ru24.pro
Panorama
Февраль
2025
1 2 3 4 5 6 7 8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28

Milano senza parcheggi gratuiti, la nuova trovata della giunta Sala

0

La nuova trovata dell’amministrazione Sala riguarda l’eliminazione dei parcheggi gratuiti dall’intera città di Milano. A inizio settimana l’assessore alla Mobilità della giunta milanese, Arianna Censi, ha presentato un piano per l’eliminazione dei parcheggi a strisce bianche. Il Comune starebbe già mappando le strade ed effettuando i primi interventi, come ad esempio in zona Corvetto, dove già da qualche mese tutti i parcheggi intorno a via Fratelli Rosselli e via Martinengo sono diventati a pagamento, oppure nei quartieri San Cristoforo e Lorenteggio, dove le strisce bianche stanno lasciando spazio alle blu. Il piano, a detta dell’assessore Censi, non riguarda i residenti, che “potranno continuare a parcheggiare sempre”, davvero magnanimi a Palazzo Marino!

Lo scopo sarebbe quello di ridurre le “soste selvagge” e, ovviamente, aumentare i ricavi derivati dalle soste delle auto. Nel capoluogo lombardo, infatti, la sosta sui parcheggi a pagamento costerebbe meno rispetto alle altre grandi città europee (vedremo ancora per quanto), come ad esempio Parigi, dove i costi orari vanno dai 4 euro ai 2,40 rispetto ai 3 euro e 1,20 di Milano. Qualcuno dovrebbe spiegare all’amministrazione che però è anche il salario medio di un parigino ad essere molto più alto di quello di un milanese.

Fortunatamente, l’operazione di eliminazione delle strisce bianche richiederà anni, ma rappresenta un altro tassello nella lotta delle ultime amministrazioni di sinistra contro l’automobile. Cominciata con l’istituzione dell’Area C durante il primo mandato dell’ex sindaco Pisapia, che ha visto aumentare negli anni il “dazio” da pagare per entrare nelle zone più centrali di Milano. Area C che a breve sarà da pagare anche nei weekend, con la misura che doveva già essere entrata in vigore ed è stata rimandata (solo temporaneamente) per via di disguidi di natura tecnica, come detto recentemente dal Sindaco ai microfoni di Rtl 102.5.

Sala ha continuato l’opera di Pisapia istituendo l’Area B, vietando, a partire dal 2019, l’entrata nei confini cittadini dei mezzi a benzina e gasolio più inquinanti. C’è da sperare che alle prossime elezioni non vinca nuovamente la sinistra, o rischiamo di trovarci con una nuova “Area A” dai contorni distopici e grotteschi. Non dimentichiamo poi la pista ciclabile di Corso Buenos Aires, prima pitturata per terra, poi separata con cordoli e ora in totale rifacimento con annesso allargamento dei marciapiedi, lavori che nel complesso vanno avanti senza soluzione di continuità dal dopo pandemia.

Ad ogni modo, l’accanimento nei confronti dei guidatori milanesi e dell’hinterland ha una sua logica di fondo, perfettamente espressa da Luca Studer, docente di “circolazione e sicurezza stradale” al Politecnico di Milano, nonché responsabile del laboratorio “Mobilità e trasporti”; intervistato da Repubblica, Studer dice: “La sosta è uno strumento per influenzare la domanda di trasporto: meno ce n’è disponibile, meno la gente viene in auto”, aggiungendo che “è necessario stabilire a priori dove le persone possono parcheggiare, con la consapevolezza che più questa cifra sarà alta più gli utenti saranno disincentivati a utilizzare mezzi privati a favore di quelli pubblici”.

La teoria deve sempre andare a braccetto con la pratica. Nella fattispecie, la teoria secondo cui rendendo la vita difficile agli automobilisti se ne ridurrà il numero, non pare proprio andare a nozze con la realtà dei fatti. Secondo i dati dell’ente pubblico Aci (Automobile Club d’Italia) nel 2023 i veicoli circolanti a Milano erano 993mila, il 5% in più rispetto ai 945mila di dieci anni prima. Un decennio di “persecuzioni” contro le auto non sembrano aver dato i loro frutti, il numero di automobili è rimasto lo stesso (700mila) mentre quello di moto e motorini è aumentato (da 150mila a 200mila).

All’amministrazione comunale questo non sembra interessare, poco importa se i biglietti di Atm negli ultimi quindici anni sono più che raddoppiati (si può dire lo stesso degli stipendi?), Palazzo Marino punta sui mezzi pubblici, sempre che non siano in sciopero.