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Quel biscottone di dodici anni fa…

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È vero, la situazione non è esattamente la stessa. Ma dodici anni fa, nella stagione sportiva 2012/13, andò in scena un Verona-Empoli che, a suo modo, fece la storia. Anche allora si trattava dell’ultima giornata di campionato, proprio come accadrà questa sera. In quel caso, però, la sfida si disputò allo stadio Bentegodi e il campionato era quello di Serie B. Sulla panchina degli azzurri sedeva un certo Maurizio Sarri. Le due squadre inseguivano obiettivi diversi: il Verona era a un passo dalla promozione diretta in Serie A, che mancava da dieci anni, mentre l’Empoli cercava di agganciare i playoff, o quantomeno di tenere vive le speranze accorciando la distanza dal Livorno, terzo in classifica.

Affinché entrambe potessero uscire soddisfatte dal campo, bastava un pareggio. Una spartizione del bottino che sembrava accontentare tutti. Difficile pensare che le due squadre si sarebbero date battaglia fino all’ultimo, rischiando un harakiri sportivo. A testimonianza del clima che si respirava, un gesto di un tifoso fece sorridere l’intero stadio: spuntò una gigantografia di un biscotto “Oro Saiwa”, simbolico riferimento al famoso “biscotto” nel gergo calcistico. La partita, e chi l’avrebbe mai detto, terminò con un noioso 0-0. Festa grande a Verona per il ritorno in A, ed Empoli ancora in corsa grazie a un playoff conquistato dopo una stagione iniziata in salita. Come ci ricorda la storia, gli azzurri arrivarono fino alla finale, persa poi contro il Livorno guidato da Davide Nicola.

Oggi, come detto, lo scenario è ben diverso. Al fischio d’inizio, con tutti i match sullo 0-0, l’Empoli sarebbe virtualmente allo spareggio salvezza con il Lecce. Sia D’Aversa che Zanetti hanno parlato di una partita da vincere, da interpretare con concentrazione assoluta. Ed è giusto così, perché stavolta certezze non ce ne sono. Chissà, però, se dovessero arrivare aggiornamenti interessanti dalla “radiolina”, quella vecchia gigantografia del biscotto — ammesso che esista ancora — non possa tornare utile, come portafortuna o ironico presagio, in una serata che tutti sperano di vivere con la minore ansia possibile.

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