La partita del tifo (Lecce)
Una rubrica a cura di Claudio “Freccia”
Match molto importante e delicato in zona-salvezza questo che si gioca oggi, sabato 11 gennaio 2025, alle h. 15, al “Carlo Castellani-Computer Gross Arena”, valevole per la 20esima giornata, prima del girone di ritorno, del campionato italiano di calcio di Serie A 2024/2025. Si gioca in un pomeriggio piuttosto freddo, con un meteo imbronciato, davanti a 9.096 spettatori ufficiali, di cui 2.081 paganti. Entrambe le squadre vengono da aver raccolto quattro punti nelle ultime cinque partite, ma delle due la squadra più in crisi sembra l’Empoli, che dopo la vittoria di Verona dell’8 dicembre scorso ha raccolto solo un punto, quello di Venezia.
L’Empoli entra in campo con la testa tra le nuvole, ancora negli spogliatoi, e dopo soli 11 minuti è già sotto di due gol, il primo di Tete Morente al 6° e il secondo di Krstovic all’11°. Tra il primo e il secondo gol la squadra azzurra sciupa almeno una colossale occasione con Maleh, che davanti alla porta invece di tirare appoggia la palla a un compagno che non c’è. L’Empoli è solo la brutta copia della squadra ammirata fino a non molto tempo fa e nel primo tempo gli succede qualcosa di sportivamente drammatico, col Lecce che domina e impone il proprio gioco. La reazione dell’Empoli arriva al 2° minuto del secondo tempo con un gol di Liberato Cacace. Lui nella fattispecie, ma un po’ tutta la squadra azzurra, sembra svegliarsi dal torpore ed è autrice di un’arrembante sfuriata di almeno 15 minuti, ma il gol del pareggio non arriva. Poi Empoli arruffone e Lecce che scampa il pericolo riprendendo coraggio col pari azzurro che non arriva: il Lecce tiene, anche con qualche rischio, e al 90° Kristovic, ancora lui, segna l’1-3 e chiude definitivamente i conti. Gli errori in difesa l’Empoli li paga cari, la sconfitta è di quelle pesanti, è piena crisi, di gioco e di risultati. Serve intervenire miratamente sul mercato, perché l’organico è ridotto all’osso e qualche elemento non è certo al meglio. Sfortunato, anche, il debutto in Serie A del secondo portiere Jacopo Seghetti, dopo i disastri di Vasquez a Venezia.
Molto numeroso il numero dei tifosi leccesi giunti fino a Empoli, esattamente ben 1.180, molti sembrano quelli che provengono dalla Puglia, e per lo più di matrice ultras. Questi vengono sistemati al quarto e ultimo spicchio partendo dalla Maratona, riempiendolo pressoché tutto. Mentre i restanti leccesi occupano quasi interamente il terzo spicchio, sicuramente quello più tranquillo. Gli ultras leccesi danno prova della loro compattezza e mentalità. Cominciano a tifare quando le squadre stanno completando la fase di riscaldamento prepartita in campo. Un vero e proprio boato, a quasi mezz’ora dall’inizio, è il classico “Noi vogliamo questa vittoria!”, che sa tanto di avvisaglia, di avvertimento per i giocatori, ne seguiranno altri meno forti. Fino a che non c’è il minuto di silenzio per la scomparsa di Fabio Cudicini a 89 anni, soprannominato il Ragno Nero, ex portiere anche di Milan e Roma negli anni ’60, dove gli ultras leccesi si distinguono per inciviltà e ribellione, cantando il coro “Lega Italiana figli di puttana”, già cantato una settimana prima al “Via del Mare” per la scomparsa dell’80enne Aldo Agroppi. I leccesi con questi gesti vogliono mettere in evidenza come, quando morirono, ad esempio, i quattro tifosi del Foggia di ritorno dalla trasferta di Potenza, tre dei quali la sera del 13 ottobre (l’altro morì un po’ di tempo dopo), non venne rispettato alcun minuto di silenzio, ma non crediamo che sia questa la mentalità che tanta gente attribuisce loro. A Empoli, durante il canonico minuto, cantano molto forte anche il coro “Siamo noi, siamo noi, la rovina dell’Italia siamo noi…”. Il Lecce dopo 11 minuti si ritrova già avanti di 2 gol, il settore ospiti è ribollente, e forte è il boato ai due gol. Poi viene eseguito il coro “Ultras Lecce siamo noi!”, ma dopo, in modo quasi inspiegabile, accusa delle pause anche piuttosto lunghe. Questo specie nel secondo tempo, dopo il gol di Cacace al 47°. Anche se, prima e dopo il gol, vengono accesi isolati fumogeni. In particolare vengono urlati alcuni cori secchi, come “Forza ragazzi”. Verso il finale ci vuole un giocatore del Lecce a chiedere più spinta al settore ospiti, che comunque puntualmente arriva. Bello poi il coro “Forza Lecce alé alé…” sull’1-3. Il settore ospiti ha tifato comunque ad intermittenza, piuttosto caloroso nel primo tempo, è stato un po’ spento nella ripresa e non abbiamo difficoltà a dire che, almeno sul piano canoro, son stati un po’ una delusione. C’è chi dice, crediamo a torto, che gli spirava il vento contro, in faccia, ma quando hanno tifato davvero lo hanno fatto con boati assordanti, quindi non sembra questa una “scusa” valida. Certamente ci si aspettava qualcosa di più da una tifoseria come la loro, che negli ultimi due anni si era fatta una certa fama. Tra gli striscioni e stendardi migliori segnaliamo “Ultrà Lecce”, indiscusso Gruppo portante della Curva Nord, “Barras Bravas”, “Ostinata Presenza”, “M.U.”, “Muro leccese”, “Sangue Salentino, “Ideale Ultras”, “Ringo’s Boys”, “Lecce ti amo”, “Polo Kdp”, “Irr”, “Casamassella Presente”, “U L Senza Padroni”, ecc., che danno del colore alla curva. Il livello del tifo leccese è quest’oggi giudicabile piuttosto buono. Voto: 7+.
La Maratona inferiore “Emiliano Del Rosso” parte piuttosto bene, con cori come “Forza azzurro alé gli ultrà son qui con te…ovunque giocherai non ti lasceremo mai”, comunque sono tanti i cori che partono pur essendo l’Empoli subito in svantaggio di due gol, ad esempio “Empoli alé alé canto solo per te, sempre ti sosterrò e mai ti lascerò”. Seguono poi i tre classici cori a favore dei diffidati, ma non mancano i cori secchi di sostegno. Con gli azzurri sotto di un gol la Maratona canta giustamente “Forza azzurro facci un gol…”, poi “Empoli alé alé, canto solo per te, sempre ti seguirò e mai ti lascerò”. Durante il momento di maggiore spinta degli undici di D’Aversa viene proposto il coro “Tutto lo stadio” che invita tutta la gente che è tra gli ultras e quella che è seduta, a cantare “Empoli, Empoli!”. Vengono proposti altri cori, come il “lolololò Empoli calcio…”, poi un coro per i gemellati di Montevarchi, visto che anche oggi qualcuno di loro è presente al Castellani. Quando verso la fine le speranze di pareggio dell’Empoli diminuiscono, a cantare rimane solo lo zoccolo duro. Il coro “Forza ragazzi” è proposto più di una volta. Il popolo empolese è scoraggiato, perché sta vedendo profilarsi un’altra sconfitta contro una squadra, il Lecce, che lotta insieme all’Empoli per la salvezza e che non doveva rappresentare un ostacolo insormontabile. Al triplice fischio del signor Chiffi di Padova arrivano, nonostante la prova decisamente brutta dell’Empoli, quasi solo applausi, e gli ultras specialmente sventolano i bandieroni, le bandiere, mostrano stendardi e realizzano, nonostante tutto, una bella sciarpata, segno di attaccamento viscerale ai colori biancazzurri. Risultato a parte sembra quasi, a vedere i tifosi empolesi e quelli salentini, che siano stati i primi a vincere, profondendo una grande energia ai giocatori mestamente andati sotto la Maratona, quasi un atto d’amore. Nessun coro di sfottò tra le due tifoserie, coi rapporti che si confermano abbastanza buoni. L’Empoli racimola così solo un punto nelle ultime cinque partite, il pari di Venezia, e viene sconfitto ancora una volta in uno scontro diretto: gli ultimi tre hanno portato solo un punto. La squadra mostra evidenti crepe, impensabili fino circa un mese fa. Il livello del tifo empolese è da considerarsi abbastanza buono. Voto: 7,5.
Uno sguardo altrove: La partita che inaugura la 20^ giornata di campionato si gioca venerdì 10 gennaio 2025 alle 20,45 ed è LAZIO-COMO. I comaschi sono numerosi, soprattutto se si considera la collocazione infame della partita, sono colorati con fumogeni e torce accese, realizzano una bella sciarpata, tanti e belli i bandieroni e gli stendardi. Insomma, bella presenza, tosta e compatta. Escono dall’’Olimpico’ soddisfatti per il pari conquistato. Esattamente il 9 gennaio 1900 nasceva l’S.S. Lazio, quindi viene realizzata una bellissima coreografia per l’anniversario, con, nella parte più bassa della Curva Nord, migliaia di torce dei telefonini accese a tutta curva e realizzato in lettere romane “CXXV”, il numero 125, formato da cartoncini bianchi e azzurri; nella parte alta decine e decine di bandieroni a sventolare e, a far da contorno, ancora torce accese dei cellulari. Ai piedi della scenografia lo striscione al centro “Supererò lo spazio e la luce per non farti invecchiare”, tratto da una nota hit del compianto Franco Battiato. Esposto anche, sul tema della coreografia sgamata nel derby del 5 gennaio, lo striscione “100 gruppi per una coreografia…chi tra voi ha fatto la spia???” (nel derby esposta la scritta “Più Gruppi che ultras”). La notte precedente la gara col Como i tifosi biancocelesti si erano dati appuntamento a Piazza della Libertà in tantissimi, dove avevano tantissimi bandieroni, diversi fumogeni accesi, con a capo lo striscione “125 anni d’amore per questa maglia S.S. Lazio come grido di battaglia!”, oltre a “L’arma più potente che un guerriero possa portare in battaglia è la certezza che la sua anima sia eterna”. Bella festa, riuscita bene, con tanto di fuochi d’artificio. Omaggio poi dei tifosi laziali a Jean Marie Le Pen, politico francese, ex leader e fondatore del partito politico di estrema destra Front National, scomparso in questi giorni, con la scritta, illuminata da una torcia e attorno diverse bandiere, “Buon viaggio Jean Marie”. Al sabato alle 15, oltre a Empoli-Lecce, si gioca anche UDINESE-ATALANTA, coi bergamaschi che riempiono pressoché tutto il settore ospiti, con la trasferta finalmente libera. Hanno con sé alcuni bandieroni. Certo non deludono ma altre volte sono stati più convincenti. I padroni di casa sventolano tanti bandieroni, realizzano una bella sciarpata e tanti sono gli stendardi presenti in curva. Il tifo è vivace come sempre ultimamente. L’Udinese domina a lungo, per la Dea è il secondo pareggio di fila. 21.727 spettatori ufficiali. Al sabato alle 18 va in scena TORINO-JUVENTUS, il Derby della Mole di Torino. Strapieno il settore ospiti juventino, con tante pezze e striscioni, bellissimi e numerosi i bandieroni sventolati di continuo. Bello il corteo juventino verso lo stadio, piuttosto numeroso, con tanti fumogeni e cori alzati. Durante il minuto di raccoglimento per la morte di Fabio Cudicini, alzano anche loro il coro “Lega Italiana figli di puttana”, riferito sempre alla decisione della Lega di non averlo concesso per i quattro ragazzi di Foggia scomparsi l’ottobre scorso. I granata fanno il loro buon tifo, anche se sono ancora in contestazione col presidente Cairo e mancano gli striscioni dei Gruppi ultras. Presente invece “Solo per la maglia!” al terzo anello, proposto più volte quest’anno e l’anno scorso. All’ingresso in campo delle squadre comunque accendono diversi fumogeni granata e bianchi, sventolando alcuni bandieroni. Durante il coro “Urbano Cairo devi vendere, vattene vattene…” arriva, ironia della sorte, il gol del pareggio del granata Vlasic. In Curva “Primavera”, dove agiscono i “Torino Hooligans”, che stanno vivendo un buon periodo di forma, realizzata una sciarpata con su stampato ad ogni sciarpa “Cairo vattene”; presenti con loro i fraterni gemellati fiorentini, con tanto di pezza “Pag”. Il pareggio va piuttosto bene al Torino. 27.014 gli spettatori ufficiali. Al sabato sera alle 20,45 c’è MILAN-CAGLIARI. Gli “Sconvolts Cagliari” sono abbastanza come numero e camminano in zona San Siro senza scorta, 18 anni dopo l’ultima volta che questa trasferta è stata loro permessa. Al corteo accendono molte torce, e i milanisti non si vedono. Dentro lo stadio sardi che alzano cori come “Noi siamo cagliaritani” e “Dove sono gli ultrà?”. La Curva Sud di Milano accende alcune torce, fa il suo tifo e prende in giro i cagliaritani cantando “Tornerete tornerete tornerete in Serie Beeee”, facendo il verso della pecora, riferendosi ai pastori sardi. L’1-1 finale accontenta indubbiamente molto di più il Cagliari. 69.263 spettatori ufficiali. Il lunch-match tradizionale della domenica alle 12,30 è GENOA-PARMA, coi parmensi che sono circa 900 e che occupano tutto il settore ospiti superiore, facendosi sentire più volte. Operano un buon tifo con bei battimani. Le due tifoserie si odiano e non se le mandano a dire. I genoani, autori di un bellissimo tifo come di consueto, con tantissimi bandieroni e molti fumogeni accesi, rivolgono ai parmensi lo stendardo “Boys Parma tre generazioni…di conigli”, e il coro, che sembra provenire dalla Gradinata Sud “Finché vivrò odierò Parma e Sampdoria, odierò Parma e Sampdoria, odierò finché vivrò…”, visto che è noto il gemellaggio tra parmensi e sampdoriani, cugini e acerrimi nemici dei genoani. Importantissima la vittoria dei padroni di casa. 31.689 gli spettatori ufficiali. Alle 15 della domenica si gioca VENEZIA-INTER. I nerazzurri faticano non poco per battere i veneziani, in uno stadio gremito (12.048 gli spettatori ufficiali). Il settore ospiti è pieno e non manca un tocco di colore a ravvivarlo, con alcuni bandieroni e stendardi e l’accensione di alcuni fumogeni azzurri. Anche il tifo non è male all’inizio, poi cala alla distanza. I veneziani sono autori di un buon tifo, con cori come “Forza Unione devi vincere vincere vincere…”, “Che bello è quando esco di casa per andare allo stadio a vedere l’Unione…,”, “Unione alé, forza Unione alé, voglio solo star con te…”. Non mancano cori di sfottò, come “Inter Inter vaffanculo!” e “Chi non salta insieme a noi cos’è, chi non salta insieme a noi cos’è, è un interista…”. Nel centro storico della città lagunare a un tifoso interista gli è stato intimato di togliersi la sciarpa, al rifiuto il tifoso è stato aggredito a cinghiate in faccia da un gruppo di ultras veneziani, sotto gli occhi della fidanzata. Visita ai veneziani degli austriaci “Ultras Rapid” con tanto di pezza. Alle 18 domenicali si gioca BOLOGNA-ROMA, coi romanisti che erano in circa 1.500 nonostante la costrizione della vendita dei biglietti vietata ai residenti nel Lazio. Esposta nel settore ospiti la scritta “Trasferte libere”, accesi fumogeni rossi. La Roma la pareggia su rigore al 98° per la loro gioia. A Roma in città esposta verso i laziali la frase “Voi costruttori nel tempo di un’identità farlocca mistificatori di realtà storiche, ostentatori di una nobiltà ingiustificata, relegati in eterno alla poca luce dei nostri riflessi…”. I bolognesi caricano la squadra con una bella sciarpata, diversi fumogeni e bandieroni (bello quello con scritto “Tanto tornano tutti”), come sono soliti fare. Tifo piuttosto buono e vivace. Lanci di oggetti in campo al gol del 2-2. 30.266 spettatori ufficiali. Il posticipo della domenica sera è NAPOLI-HELLAS VERONA. Ai veneti viene imposto il divieto di trasferta, per cui la Curva A espone l’eloquente striscione “Senza ultras non c’è partita, basta divieti!”. Molto buono il tifo delle due curve napoletane. Ora va di moda il coro “Sono un napoletano, napoletano vero”, sulle note della famosissima canzone di Toto Cutugno “L’italiano”. Stranamente lo stadio non è esaurito, ma il Napoli vince ancora e conferma il primo posto in solitudine, dando torto a chi non è andato allo stadio. La partita MONZA-FIORENTINA non viene trattata per motivi tecnici.
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