ru24.pro
Panorama
Сентябрь
2025
1 2 3 4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30

È morto Emilio Fede, il volto che ha attraversato mezzo secolo di tv italiana

0

Le sue condizioni si erano aggravate al punto da richiedere un ricovero d’urgenza in ospedale. Dopo poche ore, la notizia. Come l’avrebbe data a lui. Ci lascia a 94 anni Emilio Fede, giornalista e volto storico dell’informazione televisiva italiana.

C’era una volta la televisione con le poltrone di velluto negli studi e il fumo di sigaretta che aleggiava tra luci calde e microfoni ingombranti. In quel mondo entrò Emilio Fede, voce impostata, sguardo fisso nell’obiettivo, l’aria di chi non legge un gobbo, ma racconta al Paese una verità già scritta nella sua testa.

Nato il 24 giugno 1931 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, Emilio Fede cresce tra la Sicilia e San Piero Patti. Dopo il diploma classico, si trasferisce a Roma, dove muove i primi passi nel giornalismo, collaborando con Il Momento e con la Gazzetta del Popolo di Torino cresciuto professionalmente in Rai tra cronache e inviati, divenne presto uno dei volti familiari dell’informazione serale.

L’ascesa in Rai e le cronache d’Africa

Negli anni ’50 entra in Rai, approdando alla televisione con il programma Il circolo dei castori. Sperimenta la cronaca tra le redazioni e come inviato speciale in Africa: otto anni di reportage nei contesti della decolonizzazione, in oltre 40 Paesi. È uno dei volti che impongono una nuova idea di notiziario, più vicino al racconto visivo del mondo.

Il volto del TG1 e la “TV del dolore”

Nel 1976 diventa conduttore del TG1 per cinque anni, vestendo poi la direzione tra 1981 e 1982. Sotto la sua guida, viene trasmessa la maratona televisiva sull’incidente di Vermicino – uno dei primi esempi di cronaca in diretta estesa, seguita da 25 milioni di spettatori – inaugurando l’era della cosiddetta “TV del dolore”.

La parabola Mediaset: Studio Aperto e TG4

Nel 1987 lascia la Rai e inizia la collaborazione con Fininvest. Tra i suoi primati c’è quello di aver lanciato Studio Aperto, il primo telegiornale privato a dare l’annuncio dell’inizio della Guerra del Golfo in diretta.

Il 1° giugno 1992 approda al TG4, da lui diretto fino al 28 marzo 2012, diventando il direttore più longevo della testata.

Stile, critiche e scandali

Editoriale schiettamente schierato, tono personale e interazioni dirette con la politica: il TG4 sotto la sua direzione diventa un notiziario-partito, punto di riferimento per i nemici e fan dei detrattori. La linea editoriale e le accuse di faziosità attirano richiami dall’AGCOM, con sanzioni pecuniarie, a cui risponde sfidando apertamente i regolatori.

Non mancano le controversie personali: procedimenti per bancarotta fraudolenta (condannato e poi assolto in appello); l’affaire Mediaset con richiesta risarcitoria a 8 milioni e licenziamento; e il procedimento “Ruby”, culminato nella conferma definitiva, nel 2019, di una condanna a 4 anni e 7 mesi per favoreggiamento della prostituzione, scontata in detenzione domiciliare per motivi d’età.

L’ultima inquadratura

Emilio Fede è stato molto più di un giornalista televisivo: un attore protagonista del racconto televisivo, con una carriera lunga, controversa, segnata dalla centralità della propria figura e da una forte vicinanza a Silvio Berlusconi. Quel volto, che ha attraversato quarant’anni di informazione, ora resta fissato nella memoria collettiva come simbolo di un’epoca della televisione italiana.