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Non arrivano i commissari Rai per Ranucci: al massimo torna Rex. Smentita l’ultima bufala della sinistra

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Arrivano i commissari per Sigfrido Ranucci e i conduttori Rai scomodi? Neanche per sogno. Gli unici commissari pienamente titolati in Rai restano quelli delle fiction e delle repliche di Rex e del Commissario Ricciardi.

«Un attacco alla professione giornalistica; un modo ulteriore per mettere sotto stretto controllo l’informazione del servizio pubblico». A lanciare l’allarme l’Usigrai, storico braccio sindacale della sinistra in Rai. Un allarme lanciato dopo la circolare dell’amministratore delegato Rai in cui si annuncerebbero i commissari sui programmi giornalistici dei Generi, quelli «che realizzano alcuni tra i programmi televisivi più visti della tv pubblica».

La nota allarmata del braccio sindacale della sinistra in Rai

Con un documento diffuso venerdì l’amministratore delegato Gianpaolo Rossi «annuncia che il controllo editoriale sui programmi non è più dei Direttori di Genere o dei conduttori e autori dei programmi, ma viene affidato a delle non meglio precisate strutture editoriali» denuncia l’Usigrai che punta l’indice sul documento scritto «in termini ambigui e approssimativi. Non si capisce cosa siano queste nuove strutture, chi siano questi responsabili editoriali, in base a quali requisiti e competenze vengano scelti. A cosa servono e perché ora? Per controllare come richiesto da politici o, peggio, tv concorrenti, i pochi programmi che ancora fanno informazione? Per rispondere alle richieste di chi non tollera i giornalisti che fanno domande? Così si rischia di azzerare il lavoro che oltre 150 giornalisti da anni svolgono nei programmi di rete, ancora senza testata. Per metterlo alle dipendenze di un coordinatore amministrativo, in palese violazione della Legge sulla Stampa che prevede la presenza di una testata registrata, a garanzia dei principi di indipendenza della professione giornalistica».

La replica dei colleghi di Unirai: i commissari in Rai sono fake news

La replica non si fa attendere e arriva da parte degli stessi colleghi Rai, non iscritti al sindacato rosso di viale Mazzini. A fare chiarezza è il sindacato dei giornalisti Unirai, che definisce «surreale polemica quella sollevata da Usigrai, Pd, Avs e M5s sull’istituzione di commissari editoriali nelle direzioni di genere daytime e approfondimento».

In realtà, «la circolare interna – spiega Unirai – ricorda testualmente, a seguito di un audit aziendale, che ‘tutti i programmi devono essere assegnati ad una struttura formalmente istituita con l’indicazione di un responsabile editoriale della struttura stessa’, cioè si richiama al rispetto della corretta organizzazione gestionale, editoriale, amministrativa, che prevede appunto la figura del capo struttura, senza mai indicare fantomatiche creazioni di sovrastrutture o commissari editoriali. Il burocratese, purtroppo vigente anche nelle comunicazioni interne Rai, può certamente rendere difficile l’interpretazione immediata di alcuni documenti, ma dai colleghi giornalisti Usigrai ci si aspetterebbe la capacità di un’onesta verifica delle informazioni invece che infondati allarmismi atti solo a fomentare strumentali attacchi politici contro il Servizio Pubblico». 

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