A Milano è giorno dei catto-dem: Schlein assediata. Ma Delrio giura: “Non sarà un partito”
Tutto come previsto. Il battesimo di Comunità democratica, l’ala catto-dem alla ricerca del centro perduto, dopo il fallimento del Terzo Polo, promosso da Graziano Delrio, si trasforma in un processo a distanza alla segretaria Elly Schlein. Riuniti a Milano, si alternano dal palco oltre a Delrio, il sindaco Beppe Sala, Pierluigi Castagnetti, Lorenzo Guerini ed Ernesto Maria Ruffini, il federatore in pectore, battezzato dall’ultimo segretario del Partito popolare come l’uomo giusto. Protagonista di molti rumors sulla sua discesa in campo, Ruffini è nel programma “perché è un intellettuale, una personalità di valore, un servitore dello Stato”, chiariscono gli organizzatori. Che cosa farà, spetta a lui. Da remoto si collega il padre nobile Romano Prodi. “C’è bisogno di cominciare a discutere. Sono due anni che il centrosinistra è sostanzialmente muto ed è ora di ricominciare a discutere sul futuro. La democrazia comincia dal dialogo, comincia dalla base. Penso che questo processo democratico dia vitalità ai riformisti”.
A Milano il battesimo di Comunità democratica
Già corrente interna al Pd, oggi diventa una sfida organizzata alla segreteria con lo sguardo rivolto al fatidico centro. È la prima mossa ufficiale che trasforma il malessere per la svolta radicale di Schlein, con le aperture ad Avs e Conte, in un movimento ispirato da un padre nobile come Romano Prodi. Che oggi torna a lanciare fendenti. “C’è bisogno di cominciare a discutere. Sono due anni che il centrosinistra è sostanzialmente muto ed è ora di ricominciare a discutere sul futuro. La democrazia comincia dal dialogo, comincia dalla base. Penso che questo processo democratico dia vitalità ai riformisti”.
Delrio lancia l’appello al centro: ma non sarà un partito
Il primo cittadino di Milano, che è stanco del senso di sconfitta che si respira, rimprovera al Nazareno di trascurare il Nord. “Credo che Elly Schlein stia facendo molto bene, il Pd ha una sua dimensione solida. Oggi qui si parla a un mondo cattolico, ma siamo al Nord e al Nord c’è una questione relativa al Nord in sé e al mondo produttivo e noi lì facciamo un po’ fatica a parlare. La mia non è un’opinione ma un fatto, non riusciamo a conquistare regioni al Nord”. L’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate recita la parte dell’uomo della provvidenza. E promette che la sfida non è costruire nuovi partiti né nuove aree all’interno di un partito. “Si tratta di coinvolgere insieme nuovi elettori. Andando a cercarli proprio in quella metà di popolazione che ha smesso di affidare la politica alla propria speranza. Dobbiamo strapparli via da quell’astensionismo che è diventato la più grande forza politica del Paese”.
In bilico la pax interna imposta da Schlein
Anche Delrio, deus ex machina dell’operazione che sgretola la pax interna imposta da Elly, chiarisce che non sarà una scissione. “Oggi è l’inizio di un percorso, non di un partito. Siamo qui per lanciare un’alleanza che non può essere confinata a un solo partito. I partiti che sono interessati a recuperare la partecipazione, la democrazia, ovviamente possono essere protagonisti a modo loro. Alcuni di noi sono nel Pd, altri sono fuori”. Insomma siamo all’invito ecumenico per lanciare un rassemblement dei moderati anche al di fuori dei confini del Pd nel nome della cultura “cattolico-democratica”. Una presenza dicono – può dare molto al Paese. Si chiede “maggiore accoglienza e maggiore spazio”, chiarisce Delrio che guarda anche oltre i confini del Pd.
Castagnetti: non c’è bisogno di un nuovo partito
Nessuna nuova creatura politica, questo il fil rouge degli interventi. “Mi dispiace per le tante aspettative soprattutto della stampa”, dice Castagnetti. “Ma è stato detto in termini chiarissimi che dopo questo incontro, non so per il futuro e non so per chi in caso lo pensasse, non nascerà un partito politico nuovo, non ce ne è bisogno secondo me”. “Comunità Democratica non è una corrente organizzata e non lo sarà, è uno strumento per realizzare incontri e confronti”, spiega Guerini. E Ruffini? Cosa farà lo deciderà lui. Oggi ha dato a noi spunti importanti di riflessione ma non parlerei di esiti o sbocchi di altro tipo”.
Boschi: non si deve partire dai nomi
Non si deve partire dai nomi, gli fa eco Elena Boschi che frena. “Ruffini è un amico con cui abbiamo condiviso tante idee. Se partiamo dal nome di chi deve portare avanti un qualcosa che non è definito e condiviso non facciamo un buon lavoro”. Pochi giorni fa, invece, Renzi era stato molto esplicito. “Vedo in atto i soliti giochini delle correnti Pd per fare le scarpe alla Schlein. La storia del federatore, il Papa straniero…”. Qualcosa al centro si muove. Più di qualcosa: in contemporanea al convegno di Milano a Orvieto si riunisce per due giorni Libertà Eguale, storica corrente di destra del Pd. ‘Non sarà “mai” un partito politico’, dice il presidente Enrico Morando. La segretaria non è stata invitata a nessuno dei due eventi, i centristi dem preferiscono dialogare da soli.
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