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San Siro, dopo la vendita ora la “maggioranza Sala” perde i pezzi

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Il via libera alla vendita di San Siro sembra aver provocato scossoni interni dal potenziale distruttivo all’interno della giunta di Beppe Sala. Dopo il voto favorevole, arrivato in Consiglio comunale al termine di una estenuante seduta di 11 ore, la maggioranza di sinistra registra ora le prime defezioni.

Si dimette il capo della Lista Sala

La prima significativa crepa nell’edificio politico della maggioranza di sinistra si materializza con la decisione di Marco Fumagalli di dimettersi da capogruppo della Lista “Beppe Sala Sindaco”.

Il capogruppo uscente aveva espresso fin dall’inizio la propria contrarietà all’operazione San Siro, mantenendo una posizione critica che lo aveva portato a non partecipare nemmeno al voto finale. 

Non essendo più determinante il suo voto, vista l’uscita dall’aula dei consiglieri di Forza Italia che ha abbassato il quorum, Fumagalli ha deciso di non votare durante la seduta, decidendo quindi di dimettersi da capogruppo della lista Sala.

La sua uscita rappresenta un segnale preoccupante per la tenuta della coalizione, oltre che una potente allegoria dell’isolamento e delle difficoltà che stanno caratterizzando il secondo mandato di Beppe Sala.

Monguzzi dice “addio”

Ancor più clamoroso e definitivo è l’annuncio di Carlo Monguzzi, il consigliere comunale di 74 anni di Europa Verde, che ha ufficializzato la sua uscita dalla maggioranza con parole di fuoco contro l’amministrazione. 

«In Comune la politica è finita. Vincono cinismo e opportunismo. Dal sogno iniziato con Pisapia all’incubo di questi giorni. Per me la misura è colma. Addio», ha scritto in una nota dai toni durissimi l’ambientalista milanese.

Il messaggio di Monguzzi rappresenta molto più di una semplice defezione politica: è una rottura ideologica profonda con quella che lui stesso definisce «la maggioranza del cemento». L’esponente dei Verdi, che aveva votato contro la delibera sulla vendita di San Siro, considera il via libera al nuovo stadio «il punto di rottura definitivo» dopo mesi di crescenti tensioni con l’amministrazione comunale.

La fuoriuscita di Monguzzi dalla maggioranza potrebbe avere conseguenze ancora più ampie per l’equilibrio politico di Palazzo Marino. Il parlamentare dei Verdi Angelo Bonelli aveva già annunciato «una profonda riflessione» sulla permanenza del partito nella giunta e nella maggioranza, e l’uscita ufficiale di uno dei consiglieri più rappresentativi del movimento ambientalista milanese potrebbe accelerare un processo di distacco più generale.

La giunta traballa

Insomma, è crisi profonda per l’amministrazione Sala, che va ben oltre le singole defezioni legate al caso San Siro. La giunta è infatti già stata azzoppata dalle indagini sull’urbanistica che hanno portato alle dimissioni di due assessori: prima Guido Bardelli, assessore alla Casa dimessosi a marzo 2025 dopo che alcune sue chat private erano finite nell’inchiesta della Procura, e successivamente Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana che ha lasciato l’incarico lo scorso luglio.

Ora, con la crisi post-San Siro, la tenuta della maggioranza appare sempre più fragile. «Nessun pericolo per la Giunta», ha tentato di rassicurare Sala, ma i fatti sembrano smentire l’ottimismo del sindaco.

I Verdi, attraverso il loro leader nazionale Bonelli, stanno valutando «se esistano ancora le condizioni per sostenere la giunta», mentre l’assessore all’Ambiente Elena Grandi potrebbe essere costretta a lasciare l’esecutivo come conseguenza della rottura del suo partito con la maggioranza. In tal caso, si prefigura (l’ennesimo) rimpasto, sulle dimissioni del sindaco abbiamo ormai perso le speranze.