Ramy, la procura smentisce avvoltoi e agitatori: l’inseguimento fu regolare
L’inseguimento dello scooter sul quale viaggiavano Ramy Elgaml e l’amico Fares Bouzidi fu regolare. È questa, secondo quanto trapelato, la valutazione della Procura di Milano che sta conducendo le indagini sull’incidente in cui, la notte del 24 novembre, Ramy è morto e Fares, che era alla guida del mezzo che non si è fermato al posto di blocco dei carabinieri, è rimasto ferito.
La Procura smentisce le accuse della sinistra
Le modalità dell’inseguimento sono state oggetto di critiche e polemiche, spesso feroci, nei confronti dei carabinieri da parte della sinistra, la quale, pur condannando le violenze di piazza portate avanti col pretesto della morte del ragazzo, ha finito in questo modo per dare una “copertura” politica alla rabbia dei facinorosi. Per la Procura, però, in quell’inseguimento non vi sarebbe stata alcuna violazione di regole, procedure o norme penali.
Per gli inquirenti l’inseguimento di Fares e Ramy fu regolare
Di più, l’azione dei carabinieri rientrerebbe pienamente nel perimetro di quanto previsto dall’articolo 55 del codice di procedura penale, che prevede che «la polizia giudiziaria deve, anche di propria iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale».
Proseguono le indagini per omicidio stradale
Proseguono comunque le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo, sulle fasi finali dell’inseguimento, per le quali è stata formulata l’ipotesi di omicidio stradale nei confronti del carabiniere che guidava l’ultima delle tre pattuglie che sono state impegnate nell’azione e di Fares Bouzidi, nonché quelle sul presunto depistaggio e favoreggiamento per il quale sono indagati altri due carabinieri.
I video dei soccorsi da parte dei carabinieri
La consegna della consulenza cinematica sulla ricostruzione dell’incidente e di quella informatica sul cellulare di un teste che ha riferito che gli sarebbe stato intimato di cancellare un video è attesa per i primi di febbraio. Nel frattempo prosegue l’ascolto dei testimoni, fra i quali ieri il carabiniere che aveva la bodycam che ha ripreso i momenti in cui gli uomini dell’Arma hanno prestato i primi soccorsi ai due ragazzi. Si tratta delle immagini mandate in onda l’altra sera nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio su Rete4, nelle quali si vedono il tentativo di rianimare Ramy e quello di tranquillizzare Fares. I Pm hanno avviato una verifica anche sulla diffusione delle immagini ai media e, secondo quanto si appreso, hanno chiesto chiarimenti al carabiniere sul deposito agli atti di quei video, che il militare avrebbe confermato essere stati consegnati.
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