Foti: “Chi si oppone alle riforme poi si deve confrontare. Sul Pnrr in linea col cronoprogramma”
«Premesso che è legittimo non essere d’accordo, la riforma ha avuto almeno un primo responso di legittimazione nel voto della Camera. Credo che, dopo le proteste, bisognerà avere la capacità di volersi confrontare». Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, il Pnrr e la Coesione, parlando della riforma della separazione delle carriere. E sottolinea: «Non c’è nessuna volontà di sottoporre il pm al potere politico. Il punto di equilibrio è che non vi siano più commistioni nei due ruoli. La politica deve fare la politica, l’ordine giudiziario svolgere le sue funzioni».
L’intervista del ministro agli Affari europei al Corriere
Sulla riforma del premierato Foti spiega: «Prosegue, con l’ampiezza del confronto che si impone». Quanto al Pnrr dice: «Siamo in linea con il cronoprogramma» del Pnrr e «abbiamo già raggiunto 337 dei 621 obiettivi prefissati, ovvero il 54 per cento. Ne rimangono 284 e, se raggiunti, avremo gli ultimi 54 miliardi». Per il ministro agli Affari europei, «la spesa totale dipende da quanto spendono le amministrazioni interessate, comprese regioni e comuni. Complessivamente a oggi siamo a 61 miliardi su 120 che ci sono stati liquidati. E le difficoltà dell’inizio, quando l’anticipo era del 30 per cento, dovrebbero essere superate visto che ora si può accedere subito al 90 per cento», ha aggiunto Foti.
Foti: Sul Pnrr gira troppo la parola proroga
L’esponente di FdI ha poi spiegato: «Sento che inizia a girare troppo la parola ‘proroga’. Fa più male che bene. Abbiamo tempi stretti. Ora è tempo di accelerare anche perché’ non dipenderebbe dal governo ma dalla Ue. Quindi è meglio invertire la narrazione e sbrigarsi», ha proseguito il ministro. Anche nella giustizia, sono stati raggiunti gli obiettivi del Pnrr, nonostante il caos nei tribunali: «Sicuramente la situazione è buona per il raggiungimento degli obiettivi previsti fino al 2024. Mi auguro che nei prossimi 18 mesi siano raggiunti anche quelli per i restanti anni. Perché una giustizia efficiente è un vantaggio per i cittadini”, ha concluso Foti.
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