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Secolo d'Italia.it
Январь
2025

Enrico Ruggeri: “Milano violenta. E’ un momento molto duro minimizzato strumentalmente”

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“Milano città violenta? I più arrbbiati sono gli stranieri onesti”. Enrico Ruggeri, milanese doc, interviene sulla sua città diventata capitale dell’insicurezza.”Io sono nato a Milano e ci sto bene”, dice il cantautore presentatore, che premette di avere uno stile di vita piuttosto appartato.”Mi rendo conto che il mio tipo di vita mi esclude un sacco di realtà: perché non esco la sera e non faccio tardi. A meno che non vada a casa di qualcuno, vivo da persona agée e il peggio non lo vedo. Ma mio figlio di 18 anni mi racconta di violenze che accadono, di questo fuoco sotto la cenere. E’ un momento molto duro che è diventato ideologia. Forse da un lato viene strumentalizzato, dall’altro minimizzato strumentalmente”.

Enrico Ruggeri: “Milano? Mio figlio 182nne mi racconta delle violenze che accadono”

Enrico Ruggeri, entra nel dibattito sulle polemiche scatenate dal problema sicurezza nella sua città, Milano. Dove il capodanno islamico a Piazza Duomo in balia di immigrati insultanti l’Italia e le indagini in corso sugli stupri prefigurano un rituale islamico perpetrato contro le donne. Dice in un’intervista all‘Adnkronos: “Credo  che sia un problema di incroci di razze. Milano è sempre stata un po’ ‘razzista’ con chi non ha voglia di lavorare. Ma se hai voglia di fare, ti ci trovi bene. I più arrabbiati sono proprio gli stranieri che lavorano tanto“. E racconta un aneddoto: “Parlavo con alcuni operai albanesi che fanno i muratori. Ebbene si chiedono come mai in Italia non ci sia un modo per far andare via queste persone che delinquono; affinché loro, albanesi, se vanno a chiedere una casa in affitto non vengano guardati male”.

Enrico Ruggeri: “Che amarezza, sono tornato in tv e hanno parlato di TeleMeloni…”

Si cambia argomento: il suo ritorno in tv. Apriti cielo. “Mi sono molto amareggiato quando sono tornato in tv e alcuni hanno cominciato a parlare di ‘Tele-Meloni’. L’assurdità è che “la notizia non era che io facessi tv, che credo di avere fatto sempre abbastanza bene; ma il fatto che per anni nessuno mi avesse mai più chiamato. Perché nessuno si è chiesto come mai, perché nessuno ha scritto ‘dov’era Ruggeri in questi tre anni?”.  Il problema, spiega il cantautore milanese, “è quando non ti chiamano. Quando ti ‘epurano’ palesemente, paradossalmente ti fanno anche un favore, perché diventi un martire. Ma quando semplicemente non ti chiamano, nessuno sente la tua mancanza: perché l’universo della tv e della comunicazione è tanto variegato che uno non se ne accorge”.

“Ci sono molti giovani interessanti ma sono fuori dal giro”

E parlando della sua trasmissione su Rai2, ‘L’Occhio del Musicista’, che ha finito di registrare e della quale vedremo ancora due puntate di stagione, spiega: “Ci sono un sacco di giovani bravissimi che fanno cose interessanti ma sono fuori dal giro. Vengono chiamati sempre gli stessi 20, 25, in un circolo vizioso che lascia fuori dei veri talenti. Per fare qualche nome Erika Mou, Fulminacci, Mirkoeilcane e altri. Io questi ragazzi voglio difenderli, ecco perchè invito loro”. Nel programma c’è sempre, rigorosamente “musica dal vivo e anche ben suonata con musicisti che sono una garanzia”.

“A Sanremo tornerei volentieri come direttore artistico”

Riguardo al tornare sul palco del festival di Sanremo, “tornarci da direttore artistico mi interesserebbe di più che tornarci da concorrente”, ammette Ruggeri. “Sarebbe un ruolo delicatissimo -spiega il cantautore milanese-. Tutti i direttori artistici dicono ‘io ho riportato al centro le canzoni’, ed è quello che direi anche io. Solo che io lo farei veramente”. Nella scelta dei brani, “mi chiederei: questa canzone se la ricorderanno fra dieci anni?”, scandisce Ruggeri. A tornare invece all’Ariston in qualità di concorrente avrebbe qualche dubbio in più: anche se “non si può mai dire, perché si rischiano le brutte figure”, sorride. “Non so, forse sarei un po’ a disagio: un brano come ‘Il Poeta’ (singolo del suo ultimo album ‘La Caverna di Platone’, uscito il 17 gennaio, ndr) forse non ci farebbe niente. Poi però mi dicono che Simone Cristicchi porterà, ad esempio, una canzone molto poetica e non stento a crederci perché è un grande artista. Quindi magari alla fine troverei il mio posto”.

“Oggi deve esserci un unico pensiero: il che è preoccupante”

Uno dei singoli portanti del suo nuovo album , La caverna di Platone” è il brano ‘Il Poeta’: “Raffigura un personaggio divisivo -spiega Ruggeri-. Oggi questa parola viene usata con un’accezione negativa ed è preoccupante: perché significa che deve esserci un unico pensiero e tutto ciò che non lo è è visto come negativo per la società. Invece in un mondo in cui ci si confronta, un mondo civile: la persona divisiva è qualcuno che mostra un altro aspetto della realtà. Lo era Socrate, e tanti altri, fino ad arrivare a Pasolini”.

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