Milan e Atalanta, la Champions League è un incubo
Milan e Atalanta escono con le ossa rotte dalla serata di Champions League. Al netto del rigore al limite del ridicolo che ha castigato i bergamaschi a Bruges - la furia di Gasperini è più che giustificata - non c'è nulla di cui lamentarsi perché sono state due sconfitte meritate, frutto di prestazioni al di sotto della sufficienza. Nulla è compromesso perché nel ritorno a Bergamo e Milano c'è spazio per ribaltare tutto, ma la lezione di una notte senza gloria deve essere mandata a memoria.
E' stato un bagno d'umiltà per il calcio italiano cui si unisce anche la partita sofferta della Juventus contro il Psv. Approcci sbagliati, distrazioni, errori in serie contro avversari che hanno invece mostrato in campo di aver compreso fino in fondo l'importanza del momento. E se per l'Atalanta ci può essere l'attenuante di una prestazione in contro tendenza rispetto alle ultime, con assenze che pesano sulla rosa pur ricca del Gasp, quella del Milan è parsa una ricaduta grave. Le immagini simbolo: i capelli rosa con cui si è presentato Theo Hernandez e la mollezza con cui Maignan si è buttato sul tiro di Paixao che ha deciso la sfida.
A Conceicao non è bastato schierare tutta la qualità a disposizione, aggiungendo Joao Felix al tridente Leao-Gimenez-Pulisic. Perché i rossoneri potessero reggere i magnifici quattro davanti serviva che ci fosse attenzione massima e intensità totale sparsa lungo tutto il campo: la papera di Maignan (non la prima della stagione) ha messo subito in salita la serata e alla fine la sconfitta con un solo gol di distacco è quasi il minore dei mali pensando al ritorno a San Siro.
Viene da chiedersi come sia possibile che, nel momento della verità in Europa, il Milan abbia messo sul tavolo due contro prestazioni come quelle di Zagabria e Rotterdam. Il tecnico portoghese - sconfitta numero 3 in 12 panchine - non riesce ad entrare definitivamente nella testa dei suoi giocatori. I segnali c'erano già stati nel secondo tempo di Torino contro la Juventus, nell'affannosa rimonta di Como e nelle troppe ultime spiagge sprecate che stanno zavorrando la stagione anche dopo il distacco da Fonseca.
Sia chiaro, non esiste alcuna ipotesi che il Milan non passi oltre il Feyenoord che è arrivato al playoff in piena emergenza di infortuni e caos, con un allenatore ad interim e in mezzo a un travaglio che in campo si è, però, trasformato in rabbia e lucidità nello sfruttare i limiti dell'avversario.
Sull'Atalanta c'è poco da dire: sconfitta meritata perché i lampi sono stati pochi e per larga parte del match il Bruges è stato pericoloso e in controllo. Poi c'è lo scandalo del rigore che ha regalato la vittoria ai belgi, un'oscenità intollerabile a livello di Champions League. Gasperini ha ragione da vendere denunciando un calcio che sta perdendo la sua identità nell'interpretazione dei contatti, ma una volta sbollita la rabbia deve presentare nel ritorno un'Atalanta diversa e che ha tutte le carte in mano per passare il turno.