Questa non è l’immagine dell’Europa. E quegli indumenti rappresentano un vero e proprio simbolo di sottomissione della donna».

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