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Сентябрь
2025

San Siro venduto a Milan e Inter: tutti i contenti e i delusi

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Il voto con cui il Consiglio comunale di Milano ha approvato la delibera di vendita di San Siro e dell’area circostante a Milan e Inter, arrivata nel cuore della notte con una maggioranza risicata e con l’appoggio di Forza Italia che ha fatto uscire i suoi consiglieri al momento del voto, ha provocato una forte spaccatura politica mentre dal mondo del calcio l’istanza era quella di consentire ai due club milanesi di poter sviluppare il proprio progetto.

Contenti e delusi, dunque, nel giorno dopo la notte della verità. Ecco il quadro delle reazioni alla svolta che proietta Milano verso la nascita di un nuovo stadio e di un quartiere dedicato con il futuro abbattimento di quasi tutto l’attuale Meazza.

Il commento di Milan e Inter: “Soddisfatti, guardiamo con fiducia al futuro”

I due club che hanno avanzato l’offerta e il progetto, su cui il Consiglio comunale si è espresso con un voto favorevole, hanno commentato con una nota: “AC Milan e FC Internazionale Milano esprimono soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio Comunale della vendita di San Siro e dell’area circostante: un passo storico e decisivo per il futuro dei Club e della città. In attesa della comunicazione ufficiale dell’esito del dibattito consiliare da parte della Giunta, i Club guardano con fiducia e responsabilità ai prossimi passaggi dell’iter che li porterà a realizzare un nuovo stadio che soddisfa i più elevati standard internazionali: un impianto di livello mondiale destinato a diventare una nuova icona architettonica per Milano e un simbolo della passione dei tifosi di calcio di tutto il mondo”.

Le reazioni politiche: contenti e scontenti dopo il voto del Consiglio comunale

L’onda lunga del voto del Consiglio finisce anche a Roma. Nel fronte del centrodestra pesa la differenza di posizioni tra Forza Italia e gli alleati, la mossa che ha consentito al sindaco Sala di abbassare il quorum e far passare la delibera anche senza i 25 voti necessari (ne ha contati 24).

Per la Giunta si è espressa Anna Scavuzzo, vice sindaco e braccio destro di Beppe Sala: “Voglio ringraziare quanti hanno lavorato per arrivare a questo risultato, che ci impegna in una proposta utile e necessaria a valorizzare il patrimonio pubblico. Dal confronto sviluppato con il Consiglio comunale è stato possibile rafforzare la proposta di elementi essenziali con cui il Comune affronterà la vendita dello stadio e del compendio immobiliare della Gfu San Siro, con la massima attenzione ai principi di trasparenza e legalità, e impegnandosi a proseguire il percorso che porterà alla convenzione urbanistica e al Piano attuativo. Sarà necessario proseguire il dialogo con il Consiglio e i Municipi per quelli che saranno gli interventi sul territorio in un progetto che permetterà di investire sul futuro di San Siro, con attenzione allo sviluppo del quartiere, alla sua rigenerazione e al nuovo stadio”.

Fabrizio Cecchetti (Lega Nord): “La delibera approvata in Consiglio comunale con la tagliola che ha cancellato centinaia di emendamenti rappresenta uno schiaffo al confronto democratico e riduce l’aula a un passacarte della maggioranza. Si tratta di un’operazione piena di zone d’ombra che rischia di consegnare un simbolo della città agli interessi privati. Grave anche l’atteggiamento di chi, come Forza Italia, ha preferito uscire dall’aula favorendo di fatto il Pd e Sala. La Lega ha detto no perché San Siro va difeso, insieme ai cittadini milanesi che meritano rispetto”.

Barbara Berlusconi: “Primo passo e bella notizia per la città”

Il giudizio di Barbara Berlusconi, autrice nel 2015 del progetto poi fallito di costruire uno stadio per il Milan nella zona del Portello: “La decisione del Consiglio comunale è solo un primo ma importante passo verso la costruzione del nuovo stadio e una bella notizia per la città. La strada purtroppo è ancora lunga, ma finalmente la logica della conservazione e del no a prescindere da tutto, non ha prevalso. Milano ha sempre sacrificato una parte della propria storia e conformazione urbanistica in nome del progresso e della modernità. Per questo è la città che è oggi”.

Articolo in aggiornamento