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La pernacchia “futurista” ai gufi di sinistra? Arriva (persino) dai compagni innamorati della Mostra…

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L’Ambaradan di intellettuali, media e influencer di sinistra aveva condannato la mostra sul futurismo ancor prima dell’inaugurazione. “È un disastro male assortito, organizzato da un comitato scientifico inadeguato” dicevano e scrivevano ovunque lanciando campagne di sabotaggio per gettare fango sulla mostra e sugli organizzatori. D’altronde per capire l’impegno di questa campagna denigratoria basti pensare che sono stati scomodati financo il New York Times e il Paìs, probabilmente sollecitati dalla sinistra nostrana che gli ha fatto giungere notizie catastrofiche sull’esposizione organizzata a Roma.

Ma il tentativo di far fallire la mostra, nonostante le fatiche di Report, il sudore di Repubblica, l’enfasi di Fanpage, numeri alla mano, è miseramente fallito. Simongini, curatore della mostra dichiara “l’affluenza di pubblico è in crescita costante e attualmente si attesta su 800-1.000 visitatori nei giorni feriali fino ai circa 4.500 tra sabato e domenica”. Ironia della sorte, a contribuire alla sconfitta della campagna denigratoria, è stata proprio quella parte politica che l’aveva organizzata. Infatti politici, intellettuali e giornalisti di sinistra, veduta la mostra, si sono ricreduti.

C’è chi dice “bella”: da sinistra

“Ci sono più di 300 opere. Un’occasione straordinaria per conoscere un periodo dell’arte italiana così importante” racconta entusiasta Paolo Gentiloni, ex Premier del PD, di fronte all’idrovolante futurista, al centro della sala principale della mostra. Segue l’ex Ministro emiliano Delrio che considera l’esposizione “bellissima ed emozionante che va vista con gli occhi davvero aperti, senza pregiudizi” (lo dici a noi?). “È una mostra importante che riporta a casa diverse opere”, commenta Maria Elena Boschi, per non parlare dell’euforico David Parenzo che visita con tutta la famiglia la mostra e scrive sul suo account instagram “Grandi e piccoli alla mostra sul futurismo: da vedere per capire un pezzo di Storia del 900”.

Denigratori all’italiana

Eppure bastava aspettare l’avvio della mostra per capire che quella organizzata dal Ministero alla Galleria Nazionale dell’Arte Moderna era una grande occasione per celebrare e riscoprire il Futurismo. Bastava aspettare eppure in molti hanno preferito gettarsi a capofitto nella solita campagna fatta di fango e illazioni giusto per colpire Meloni, Sangiuliano e Giuli non capendo che alla fine, l’unica a essere veramente danneggiata, era l’immagine dell’Italia all’estero.

Ma per fortuna il bombardamento mediatico preventivo non ha sortito gli effetti sperati dai bombardatori. La mostra è ricca di opere e sono migliaia le persone che la stanno visitando. I professionisti della disinformazione impareranno la lezione? Probabilmente no ma gli consigliamo di cambiare strategia, per il bene dell’Italia.

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