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Brian Hughes: "Solo con Trump la pace è possibile"

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Grande scalpore hanno suscitato i primi atti di politica estera di Donald Trump. C’è chi lo accusa di essere dalla parte di Vladimir Putin, chi lo taccia di aver orchestrato una “pulizia etnica” nella Striscia di Gaza, chi di aver addirittura teso un’ “imboscata” a Volodymyr Zelensky durante la sua visita nello studio ovale. In realtà, al netto delle sensibilità di ciascuno, è ancora troppo presto per elaborare un giudizio solido su una serie di situazioni che - dall’Ucraina al Medio Oriente - risultano attualmente in evoluzione. Spesso si preferiscono le banalizzazioni macchiettistiche alla paziente comprensione del quadro generale nella sua complessità. E’ quindi per avere un punto di vista interno all’attuale amministrazione americana che La Verità ha intervistato in esclusiva Brian Hughes: il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. Un tempo senior advisor della campagna di Trump, Hughes è stato responsabile della comunicazione del suo team di transizione presidenziale, per poi approdare all’incarico che ricopre attualmente al fianco del consigliere per la sicurezza nazionale americano, Mike Waltz. In particolare, abbiamo parlato di Ucraina, Medio Oriente e rapporti transatlantici.

Brian Hughes, in Italia si sono registrate polemiche piuttosto aspre sulla lite tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nello studio ovale. Alcuni giornali e ambienti politici accusano anche l’inquilino della Casa Bianca di spalleggiare Vladimir Putin. Qual è il punto di vista dell’amministrazione americana nel tentativo di risoluzione della crisi ucraina?

“Il presidente Trump è dalla parte della pace. Affinché questa guerra di tre anni e tutto quel sangue e quella morte finiscano, entrambe le parti devono essere pronte a discutere un percorso verso la pace. Gli ucraini e i russi hanno pagato con il sangue, gli europei e gli americani hanno pagato con i soldi. Ciò che resta è una guerra infinita e brutale, a meno che non lavoriamo per la pace”.

E del rapporto tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky che cosa può dirmi?

“Il presidente Trump è stato lieto di dare il benvenuto al presidente Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca e tutti noi ci aspettavamo una festa quel giorno attorno alla firma dell'accordo sui minerali. L'accordo sui minerali è importante per gli Stati Uniti perché avvia il recupero di denaro già versato dai contribuenti americani. Sarebbe importante per l'Ucraina, perché non esiste un partner economico migliore degli Stati Uniti.”

Veniamo al Medio Oriente. In Italia, il piano di ricostruzione proposto da Trump per la Striscia di Gaza è stato duramente criticato da larga parte dell’establishment mediatico. C’è addirittura chi accusa il presidente americano di promuovere una “pulizia etnica” ai danni dei palestinesi. Come risponde a queste accuse?

“In Medio Oriente da generazioni l'instabilità è in gran parte dovuta al fatto che nella Striscia di Gaza il mondo continua a provare ripetutamente le stesse soluzioni. Il presidente Trump ha elaborato una nuova idea audace nello sforzo di ricostruire Gaza. L’obiettivo è quello di vedere una pace e una stabilità durature per l'intera regione. Hamas deve essere cacciata via e i palestinesi devono essere trasferiti mentre si affronta l'orrore della zona di demolizione. Potrebbero volerci dieci o vent’anni”.

Venendo all’Italia, vede spazi di collaborazione significativa tra l’amministrazione Trump e il governo di Giorgia Meloni? Mi riferisco soprattutto al Mediterraneo.

“Il presidente Trump ha avuto un buon rapporto con Giorgia Meloni e ama il popolo italiano. Le nostre nazioni godono di una lunga e importante amicizia”.


(Intervista pubblicata su La Verità l'11 marzo 2025)