Guerra in Ucraina: al vertice di Copenaghen è «Orban contro tutti»
Giornata densa di eventi mentre i leader europei si ritrovavano per il secondo giorno a Copenaghen, a Sochi il Presidente russo teneva di fronte a una platea proveniente da oltre 40 Paesi il suo annuale discorso al “forum politico di Valdai”.
Gli europei in Danimarca
«Copenaghen, secondo giorno. La situazione è seria. Sul tavolo ci sono proposte genuinamente a favore della guerra. Vogliono destinare i fondi dell’Ue all’Ucraina. Vogliono accelerare l’adesione dell’Ucraina con ogni sorta di trucco legale. Vogliono finanziare le consegne di armi. Tutte le proposte mostrano che Bruxelles vuole andare in guerra». Questo il messaggio pubblicato ieri sui social da un allarmato Viktor Orban, Primo ministro ungherese, poco dopo l’inizio del vertice della Comunità politica europea a Copenaghen.
Lo scopo del consesso è stato subito chiarito dalla padrona di casa, il Primo ministro Matte Frederiksen: «La sicurezza in Europa e la nostra necessità di riarmarci sono al centro delle discussioni, Ucraina inclusa. Il presidente Zelensky parteciperà alle nostre discussioni».
Detto, fatto. Tant’è vero che il Presidente ucraino ha subito sottolineato come i soldati di Kiev siano ora in Danimarca per effettuare «il primo passo nel percorso verso un efficace muro contro i droni, per proteggere tutta l’Europa».
Altro tema molto caro al Presidente è l’adesione all’Unione Europea, dove, secondo Zelensky, Kiev «ha bisogno di progressi concreti. L’Ucraina ha completato il processo di screening, siamo pronti ad aprire il cluster 1 e questo deve essere fatto, esattamente come concordato».
Orban contro tutti
Su questo punto non è però d’accordo il già citato Primo ministro ungherese (tanto che il summit di ieri potrebbe anche essere riassunto come “Orban contro tutti”), che già mercoledì aveva ribadito il suo “no” all’adesione accelerata di Kiev all’Ue, una posizione confermata anche oggi.
Che le relazioni fra Ungheria e Ucraina siano tese non è certo cosa nuova, lo è invece il battibecco social fra Orban e il premier polacco Donald Tusk, con quest’ultimo che, rispondendo all’ungherese, ha affermato su X come «è stata la Russia a scatenare la guerra contro l’Ucraina. È stata lei a decidere che viviamo in tempo di guerra. E in un momento come questo, l’unica domanda è da che parte stai».
Immediata la risposta di Orban: «La Russia è in guerra. L’Ucraina è in guerra. L’Ungheria no. Capisco che siete fermamente dalla parte dell’Ucraina, ma vi prego di comprendere che noi siamo fermamente dalla parte dell’Ungheria. La tua domanda è: chi vincerà la guerra tra Russia e Ucraina? La mia domanda è: come possiamo porre fine alla guerra, salvare decine di migliaia di vite e garantire la sicurezza degli ungheresi».
Il titolo informale di “Orban contro tutti” è stato però ancora una volta confermato da una notizia esclusiva riportata da Bloomberg, secondo la quale il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, durante il Consiglio europeo informale di mercoledì, avrebbe attaccato il Primo ministro ungherese accusandolo di aver fatto deragliare le discussioni sulle esigenze di sicurezza del blocco.
Sequestro degli asset russi
Ciò che è certo, invece, è che dopo i tentennamenti iniziali il Cancelliere sembra ora approvare l’idea di utilizzare gli asset russi attraverso un “prestito di riparazione” da girare all’Ucraina: «Sosterrò qualsiasi strada che consenta di utilizzare gli asset russi per continuare ad aiutare l’Ucraina».
Nemmeno a dirlo, il premier ungherese è contrario all’idea, stavolta però a dargli manforte ci sono il collega belga, Bart De Wever, e la Banca Centrale Europea, che almeno per il momento, continua a suggerire cautela.
Le parole di Putin a Valdai
Il Presidente russo Vladimir Putin ha tenuto il suo annuale discorso al forum Valdai di Sochi, utilizzando la piattaforma per lanciare critiche taglienti ai leader europei e ribadire la sua visione di un mondo multipolare. «Le élite dell’Europa unita continuano ad alimentare l’isteria», ha dichiarato Putin, definendo «insensata» l’idea che la Russia stia per attaccare l’Europa e consigliando ai leader europei di «rilassarsi e dormire pacificamente, pensando ai loro problemi».
Nonostante i toni apparentemente distensivi, Putin ha avvertito che la Russia sta “monitorando da vicino il riarmo dell’Europa” e che Mosca “risponderà con decisione a ogni minaccia alla sua sovranità”.
Il leader russo ha respinto categoricamente l’ipotesi di un attacco alla Nato, definendola «inconcepibile e insensato», ma ha simultaneamente sostenuto che tutti i Paesi dell’Alleanza «siano in guerra con noi», affermando che «istruttori della Nato controllano ogni azione delle Forze armate ucraine».
L’intervento di Putin ha confermato ancora una volta l’approccio del Cremlino, che considera il conflitto ucraino non come una questione territoriale, ma come parte di uno scontro più ampio per ridefinire l’ordine mondiale, con la Russia determinata a instaurare un sistema multipolare, un’idea che trova sempre più concordi diversi Paesi del Sud Globale.