EFC | La stagione è finita, il sogno è finito. L’Empoli retrocede in serie B
La stagione sportiva 2024/25 è finita e, purtroppo, dopo quattro anni la squadra azzurra retrocede in serie B. Una retrocessione che arriva al termine dell’ultima giornata, senza ulteriori appelli e senza dover stare nemmeno a “recriminare” sui risultati che arrivano dagli altri campi. L’Empoli aveva almeno il dovere di vincere la sua partita, e poi stare a vedere (in tal caso sarebbe stato spareggio con il Verona). Ma purtroppo, contro l’Hellas dell’ex Zanetti arriva una sconfitta beffarda che non lascia – almeno da questo punto di vista – nessuna recriminazione. Una partita giocata non bene, sotto le aspettative e sotto il livello che una serata così decisiva richiedeva. Di fronte, un Verona tutt’altro che irresistibile, capace però di sfruttare al massimo le due uniche occasioni avute verso la porta di Vasquez. L’Empoli, come per gran parte della stagione, è apparso fragile e inconcludente: tanto possesso palla, errori tecnici evidenti, e pochissima concretezza sotto porta. L’unico acuto è arrivato da un tap-in di Fazzini, un gol che ha illuso nella speranza di un secondo tempo all’arma bianca che, invece, non c’è stato. Come sottolineato anche da Roberto D’Aversa nel post partita, la gara è stata lo specchio fedele dell’intera stagione. Una stagione segnata da un’incredibile serie di infortuni, una situazione mai del tutto chiarita e che ha privato l’allenatore di molte pedine fondamentali. Non è possibile avere la controprova, ma a ranghi completi questo Empoli aveva mostrato buone cose, specie nel girone d’andata, quando la squadra aveva raggiunto anche il decimo posto in classifica per alcune giornate. Da dire che quel bel gruzzoletto, messo da parte proprio nel meraviglioso girone di andata, non è bastato. Il pessimo girone di ritorno, difficile usare altri termini, ha fatto la sua differenza e non è servito nemmeno il colpo di coda con le vittorie su Parma e Monza. E’ stato il peggior girone di ritorno di sempre dell’Empoli in serie A. . Sicuramente un altro rammarico, o meglio, una colpa, è annidata anche nella nullità quasi cosmica che la società ha palesato nel mercato di gennaio. Vero che anche qui la sfortuna si è messa di mezzo, togliendo dai giochi troppo presto l’unico elemento arrivato a dar man forte ma, quell’unico elemento (arrivata in prestito a zero, come esubero della Fiorentina) è stato troppo poco per quello che oggettivamente serviva. . La dirigenza è sicuramente la prima ad essere messa sul banco degli imputati. Difficile pensare di poter fare sempre le nozze con i fichi secchi, soprattutto se in due sessioni di mercato spendi zero euro, e non per modo di dire. Le perplessità, a onor del vero, c’erano già in estate, ma i primi buoni risultati avevano momentaneamente spento le critiche. Con il tempo, però, sono riemersi i limiti tecnici e strutturali della rosa, e alcune scelte societarie si sono rivelate infelici, come la gestione della Coppa Italia, snobbata troppo in fretta. Una scelta che, alla luce della retrocessione, appare ancor più miope e priva di logica, anche solo dal punto di vista emotivo. Una stagione nata forse con un pizzico di troppa presunzione, come nel realizzare una tra le divise più brutte di sempre, una divisa che fa il verso a quella del Frosinone con un logo cambiato nei colori (vedere cosa succede a Milano sponda Milan per il cambio colori nel logo) che meriterebbe qualche testa da far saltare. Certo, non si retrocede per una maglia, ma certi segnali non vanno sottovalutati: l’impressione è che si sia pensato di essere qualcosa che ancora non si è. Detto ciò, nessuno può cancellare questi quattro anni di Serie A, che restano un pezzo importante della nostra storia. E nemmeno si deve drammatizzare eccessivamente una retrocessione che, per una piazza come Empoli, resta comunque un punto d’orgoglio. Chi si salva da questa stagione? Forse nessuno, anche se una lancia si può spezzare in favore di mister D’Aversa: ha commesso i suoi errori, ma ha avuto il merito di tenere la squadra in vita fino all’ultima giornata, trasmettendo un senso di coesione che non è mai venuto meno, nonostante le difficoltà. Non era facile trovarsi a gestire quello che lui ha dovuto gestire. Se la squadra è arrivata viva all’ultima giornata di campionato, tanto lo si deve a lui ed al fatto che tutto il gruppo non ha mai gettato definitivamente la spugna. Il vero rimpianto è forse proprio quello: il coraggio, tanto elogiato durante la stagione, è mancato proprio nella partita più importante. Tra i singoli, impossibile non citare Ardian Ismajli: stagione straordinaria, probabilmente il migliore tra gli azzurri. E in generale, pur con tutti i limiti, la squadra ha dato tutto ciò che poteva. Da questo punto di vista, i rimpianti non sono molti. A fine settimana uscirà comunque l’abituale pagellone di fine stagione. . Purtroppo è andata cosi, non ce l’abbiamo fatta, siamo retrocessi. Ora si apre una lunga estate di riflessione e ricostruzione. Servirà un’analisi profonda degli errori commessi, soprattutto fuori dal campo. Serve una nuova direzione sportiva: Roberto Gemmi ha fallito su tutti i fronti, inclusa la comunicazione, rimanendo troppo distante da chi l’Empoli lo vive ogni giorno. Bisogna tornare a comprendere davvero cosa significhi “Empoli”: ripartire dai giovani, dal senso di appartenenza, dal legame con una piazza che, pur piccola, sa fare quadrato. Tornando su ieri sera, dispiace che la squadra non abbia saputo sfruttare nemmeno l’effetto “Castellani” , un tutto esaurito per provare a spingere la squadra verso il proprio traguardo. Serviva qualcosa in più anche in relazione a questo, nonostante il vero ringraziamento vado a quei tifosi che sempre ci sono stati e sempre hanno sostenuto la squadra. Quelli che, come noi, ci saranno sempre a prescindere dalle categorie. Come detto, sarà una lunga estate quella che ci attende, con una squadra che quasi completamente cambierà faccia. Una lunga estate in cui comprenderemo meglio quelle che saranno le idee societarie sugli obiettivi sportivi (a partire dalla guida tecnica) e non solo, si; perché adesso (poi ci torneremo con degli articoli ad hoc) sarà interessante capire se anche il progetto stadio proseguirà o meno.
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