Champions League, la guerra del ranking tra Italia e Spagna
La settimana di playoff della Champions League e delle altre coppe europee avrà un peso determinante sulle speranze italiane di chiudere la stagione al secondo posto nel ranking Uefa, garantendosi così una squadra in più nell'Europa che conta a partire da settembre. Una partita da oltre cento milioni di euro, vitale per il bilancio di chi dovesse approfittarne poi arrivando quinto in campionato o, al contrario, per chi dovrà rinunciare l'anno prossimo ai ricchi incassi della Champions League. Un disastro per i grandi club, ormai non più strutturati per non prendere parte alla coppa delle grandi orecchie.
Alla fine della prima fase l'Italia non è messa male. Anzi. Però è un equilibrio precario quello su cui poggia l'attuale secondo posto alle spalle dell'imprendibile Inghilterra, che comanda con i suoi 20,892 punti senza aver ancora lasciato per strada nessuna delle 7 squadre con cui si è presentata ai nastri di partenza. La Serie A ha un vantaggio minimo sulla Spagna: 0,134 punti. Tutta colpa dell'ultimo turno in cui l'Italia si è letteralmente mangiata il tesoretto da 7/8 decimi che si era costruita con pazienza e buoni risultati fino a quel momento.
Una lezione che deve valere anche per il futuro. Se è vero che Germania e Francia sono lontanissimo e ormai fuori dai giochi, tra noi e gli spagnoli la volata si deciderà sui dettagli, a partire da quante squadre approderanno agli ottavi di finale. Abbiamo perso il Bologna che fa il pari con l'eliminazione del Girona, ma nella settimana dei playoff rischiamo il tutto per tutto. Juventus e Milan hanno il favore del pronostico, ma non molto altro, contro PSV e Feyenoord, l'Atalanta non può sbagliare con il Bruges e la Roma ha un pescato un osso durissimo con il Porto in Europa League. Segue la prospettiva di incroci fratricidi sia con l'Inter che con la Lazio.
E la Spagna? Se è vero che il Real Madrid ha avuto in eredità lo scontro della morte con il Manchester City e poi rischia di sbattere nell'Atletico Madrid, nel complesso sono abbordabili le sfide di Real Sociedad in Europa League (Midtjylland) e Betis in Conference (Gent). Siccome la regola dice che ogni nazione continua a dividere punti e bonus raccolti per il numero iniziale di partecipanti, ecco che trovarci meno coperti della Liga potrebbe essere decisivo in negativo.
CHAMPIONS LEAGUE, I RICAVI DELLE SQUADRE ITALIANE
Quanto conti in termini economici è presto detto. Con ancora mezza stagione da giocare, le cinque italiane della Champions League attuale hanno già portato a casa un bottino di 315 milioni di euro che può salire di altri 33 in caso di passaggio del turno di Juventus, Milan e Atalanta. Senza contare gli incassi relativi per le partite casalinghe. A fare la parte del leone è stata l'Inter che ha già in tasca 90,6 milioni di euro, cifra che fino a un paio di stagioni fa equivaleva a un percorso fino alla semifinale o giù di lì.
Alle spalle ci sono Atalanta (66,4), Juventus (61,3), Milan (60,4) e il Bologna che si è fermato a 34,9. La stima è che partecipare alla Champions League impatti sui ricavi per non meno di 80-90 milioni di euro, botteghino e sponsorizzazioni incluse: soldi garantiti solo entrando nella prima fase, perché in caso di comportamento virtuoso in campo il conto cresce. Ecco perché l'Italia non può permettersi il lusso di farsi superare dalla Spagna nel ranking stagionale 2024/2025.
Il campionato sta dando indicazioni chiare: Napoli, Inter e Atalanta sembrano al riparo da sorprese e molto difficilmente mancheranno uno dei quattro slot certi. Per l'altro sono in corsa, in ordine d'apparizione al momento, Lazio, Juventus, Fiorentina, Milan e Bologna. Cinque club per un solo biglietto della lotteria: diventassero due sarebbe una benedizione per tanti.