Juventus-Milan, la sfida dei conti: così RedBird ha superato Elkann
Allo Stadium tra Juventus e Milan andrà in scena una sfida non solo di campo ma anche di conti. Un match in cui il Milan di RedBird vince oggi per distacco sulla Juventus di Elkann, cui rimane (per ora) solo il vantaggio dello stadio di proprietà su cui dal 2011 il club bianconero ha ancorato un percorso di crescita e competitività a lungo tumultuoso e poi affogato nelle difficoltà. Per ora, visti gli sviluppi della vicenda San Siro a Milano con la prospettiva finalmente concreta che dal 2031 anche nell’area dell’attuale Meazza nasca qualcosa di moderno, funzionale e ricco per i due club milanesi.
La fotografia attuale è quella di due club che hanno intrapreso negli ultimi cinque anni percorsi inversi. La Juventus che era il faro del calcio italiano, non solo per gli scudetti vinti in sequenza tra il 2012 al 2020 ma anche per esserci riuscita coniugando competitività ed equilibrio economico e finanziario, ha smarrito la retta via. Il Milan transitato da Berlusconi ai fondi made in Usa, con l’intermezzo cinese di Yonghong Li, è diventato uno dei paradigmi di come anche in Italia si possa fare calcio senza perdere denaro. Anzi, guadagnando alla fine delle stagioni.
Juventus e Milan, la parabola (inversa) delle perdite di bilancio
La sintesi brutale è nei dati di bilancio noti dal 2019 al 2024. Cinque anni, con in mezzo lo tsunami del Covid, in cui la Juventus ha accumulato perdite per 919 milioni di euro e il Milan si è fermato a 374 con una netta inversione nell’ultimo triennio (2021-2024). Elliott prima e RedBird poi sono riusciti a trasformare il club rossonero in una macchina da utili (due consecutivi nel 2023 e 2024 e un terzo in arrivo con i conti chiusi lo scorso 30 giugno), mentre i bianconeri hanno bruciato oltre mezzo miliardo di euro continuando a chiedere interventi all’azionista di maggioranza.
Bisogna leggere così anche il -58,1 milioni di euro appena approvato dal Consiglio d’amministrazione juventino, netto miglioramento rispetto al -199 di un anno fa ma comunque lontano dall’equilibrio. Non a caso ad Exor è stato chiesto un nuovo sforzo sotto forma di aumento di capitale da 110 milioni (30 già versati) e il business plan che prevedeva di rimettere tutto in ordine nel 2027 è stato rimodellato al ribasso. Il Milan ha assorbito una stagione negativa in campo cedendo un pezzo pregiato (Reijnders) prima della chiusura del bilancio e monetizzando in estate la rivoluzione tecnica così da poter prevedere un risultato positivo anche dopo un’annata senza i ricavi della Champions League.
Stipendi e cartellini, tutti i numeri di Juventus e Milan
E in campo? Igor Tudor e Max Allegri hanno a disposizione due rose che si equivalgono per valore e costi. Una, quella della Juventus, costruita per reggere l’impatto di una stagione potenzialmente da 55-60 partite mentre l’altra, quella del Milan, che deve affrontare soltanto i mari del campionato e della Coppa Italia. Le strategie nell’ultima sessione del mercato sono state diverse.
Tare ha ottimizzato le necessità tecniche, rifondazione dopo la stagione dell’ottavo posto in classifica, e quelle di bilancio dando vita a una girandola di cessioni su cui ha innestato investimenti mirati ad avere subito una squadra competitiva, anche derogando alla regola dei giovani di stipendio basso. Il Milan (fonte Transfermarkt) ha speso 162 milioni di euro con un saldo positivo di 14 mentre la Juventus è andata in rosso: 137 milioni investiti e 52 di saldo negativo.
Conti alla mano, come ha stimato Calcio e Finanza alla fine dell’estate delle trattative, le due rose hanno costi non troppo distanti tra ingaggi e quota ammortamento dei cartellini: 235,2 milioni di euro la Juventus (seconda alle spalle del Napoli) e 197,4 milioni per il Milan (3°). La permanenza di Vlahovic in bianconero ha portato come conseguenza che i bianconeri sono rimasti molto in alto nella classifica degli stipendi (123 milioni di euro contro i 104 dei rossoneri) e la coda delle spese dell’estate di Giuntoli e Thiago Motta non ha cessato di far sentire i suoi effetti alla voce ammortamenti (112 contro 93).
Chi spende meglio? Lo dirà il campo. Chiudendo la sfida dei conti e dei numeri, però, il verdetto dice che la Juventus si fa ancora preferire se è vero che il valore della rosa a inizio ottobre – dato stimato dal database Transfermarkt – è di 582 milioni di euro per i bianconeri e 471 per i rossoneri. Con una curiosità: il lavoro di Tudor lo ha fatto crescere del 9% dal 1° settembre al 1° ottobre mentre quello di Allegri lo ha deprezzato dell’8,6% nello stesso arco temporale. La classifica racconta una storia diversa, ma la sentenza finale la scriverà il campo allo Stadium.