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“Segreto rivelato”: Ascari (M5s) rischia la stessa accusa che aveva rivolto (ingiustamente) a Delmastro

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Stefania Ascari, parlamentare M5s, rischia di finire a processo dopo che il 27 novembre scorso nel corso di una seduta dell’audizione antimafia ha rivelato informazioni coperte da segreto durante l’audizione del giornalista Michele Santoro. Un’eventualità che include un beffardo paradosso: si tratta infatti della stessa accusa che proprio la deputata grillina aveva rivolto (ingiustamente) al sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, a proposito del caso dell’anarchico Cospito.

Che cosa ha combinato la Ascari? Pur di difendere a spada tratta il collega di partito, l’ex pm Roberto Scarpinato, ha lanciato accuse di mafia su imprenditori incensurati, facendo saltare perfino le coperture di un collaboratore di giustizia. Nel suo intervento a Palazzo San Macuto, Ascari ha fornito dettagli e nomi sull’azienda che ha assunto Maurizio Avola, il pentito della strage di via D’Amelio, nomi che erano coperti da “segreto” proprio per proteggere i diritti interessati.

A denunciare la vicenda lo stesso Santoro, che ha scritto due lettere: una alla presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo l’altra alla stessa Ascari.  Il giornalista e conduttore televisivo, in una lettera aperta, indirizzata alla deputata M5s scrive: “Nel corso della mia recente audizione mi ha posto alcune domande che avevano come scopo quello di accertare la sincerità della collaborazione di Maurizio Avola in merito alla strage di via D’Amelio. Credo che derivassero da affermazioni, per altro secretate, di altri soggetti precedentemente sentiti dalla Commissione Antimafia, piuttosto che da approfondimenti personali e che, quindi, lei non fosse in grado di percepirne la portata offensiva”.
Ma il danno ormai è fatto. In pratica, secondo l’accusa del giornalista la deputata grillina sarebbe stata così maldestra da avere «riferito informazioni su cui è posto un vincolo di vietata divulgazione», punibile «ai sensi dell’articolo 326, 331 e 361 del codice penale (“diffusione di notizie con divulgazione vietata”, “obbligo di denuncia di notizie criminis da parte di pubblico ufficiale”, “omessa denuncia”) e soprattutto dell’articolo 18, comma 1, che obbliga la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo a informare l’autorità giudiziaria e il presidente della Camera di appartenenza». A quanto risulta al Giornale, che ha dedicato un approfondimento alla questione, la presidente Colosimo si sarebbe già mossa in tal senso.
Resta il beffardo risvolto: usare politicamente informazioni riservate è ciò di cui la Ascari aveva accusato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, che ha rivelato al collega di partito Giovanni Donzelli la visita di una delegazione Pd all’anarchico Alfredo Cospito sulla revisione del regime del carcere duro 41bis – odiatissimo dai boss – al quale è sottoposto. Notizia classificata ma non segreta come invece quella che avrebbe rivelato la Ascari. Un ulteriore e dirompente colpo di maglio alla credibilità dei pentastellati.

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