Anno giudiziario, domani lo show delle toghe militanti contro Nordio: Costituzione e coccarda
“La magistratura è impegnata a realizzare i più alti valori espressi dalla Costituzione, uno sforzo che necessita di essere accompagnato da un contesto improntato al rispetto reciproco fra le varie Istituzioni dello Stato”. Così la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Roma, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella e del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha ribadito le ragioni della riforma (“si presenta nuova, ma per quanto riguarda l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, con una chiarezza cartesiana di rocciosa solidità”).
La protesta delle toghe militanti contro la riforma Nordio
Ma le toghe militanti si preparano, come da copione, ad alzare i toni con show e ammutinamenti vari a metà tra folklore e livore di casta. Proteste a catena in tutta Italia in occasione delle inaugurazioni dell’anno giudiziario, che scatteranno al momento dell’intervento del rappresentante del Guardasigilli. Uno strano modo di collaborazione tra le istituzioni. A Milano, al grido “La Costituzione non si tocca” è già tutto pronto per ‘boicottare’ l’inaugurazione dell’anno giudiziario alla presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa, del governatore Attilio Fontana e al sindaco di Milano Giuseppe Sala. Alle ore 9 è previsto un presidio delle toghe sulla scalinata di Porta Vittoria del Palazzo di Giustizia. Non manca un po’ di colore: i magistrati indosseranno una coccarda tricolore sulla toga e avranno tra le mani la Costituzione o cartelli di protesta. Sono le consegne di Magistratura democratica: “I magistrati, con toga indosso e copia della Costituzione alla mano, abbandonino l’aula, in forma composta, nel momento in cui il rappresentante del ministro prenderà la parola. Se mai le riforme dovessero essere approvate, potremo almeno dire di aver cercato di opporci anziché restare inermi e lamentarci – inutilmente – a cose fatte”.
A Milano e Palermo i presidi per boicottare l’apertura dell’anno giudiziario
Anche i magistrati palermitani parteciperanno al presidio contro la “pericolosa” riforma Nordio che minerebbe l’indipendenza della magistratura. Con uno schema ‘copia e incolla’ messo a punto dalla giunta dell’Anm i magistrati si danno appuntamento alle ore 9 “davanti all’Aula Magna” con “la Toga e la Costituzione, ognuno le proprie”. “Occuperemo fino a riempimento le ultime due file di posti; chi non trova posto resterà in piedi in fondo all’aula”, viene indicato ai magistrati. “La protesta scatterà quando parlerà il il rappresentante del ministro della Giustizia.
La prima presidente della Cassazione: serve rispetto reciproco
Intanto oggi al Palazzaccio la prima presidente della Cassazione ha invitato al rispetto reciproco e alla collaborazione tra istituzioni. “Un vero e proprio patto per lo Stato di diritto in grado di alimentare la fiducia dei cittadini”, parole che stonano con il clima da derby che il sindacato delle toghe sta alimentando. “Rendere giustizia – ha detto Cassano – si è fatto più difficile e richiede al giudice la ferma osservanza di alcuni principi basilari”. Infine parole improntate all’autodifesa. “I dati restituiscono un’immagine della magistratura diversa da quella oggetto di abituale rappresentazione e posta a base di progetti riformatori. Una magistratura che, conscia delle sue responsabilità, cerca di assolvere al meglio i propri doveri con spirito di collaborazione, tensione ideale, impegno professionale, senso del limite e della misura”.
Nordio: la riforma è un dovere verso gli elettori
Il ministro Nordio, nel suo intervento, ha sottolineato ancora una volta le ragioni della riforma della giustizia. “La riforma costituzionale in fieri è un dovere assunto verso gli elettori. La riforma si presenta nuova, ma per quanto riguarda l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, con una chiarezza cartesiana di rocciosa solidità. Ogni fantasia speculativa – ha aggiunto il Guardasigilli – su variazioni futuribili è un’arbitraria interpretazione divinatoria. I contenuti della riforma sono ben noti ma ribadisco ancora una volta: il postulato assoluto dell’indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo. Il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l’accusa. E le parti sono in condizioni di parità davanti al giudice terzo e imparziale”. Il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, invece, ha puntato i riflettori sulla necessità che nelle tensioni la magistratura non sia parte del conflitto. “Il fondamento del giudice sta nella sua terzietà: se si è risolutori di conflitti non si può essere parte. Certo, la magistratura interviene legittimamente nel dibattito e porta il proprio contributo di competenza, ma non deve divenire parte del conflitto. Se tale connotazione fondante finisse per essere smarrita, la magistratura degraderebbe da soggetto costituzionalmente imparziale a soggetto che partecipa al conflitto”.
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