Riad, iniziati i colloqui tra Usa e Russia. Tutti gli aggiornamenti
Nella giornata di ieri è andato in scena il vertice dei principali Paesi europei a Parigi. Convocato con urgenza da Macron, ha sostanzialmente ribadito l’impotenza del Vecchio continente nel nuovo scacchiere globale. Aveva ragione il vicepresidente americano Vance: l’Ue si sta sgretolando. Ma non sono i nemici esterni i primi responsabili, bensì fattori endogeni. Nella capitale francese non si è deciso nulla di rilevante. I Capi di Stato presenti hanno continuato a ripetere il leitmotiv di questi anni: va aumentato il budget da destinare alla difesa. Sì, ma poi? Sulle truppe da inviare a Kiev rimangono divisioni: il tedesco Scholz, in piena campagna elettorale, frena e si dice irritato dal dibattito; sulla stessa linea la Polonia di Donald Tusk. Mentre il britannico Keir Starmer è pronto a schierare contingenti in Ucraina.
Oggi i riflettori saranno puntati sull’Arabia Saudita. A Riad poco fa è iniziato l’incontro tra le delegazioni statunitense e russa. Il caldo del deserto provocherà il disgelo? Non ci si aspettano grandi passi in avanti. Anche perché oggi non è presente alcun rappresentante dell’Ucraina. Come riportano diversi analisti, l’obiettivo di Trump è quello di concludere negoziati prima bilaterali. E solo dopo far sedere intorno a un tavolo sia il Cremlino che Kiev. La scelta dell’Arabia Saudita non è casuale. La nuova amministrazione statunitense vede intrecciati i due conflitti che tengono il mondo col fiato sospeso. Dall’Europa a Gaza bisogna trovare delle soluzioni che riportino in auge Washington a livello internazionale. E Riad è il luogo perfetto per l’occasione. Il regno guidato da Mohammed bin Salman intrattiene ottime relazioni con Mosca; basti pensare che non ha mai aderito alle sanzioni contro Putin. Ma non solo. L’ Arabia Saudita è stata il perno degli Accordi di Abramo, ossia quel tentativo di normalizzazione dei rapporti tra Paesi arabi moderati e Israele, avvenuto non a caso sotto la prima presidenza Trump. Il nemico comune rimane l’Iran. Ma sul destino dei palestinesi potrebbero emergere delle divergenze.
Da poco, comunque, sono iniziati i colloqui. A rappresentare la Russia vi è il ministro degli Esteri Lavrov, l’assistente presidenziale Yuri Ushakov nonché il capo del fondo sovrano Kirill Dmitriev. Per gli Usa, invece, ci sarà Marco Rubio, Segretario di Stato, Steve Witkoff, inviato speciale per il Medio Oriente e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz. Grande assente Zelensky. Il presidente ha detto di non essere “a conoscenza” dei colloqui, rimproverando a Washington di “compiacere Putin”. Per quanto riguarda il Cremlino, l’incontro odierno sarà l’occasione per porre fine al “periodo anormale” nelle relazioni tra le “due grandi potenze”. Per gli Stati Uniti, invece, i colloqui rappresentano un primo passo per capire se la Russia è "seria" nel voler terminare il conflitto scoppiato nel 2022.
Poco fa è arrivata una dichiarazione del portavoce Dmitri Peskov: Putin sarebbe pronto a parlare con Zelensky se necessario. Tuttavia, tiene a sottolineare Peskov, una "soluzione globale del conflitto a lungo termine è impossibile senza affrontare le questioni di sicurezza che interessano l'intera Europa". Il portavoce del Cremlino ha aggiunto che ancora non è chiaro se e quando avverrà un incontro tra Trump e Putin.
Ma le affermazioni di Peskov non finiscono qua. Parlando con i giornalisti ha fatto intendere che la "Russia non è contraria all'adesione dell'Ucraina all'Unione europea" in quanto non la considera una "minaccia alla propria sicurezza". E ha aggiunto: "Questo è il diritto sovrano di qualsiasi Paese. Stiamo parlando di integrazione e processi economici. Nessuno può dettare legge a nessun Paese". Tuttavia, il portavoce del Cremlino ha tenuto a ribadire che la posizione della Federazione Russa su "questioni relative alla sicurezza, alla difesa o alle alleanze militari è completamente diversa". "C'è un problema lì, ed è ben noto a tutti", ha concluso in modo perentorio.
Intanto il Ministero degli Esteri russo ha dichiarato che le delegazioni si sono prese una breve pausa dai colloqui. La portavoce Maria Zakharova ha detto che, una volta terminato l'incontro, seguiranno le dichiarazioni ai media.
Sul vertice di Riad si esprime anche la Cina. Pechino auspica che tutte le parti coinvolte nel conflitto "possano partecipare ai colloqui di pace a tempo debito". Il portavoce del ministero degli Esteri del Dragone si è detto "felice di vedere tutti gli sforzi in direzione della pace".
E Zelensky? Mentre russi e americani discutono in Arabia Saudita, il presidente ucraino vola verso la Turchia. Direzione Ankara. Più tardi avverrà l'incontro con Erdogan. I due ,successivamente, terranno una conferenza stampa congiunta.