Visions in Motion: I legami tra Futurismo e Graffitismo
“Tutto ebbe inizio con un fracasso, una nuova misura di rumore e accelerazione, una velocità che sfiorava i limiti della violenza; poi all’alba di un nuovo secolo, un poeta di nome Filippo Marinetti andò troppo veloce, ebbro e incurante del passato e delle conseguenze, schiantando la sua fiammante Fiat in un fossato. Lanciandosi verso il futuro, vide nel passato semplicemente l’ostacolo.” Con questa espressione incisiva, il critico culturale Carlo McCormick definiscel’inizio del Futurismo. Questo bisogno estremo di rincorrere il movimento e la velocità, il curatore di mostre newyorkese, lo ritrova nella corrente americana degli Anni Settanta del Graffitismo, con Keith Haring e Crash tra le figure più significative. Carlo McCormick decide così di creare un inedito dialogo tra i due movimenti artistici, facendoli sfociare in una mostra “Visions in motion – Graffiti and echoes of Futurism ”, ospitata fino al23 marzo a Milano, alla Fabbrica del Vapore.
Quadri di Balla, Boccioni, Depero e Dudreville, si incrociano con opere di Haring, Basquiat, Lady Pink, Futura2000 e Crash (che ha realizzato per l’occasione il quadro “Visions in motion”), dove ricerca del dinamismo, colore e ribellione si intrecciano, a oltre mezzo secolo di distanza.
Anche la città è la chiave di volta per le due correnti, se i futuristi sono affascinati dalla metropoli come simbolo di innovazione e del nuovo mondo, i graffitisti considerano la città come la propria tela, ogni suo muro, ogni sua metropolitana, ogni angolo viene usato per raccontare energia, movimento e libera espressione.
Prendendo in prestito una citazione di Italo Calvino: “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”, la risposta per entrambe le correnti è larappresentazione di un mondo in perenne cambiamento, dove l’evoluzione è l’unica costante.
Mettere a confronto culture separate da quasi settant’anni , oltre che da migliaia di chilometri, potrebbe apparire un’idea azzardata, ma questa mostra evidenzia il concetto fondamentale che il passato non è una realtà immobile, ma si trasforma per vivere il presente, così come il futurismo con la sua visione dinamica, consegna la propria eredità ai graffittisti newyorkesi.