Cauto ottimismo ai colloqui di pace a Gedda
«Ci stiamo arrivando». Così il consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, ha risposto a un giornalista che gli chiedeva un aggiornamento sui colloqui in corso a Gedda con i rappresentanti ucraini. Waltz e il Segretario di Stato Marco Rubio sono stati fermati dai cronisti nella hall dell'hotel Ritz-Carlton, sede delle trattative. L'incontro, decisivo per le dinamiche geopolitiche della regione e non solo, prosegue tra attesa e la massima riservatezza. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha evitato di rispondere alla domanda se Mosca sarebbe disposta ad accettare un cessate il fuoco parziale in Ucraina nel caso in cui venisse proposto da Kiev. « È del tutto impossibile parlare di posizioni per ora », ha dichiarato all’agenzia Tass Peskov, sottolineando che «solo oggi gli Stati Uniti sapranno dall'Ucraina fino a che punto Kiev è pronta per la pace» Il portavoce ha inoltre definito prematuro discutere i dettagli delle possibili soluzioni: «Sarebbe una grande stupidità estrarre ora alcuni frammenti dai piani di soluzione», ha concluso. L'Ucraina invece è disposta a negoziare per porre fine alla guerra. Lo ha dichiarato Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente Volodymyr Zelensky, alla guida della delegazione ucraina ai colloqui di Gedda: «Siamo pronti a fare di tutto per raggiungere la pace», ha affermato Yermak ai giornalisti prima di entrare alla riunione. Se a Gedda si discute la guerra russo-ucraina prosegue e la scorsa notte l'Ucraina ha sferrato il più imponente attacco con droni mai diretto contro la regione di Mosca, causando numerose esplosioni costringendo la Russia a interrompere le operazioni in quattro aeroporti: Zhukovsky e Domodedovo nella capitale, Strigino a Nizhny Novgorod e Tunoshnaya a Yaroslavl. Stando alle dichiarazioni del governatore della regione di Mosca, l'assalto ha provocato almeno tre vittime e una decina di feriti. In pratica gli ucraini hanno fatto vivere agli abitanti di Mosca e della regione quello che vivono loro ogni giorno dal 2022.
Le difese tecnologiche russe non sono riuscite se non parzialmente a fermare l'ondata di attacchi, che ha colpito dieci regioni del Paese. Fino a oggi Kiev aveva sempre evitato di prendere di mira la capitale russa inoltre Mosca era riuscita a rinforzare le proprie barriere elettroniche abbattendo i droni prima che potessero riuscire a raggiungere i loro obiettivi. Ora quanto accaduto la scorsa notte mostra come le informazioni che riceviamo sul conflitto non sono sempre attendibili e l'efficacia di questo attacco rappresenta una chiara dimostrazione della rinnovata capacità offensiva ucraina, giunta proprio a poche ore dall'inizio del vertice di Gedda tra rappresentanti americani e ucraini. Secondo il Cremlino, l'Ucraina potrebbe aver sferrato il massiccio attacco notturno su Mosca e dintorni per bloccare sul nascere i negoziati per la pace. L'azione, ha detto il portavoce Dmitri Peskov a quanto riporta l'Itar Tass, « potrebbe compromettere la tendenza al dialogo appena emersa». Si discute anche in Europa e precisamente a Parigi dove oggi una trentina di Paesi partecipano alla riunione promossa dal presidente francese Emmanuel Macron con i capi di stato maggiore degli eserciti europei e della NATO. L'incontro, definito la «coalizione dei volonterosi», punta a garantire le condizioni per una futura pace in Ucraina. L'evento organizzato a margine del Paris Defence and Security Forum, in programma da oggi a dopodomani all'Ecole Militaire, viene organizzato in stretto coordinamento «con il comando militare della Nato che è stato associato all'iniziativa», come riferito dallo stesso Emmanuel Macron.
Domani, sempre nella capitale francese, si terrà invece un incontro tra i ministri della Difesa di Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito «per coordinare la propria azione e il sostegno a Kiev». Per l'Italia sarà presente il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, parlando alla Plenaria del Parlamento Europeo ha parlato dell'utilizzo dei fondi di coesione per il “RearmEu”: «E’ una possibilità che stiamo offrendo agli Stati membri. Gli Stati membri avranno la possibilità di reindirizzare alcuni dei loro fondi non impegnati verso progetti legati alla difesa. Potrebbe trattarsi di infrastrutture o di ricerca e sviluppo. Si tratta di una scelta volontaria. Spetterà al Parlamento e al Consiglio decidere su questa opzione aggiuntiva». Poi Von der Leyen ha proseguito: «Per lo stesso motivo, "Rearm Europe" prevede anche misure per mobilitare gli investimenti privati, con la Banca europea per gli investimenti e l'imminente Unione del risparmio e degli investimenti. Permettetemi di aggiungere che tutto ciò avrà ricadute positive anche per la nostra economia e la nostra competitività». Infine, l’affondo sulla Russia: «Tutti vorremmo vivere in tempi più tranquilli. Ma sono fiducioso che, se liberiamo la nostra potenza industriale, possiamo ripristinare la deterrenza contro coloro che cercano di danneggiarci. È tempo di costruire un'Unione Europea di Difesa che garantisca la pace nel nostro continente attraverso l'unità e la forza». L’ombrello protettivo americano presto non ci sarà piu’ e ora l’Europa prova a reagire. Il tempo ci dirà se la strada intrapresa è quella giusta.
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