NUOTO – Martinenghi argento e Ceccon bronzo, l’Italnuoto è mondiale
Un argento di testa e cuore vinto “mezzo morto” e che per questo “vale oro”.
Un bronzo “amaro” perché “io la gara la potevo vincere”. Ai mondiali di nuoto di Singapore le medaglie iridate azzurre numero 200 e 201 hanno le facce dei campioni olimpici, Nicolò Martinenghi e Thomas Ceccon: il primo, dopo una nottataccia chiude al secondo posto i 100 rana, l’altro sul gradino più basso del podio nei 50 farfalla.
Il ‘Tete’ nazionale, dopo un 2024 che lo ha visto arrivare in cima all’Olimpo, nell’anno post Giochi si conferma comunque tra i protagonisti assoluti, restando sul podio iridato dopo i secondi posti di Fukuoka 2023 e l’oro di Budapest 2024. Lo precede, dopo aver condotto fino a dieci metri dall’arrivo, solo il redivivo cinese Qin Haiyang, in 58″23.
L’olimpionico azzurro tocca in 58″58. “Sono al settimo cielo anche se non sembra perché sono molto stanco – le parole di Martinenghi – Ho dato veramente tutto e negli ultimi metri ero abbastanza cotto e non ho potuto far nulla contro il ritorno del cinese. Sono felice perché la scelta di andarmi ad allenare con Matteo Giunta è servita proprio per ricaricarmi, per creare nuovi stimoli e nuovi sfide. Di oggi può dispiacere perché l’oro l’ho accarezzato per tre quarti di gara ma sono felice come non mai. Ho avuto una nottata molto difficile, ho vomitato tutta la notte, penso per un’intossicazione alimentare. Non avevo niente dentro se non la mia testa e il cuore. Ho sfruttato l’occasione di essere qui, avevo anche pensato di non gareggiare da quanto stavo male. Ma volevo onorare la bandiera e volevo provarci. Ho dato tutto, peccato non essere stato al 100%. E’ un argento che vale oro”.
Bronzo al rappresentante del Kirghizistan Denis Petrashov (58″88). Quinto posto per Ludovico Blu Art Viberti (59″08). Per Martinenghi che dopo le Olimpiadi ha cambiato tecnico, scegliendo il marito di Federica Pellegrini andando ad allenarsi a Verona, i numeri sono da record: ottava medaglia iridata, alle spalle dei soli Pellegrini (11) e Gregorio Paltrinieri (9), con possibilità di andare a caccia della doppia cifra con i 50 rana e la staffetta 4×100 mista.
Il bronzo sta invece un po’ stretto a Ceccon, che però nel giro di meno di mezzora vola in semifinale dei 100 dorso e finale dei 50 farfalla, distanza in cui ritocca anche il suo record italiano (22″67 lima il 22″68 di Fukuoka nel 2023). Il 24enne di Schio chiude alle spalle del francese Maxime Grousset, oro in 22″48, e dello svizzero No Ponti. “Sono entrato in acqua un po’ storto e non sono stato perfetto. Mi dispiace perché la condizione c’è e avrei potuto vincere l’oro – dice l’azzurro – Sarebbe stato possibile se il calendario fosse stato invertito: vale a dire con la finale dei 50 farfalla, prima della semifinale dei 100 dorso. Sono comunque felice perché mi sento bene in acqua e credo che si sia visto. Ho tante gare in cui poter far bene”.
Tra i volti nuovi si prende la scena Anita Bottazzo che vola in finale dei 100 rana in 1’05″61. Davanti a lei per ora c’è la statunitense e campionessa olimpica della doppia distanza Kate Douglass in 1’05″49.
Riflettori anche su Carlos D’Ambrosio che a 18 anni si qualifica per la finale dei 200 sl e cancella il record italiano di 1’45″67 siglato da Filippo Megli. “Ho effettuato esattamente la gara che volevo e con i passaggi che avevo in mente – sottolinea D’Ambrosio, argento con la staffetta veloce – Io sapevo di valere questo tempo e uno dei miei obiettivi era proprio il record italiano. Adesso c’è la finale e voglio divertirmi e godermela: quel che verrà verrà”.
E a proposito di giovanissimi, la cinese Zidi Yu, appena 12 anni, ha sfiorato il podio nei 200 misti stravinti dalla canadese Summer McIntosh: ma la nuotatrice-bambina ha chiuso al quarto posto in 2’9″.21, mancando il bronzo per appena 47 centesimi. Ma ha già conquistato la scena internazionale.
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