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Alveda King: "Trump crede nella dignità umana come mio zio Martin Luther King"

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“Oggi è il Martin Luther King Day. In suo onore, ci impegneremo insieme per rendere il suo sogno una realtà. Faremo sì che il suo sogno diventi realtà”. Con queste parole, durante il discorso di inaugurazione presidenziale pronunciato il 20 gennaio, Donald Trump ha fatto riferimento alla memoria di Martin Luther King jr. Parole, che hanno scandalizzato quanti, ancora oggi, si ostinano ad accusare il presidente americano di “razzismo”. In realtà, la situazione è ben diversa. Non è un caso che, alle ultime elezioni presidenziali, Trump abbia guadagnato significativamente terreno tra gli elettori ispanici e afroamericani. È quindi anche per ribaltare una certa narrazione semplicistica che La Verità ha intervistato in esclusiva la nipote di Martin Luther King, Alveda Celeste King.

Figlia di A.D. King (il fratello minore del reverendo), Alveda porta avanti la memoria dello zio, assassinato il 4 aprile del 1968. E, al contempo, è una fervida sostenitrice, oltreché amica personale, di Trump: lo ha infatti appoggiato nel 2016, nel 2020 e anche l’anno scorso, quando, in coordinamento con la campagna del presidente, ha aderito alla coalizione “Black Americans for Trump”. Non solo. Attivista pro life, Alveda è la presidentessa del Center for the American Dream presso l’America First Policy Institute: think tank vicinissimo all’attuale presidente americano, da cui provengono vari esponenti della sua amministrazione. Tutto questo, senza dimenticare che, nel 2018, Trump la nominò componente della Frederick Douglass Bicentennial Commission. La settimana scorsa, poco dopo che il presidente aveva firmato un ordine esecutivo per istituire il White House Faith Office, Alveda era nella West Wing, per un evento di preghiera tenutosi all’interno della Roosevelt Room. Nel colloquio telefonico che La Verità ha avuto con lei, la nipote di King ha spiegato come vede l’attuale inquilino della Casa Bianca, parlando anche delle radici cristiane che erano alla base del movimento per i diritti civili, condotto da suo zio.


Alveda King, può spiegarmi quanto era importante la dimensione cristiana nella battaglia portata avanti da suo zio per i diritti civili?

“Sono nata in una famiglia cristiana il 22 gennaio del 1951. Mio nonno, il reverendo Martin Luther King senior, era un predicatore. Mio padre, A.D. King, era un predicatore, così come era un predicatore il mio famoso zio, Martin Luther King jr. Tutti loro erano quelli che oggi noi definiamo come ‘pro life’. Credevano nella santità della vita umana dal concepimento fino alla morte e oltre. Quindi io credo che, se mio zio – il reverendo Martin Luther King jr – fosse qui oggi, sarebbe d’accordo che noi, come esseri umani, dovremmo vivere insieme come fratelli e sorelle”.


Il mondo progressista americano porta avanti da alcuni anni quella che viene definita la ‘Critical Race Theory’, un insieme di teorie sociologiche che vorrebbero reinterpretare la storia sulla base dell’oppressione razziale. Inoltre, la sinistra americana punta anche molto sull’ ‘identity politics’. Lei che cosa pensa di tutto questo?

"La Critical Race Theory è sbagliata. È sbagliata perché c’è soltanto una razza umana. C’è un unico sangue e un’unica razza umana. Non ci sono razze separate. Se consideriamo l’etnia e il posto del mondo in cui siamo nati, ci sono doni e talenti molto speciali che provengono da ogni comunità etnica. Non dobbiamo litigare sul colore della pelle e definirci in razze separate. Noi siamo un unico sangue in un’unica razza umana. Quindi possiamo lavorare insieme e giudicare la qualità del carattere, non il colore della nostra pelle (riferimento al discorso ‘I have a dream’: ‘Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione in cui non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere’, ndr).


In Italia, ci sono giornalisti e politici che tacciano il presidente Trump di essere un razzista. Lei lo ha sostenuto nel 2016, nel 2020 e anche l’anno scorso. Che cosa pensa di queste accuse?

“Il presidente Trump crede nella dignità umana e crede nell’aiuto a ogni comunità etnica. Io questo lo so. E lui stesso lo dimostra con molti dei programmi che sostiene”.


Trump ha recentemente declassificato gli ultimi documenti relativi all’assassinio di Martin Luther King. Che cosa pensa di questo provvedimento?

“I documenti resi pubblici riguardano la morte del presidente John Kennedy e del reverendo Martin Luther King. Ogni presidente dalla loro morte aveva promesso di rilasciare quei documenti. Nessuno l’ha fatto. Il presidente Trump aveva promesso che avrebbe reso pubbliche quelle carte. E lo ha fatto. Ci saranno molte informazioni in questi documenti. Scopriremo che, per ragioni politiche, molte cose che sono state dette non erano vere”.


Quali sono stati i suoi pensieri quando Trump è stato colpito a Butler lo scorso luglio?

“Quando il presidente Trump è stato colpito, il mio cuore si è spezzato. Ho pianto. Ero molto triste per quanto era accaduto. Sono felice che non sia stato ucciso. Credo gli sia stata data l’opportunità di fare ritorno. E ringrazio Dio per la sua vita. Lui adesso ha promesso di pregare, di pregare insieme agli altri e di rendere l’America di nuovo devota (make America godly again, ndr)”.


Secondo lei, per quale ragione il Partito democratico, alle ultime elezioni presidenziali, ha perso voti tra gli afroamericani e gli ispanici?

“Credo che il popolo americano stia comprendendo che abbiamo bisogno di Dio. E che, senza Dio, non andremo da nessuno parte”.


(Intervista pubblicata su La Verità il 12 febbraio 2025)