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LuCake, dal forno di famiglia a fenomeno social: la pasticceria diventa social

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“Non c’è nessun dolce che può accontentare il palato se non è raccontato”. Questa frase pronunciata da uno dei più grandi pasticceri di tutti i tempi, Iginio Massari, la si può garbatamente associare alla storia di Luca Perego, conosciuto sui social come @LuCake, pasticcere per vocazione e “content creator”, creatore di contenuti, quando ancora questa definizione era anni luce dall’essere coniata sui social.

Perché Luca è un ragazzo cresciuto allo stesso ritmo dei social, dalla fase più acerba nel 2012, quando il potenziale di Instagram era pressoché inimmaginabile, fino a raggiungere una community di quasi un milione di followers e visualizzazioni,  fino al prestigioso riconoscimento di Forbes nel 2022, che l’ha inserito nei 100 giovani italiani under 30 leader del futuro. La capacità di un giovane talentuoso che ha saputo sfruttare e adeguarsi alle nuove tendenze vedendo un potenziale, quando Instagram contava pochissimi iscritti e  ancor meno fruitori, quando le stories erano ancora lontane dai progetti del signor Zuckerberg.

Luca, cominciamo dall’inizio: la tua è un po’ una passione tramandata, la tua famiglia porta avanti la nobile attività della panificazione da oltre 120 anni

“Possiamo dire che la passione per gli impasti è di famiglia. Il mio bisnonno ha fondato il suo panificio a Castello di Brianza nel 1903, e da lì è passato a mio nonno, poi a mio padre e ai miei zii. Io sono stato il primo ad avvicinarmi al mondo della pasticceria. Fin da piccolo ero più orientato ai dolci: ho fatto la scuola di pasticceria, e il mio primo impiego è stato come dipendente in un’azienda di catering per matrimoni. Una mole di lavoro enorme:  quasi sei anni che non solo hanno concretizzato tutte le conoscenze apprese a scuola, ma mi hanno regalato una fortissima esperienza. Da lì è germogliata l’occasione di iniziare a curare i miei profili social, nati in maniera molto casuale.”

Cioè?

“Ho aperto il mio profilo Instagram nel 2012, quando quasi nessuno in Italia lo conosceva (il social che faceva da padrone era Facebook), tanto che l’ho tenuto in standby per un anno.. Nel 2013 ho iniziato a pubblicare delle foto. Più che vere foto, erano scatti rubati; lavorando nel contesto dei matrimoni, era facile estrapolare fotografie scenografiche di un dolce, ma a volte erano immagini scattate sul bancone della cucina dove lavoravo. Successivamente, vedendo che le persone si appassionavano, preparavo e fotografavo dolci anche a casa, per presentarli in modo più accattivante, arrivando poi a frequentare dei corsi di fotografia specifici. C’è un mondo per la realizzazione di immagini fotografiche, e attraverso le immagini che crei e proponi, racconti la tua pasticceria. All’epoca era tra l’altro l’unica arma che avevo a disposizione per invogliare a far assaggiare ciò che cucinavo: sui social non esistevano ancora né i video, né tantomeno le stories.”

Hai iniziato da giovanissimo, e sicuramente la giovane età ha agevolato questa tua propensione per le novità, e per queste nuove tendenze sociali.

“Il mio percorso è fatto di un tassello alla volta, mi sono affiancato ai social network, cambiando e crescendo con loro. Ho iniziato  a collaborare con le aziende quando hanno scelto di usare i social come nuovo mezzo lavorativo, o di brand che decidevano di diventare partner dei tuoi contenuti. La pasticceria è stata sempre la protagonista, ma è cambiato costantemente il modo di raccontarla, adattando il contenuto alle novità e a ciò che più veniva richiesto. Ammetto anche che questo lavoro mi ha cambiato tantissimo; sono sempre stato un ragazzo timido, ma ho imparato a parlare davanti a una telecamera. L’ho fatto perché è importante metterci la faccia: le persone si immedesimano con chi si presenta e si mostra. Non si empatizza con un dolce!” 

Quando hai iniziato, un ragazzo di ventidue anni esperto in pasticceria, era una novità…

“Assolutamente, credo che questa cosa ai tempi, abbia giocato a mio favore. Oggi è abbastanza comune vedere ragazzi giovani, anche maschi, proporre ricette, ma quando ho iniziato, sono stato tra i più giovani a cimentarsi ai fornelli. Il mio profilo, balzava indubbiamente all’occhio. È stata un’ulteriore carta vincente!”

Una scuola di pasticceria online aperta nel 2024, una tua linea di prodotti, e due libri pubblicati con Mondadori, tra cui un bestseller

“Nel novembre 2024 ho aperto la mia scuola di pasticceria online, corsi registrati divisi in classi, lezioni e argomenti. Insieme a questo progetto è uscita la mia linea di prodotti di sac a poche professionali che in tanti mi chiedevano, perché non facilissimi da reperire.

Nel 2021 ho scritto “LuCake” che è diventato oscar bestseller Mondadori. È un libro che nasce per diffondere le basi della pasticceria, un libro utile, non da lasciare su uno scaffale in cucina. All’interno si trova proprio una parte intitolata “Prima volta in cucina”, che aiuta chiunque non sia avvezzo a realizzare torte semplici. Offro le versioni semplici di dolci complessi, come una crostata o dei cookies. Nel 2023 è uscita la “versione salata”, e mi piacerebbe in un futuro continuare questa collana: ma al momento lascio che la creatività faccia il suo corso e si prenda i propri tempi.”

La scelta del nome “LuCake” è davvero geniale, una perfetta combinazione tra Luca e Cake.

“Nasce da un’idea di una mia amica, Gaia, alle superiori, in tempi non sospetti, quando nulla di tutto questo era ancora nato. Spesso mi chiamava per chiedermi consigli su come cucinare, suggerendomi di aprire un canale YouTube, l’unico social presente all’epoca, e chiamarlo, appunto, LuCake. Ai tempi ci siamo fatti una risata, ma anni dopo, quando ho dovuto cercare un nome per il mio profilo, l’ho trovato perfetto!”

Un ultima domanda: qual è il tuo dolce preferito?

“I dolci che preferisco cucinare sono quelli che richiedono la decorazione con frutta fresca o sac-a-poche: i dolci vecchio stile, diciamo. Quelli che mettono in evidenza l’abilità del pasticcere. Quello che preferisco mangiare, invece, è in assoluto la classica torta soffice di mele: genuina, semplice e senza fronzoli né decorazioni. Di quella ne potrei tranquillamente mangiare più di metà in una volta sola!”