Trump infiamma Davos: “L’industria verde è un imbroglio”. Ucraina? “Pronta a un accordo”
Con l’eco delle sue promesse elettorali ancora vibrante, Donald Trump inaugura il suo ritorno sulla scena globale con un discorso al World Economic Forum di Davos che non lascia spazio a fraintendimenti: la direzione del nuovo mandato è tracciata, e il mantra è sempre lo stesso, «America First». Un intervento in puro stile trumpiano: diretto, combattivo e senza fronzoli. Così, il tycoon lancia i suoi messaggi al mondo. Dall’Europa alla Russia, dai magnati del petrolio a quelli delle banche, dai grandi imprenditori ai singoli cittadini, tutti sono avvertiti. Il gioco è appena iniziato.
Ha fatto più Trump in 4 giorni che Biden in 4 anni
«Negli Stati Uniti è iniziata l’età dell’oro», esordisce il presidente fresco di investitura. «Abbiamo inaugurato una rivoluzione del buon senso». Parole che riecheggiano le promesse fatte il giorno del suo insediamento, seguite subito dopo dall’attacco al suo predecessore, il vecchio Joe. «Il presidente Biden ha perso completamente il controllo della situazione nel nostro Paese, in particolare con la nostra economia ad alta inflazione e ai nostri confini», dichiara, imputando all’amministrazione dem l’attuale disastro del debito e la debolezza strategica sul piano globale. «Abbiamo fatto più noi in 4 giorni che loro in 4 anni», incalza.
“Venite a produrre in America o pagherete i dazi”
Trump si è poi rivolto direttamente al pubblico di imprenditori e leader economici presenti, invitandoli a «riportare la produzione negli Stati Uniti». «Faremo il più grande taglio delle tasse della storia. Il mio messaggio per ogni business del mondo è: venite qui a produrre, e noi vi daremo tra le tasse più basse del mondo», tuona. «Via gli ostacoli burocratici, anche con decreti esecutivi se necessario, basta ai troppi controlli per chi vuole investire e produrre da noi»
Al contrario, per chi non sposerà quest’invito se la vedrà dura. «Se non lo farete, allora pagherete dazi. Semplice. Quei dazi non saranno simbolici, ma porteranno nelle casse americane centinaia di miliardi, forse trilioni di dollari», avverte.
Trump bacchetta l’Ue dal palco di Davos
Nessuna sorpresa, poi, nella consueta tirata contro Bruxelles. «Amo l’Europa, amo i Paesi europei», ma «dal punto di vista dell’America, l’Unione ci tratta in modo molto, molto ingiusto, molto male». Punta dunque il dito contro il deficit commerciale di 350 miliardi di dollari con il blocco e le difficoltà che trovano i prodotti americani nell’entrare nei mercati europei. «Eppure, si aspettano di vendere i loro prodotti negli Usa… », aggiunge.
La promessa? Nuovi dazi sulle importazioni europee per correggere ciò che definisce «inique pratiche commerciali». «È un problema e dobbiamo risolverlo. Devo essere molto preciso, dobbiamo risolvere subito. Non possiamo aspettare 5 anni», sentenzia il tycoon.
Il Green Deal? “Un imbroglio”
In linea con il suo scetticismo verso le politiche ambientali globali e la scelta di uscire dagli accordi di Parigi, Trump attacca il Green Deal europeo, definendolo senza mezzi termini un «Green Bluff». «L’industria verde è un imbroglio. Lasceremo che le persone comprino le auto che desiderano», dice, sottolineando nuovamente il netto rifiuto di vincoli ecologici che strangolerebbero l’economia americana. Anche sull’energia la sua idea resta la stessa di sempre: puntare su petrolio e carbone, fonti che «costano poco e che abbiamo in abbondanza».
“Ridurre il prezzo del petrolio per fermare la guerra”
La guerra in Ucraina occupa un posto di rilievo nel discorso. Trump denuncia l’Opec e l’Arabia Saudita di non aver fatto abbastanza per abbassare i prezzi del petrolio: «Francamente, mi sorprende che non lo abbiano fatto prima delle elezioni. Se il prezzo scendesse, la guerra Russia-Ucraina finirebbe immediatamente». Poi però elogia il leader saudita per aver scelto di investire negli Stati Uniti, spingendo per un incremento fino a un trilione di dollari.
Guerra in Ucraina? “Un campo di morte”
Parole dure sono state riservate nuovamente al conflitto durante le domande. Trump lo definisce «un campo di morte». Troppi soldati hanno perso la vita e i numeri sono molto più alti di quelli dichiarati, «bisogna mettere fine a questa guerra ridicola» e lavorare per un accordo di pace. «Ci stiamo muovendo rapidamente per ristabilire forza, pace e stabilità», afferma, chiedendo al contempo agli alleati della Nato di aumentare le spese per la difesa al 5% del Pil.
Il futuro: Olimpiadi, Mondiali e 250° anniversario dell’indipendenza
Concludendo il suo intervento, Trump conclude con una nota personale, ricordando con entusiasmo che, «per un colpo di fortuna» sarà presidente durante eventi storici come i Mondiali di calcio del 2026, le Olimpiadi del 2028 e il 250° anniversario dell’indipendenza degli Stati Uniti. «Chi l’avrebbe mai detto? Saltando un mandato, ho avuto le Olimpiadi», dice sorridendo.
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